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Gilead Sciences pubblica i nuovi dati provenienti da un’analisi intermedia del suo studio in aperto di fase II/III a singolo braccio effettuata per valutare la sicurezza, la tollerabilità e la farmacocinetica di remdesivir nei pazienti pediatrici ospedalizzati con COVID-19 di età compresa tra 28 giorni e meno di 18 anni. Questi dati sono stati presentati alla 29a Conferenza virtuale sui retrovirus e sulle infezioni opportunistiche 2022, appena conclusa. 

Questi recenti dati dimostrano che remdesivir è stato generalmente ben tollerato tra i pazienti pediatrici ospedalizzati con COVID-19, con un’alta percentuale di soggetti che ha mostrato miglioramento clinico e recupero. L’85% dei pazienti ha dimostrato un miglioramento clinico in base a una scala clinica ordinale e, all’ultima valutazione, il tasso di recupero era dell’83%; nel complesso, non sono stati rilevati nuovi risultati di sicurezza per remdesivir.  

L’end-point primario di questo studio era valutare la sicurezza, la tollerabilità e la farmacocinetica di remdesivir nei pazienti pediatrici, come valutato in base alla percentuale di soggetti che hanno sperimentato eventi avversi emergenti dal trattamento; alla percentuale di partecipanti che hanno manifestato anomalie di laboratorio classificate come emergenti dal trattamento; e alle concentrazioni plasmatiche rispettivamente di remdesivir e dei suoi metaboliti. La sicurezza è stata valutata in base agli eventi avversi e ai test di laboratorio. Gli esiti clinici includevano il miglioramento su una scala ordinale a 7 punti, il tempo alla dimissione e la modalità di ossigenazione. Gli esiti virologici includevano i giorni per confermare la negatività PCR al SARS-CoV-2.    

In questo studio – condotto su 53 pazienti pediatrici in cinque coorti suddivise per età, con più della metà dei pazienti in terapia con ossigeno ad alto flusso, ventilazione meccanica o ossigenazione extracorporea a membrana al basale – in nessuno dei soggetti arruolati sono emersi nuovi segnali di sicurezza per remdesivir. Complessivamente, 38 pazienti hanno manifestato eventi avversi, inclusi 11 che hanno manifestato eventi avversi gravi, compresi 3 decessi; tali eventi avversi erano coerenti con le condizioni mediche al basale dei pazienti prima dell’ingresso nello studio o con il COVID-19 durante il ricovero, e non erano correlati al farmaco in studio. I bambini di almeno 40 kg di peso hanno ricevuto 200 mg il giorno 1, seguiti da 100 mg al giorno. I neonati e i bambini di peso compreso tra 3 kg e meno di 40 kg hanno ricevuto un dosaggio basato sul peso di 5 mg/kg il giorno 1, seguiti da 2,5 mg/kg al giorno. Nell’analisi, l’evento avverso più comune tra i pazienti che assumevano remdesivir era la stipsi. Quattro pazienti hanno sperimentato un aumento osservato dell’alanina transaminasi; due con transaminite basale hanno manifestato un aumento osservato di ALT, che ha contribuito all’interruzione prematura del trattamento. 

Gilead ha presentato questi dati intermedi alla FDA, all’EMA e ad altri enti regolatori. 

GS-US-540-5823 è uno studio di fase II/III a singolo braccio, in aperto, che valuta la sicurezza, la tollerabilità e la farmacocinetica di remdesivir in soggetti ospedalizzati con COVID-19 dalla nascita fino a meno di 18 anni di età. Gli endpoint primari dello studio sono la percentuale di partecipanti che sperimentano eventi avversi emergenti dal trattamento; la percentuale di partecipanti che manifestano anomalie di laboratorio classificate come emergenti dal trattamento; e le concentrazioni plasmatiche rispettivamente di remdesivir e dei suoi metaboliti. I 10 endpoint secondari includono: variazione rispetto al basale nell’utilizzo dell’ossigenazione; cambiamento rispetto al basale nell’utilizzo della ventilazione meccanica o dell’ossigenazione extracorporea a membrana; valutazione del miglioramento clinico in base al punteggio di una scala ordinale a 7 punti; e tempo alla dimissione dall’ospedale. 

Remdesivir è un analogo nucleotidico messo a punto da Gilead grazie alla trentennale esperienza in materia di antivirali. Remdesivir è lo standard di cura antivirale per il trattamento dei pazienti ospedalizzati con COVID-19, ed è raccomandato per ridurre la progressione della malattia nei pazienti non ospedalizzati ad alto rischio di progressione.  

Remdesivir inibisce direttamente la replicazione virale nelle cellule mirando alla RNA polimerasi virale di SARS-CoV-2. Entrando nell’organismo, remdesivir viene trasformato nel metabolita attivo remdesivir trifosfato, che viene quindi incorporato nell’RNA virale e blocca la replicazione del virus all’interno delle cellule ospite. Mentre nuove e preoccupanti varianti di SARS-CoV-2 emergono in tutto il mondo, Gilead continua a valutare l’efficacia di remdesivir contro le varianti virali. Test di laboratorio in vitro condotti nell’ambito di diversi studi indipendenti di mostrano che remdesivir mantiene l’attività contro la variante Omicron. Finora in nessuna delle varianti note di interesse sono state identificate significative variazioni genetiche che altererebbero in modo significativo l’RNA polimerasi virale alla quale mira remdesivir. Gilead continua a valutare in modo sperimentalmente, mediante test antivirali in vitro, l’attività di remdesivir contro le varianti di SARS-CoV-2 identificate. L’attività antivirale di remdesivir è stata confermata in vitro contro tutte le principali varianti di SARS-CoV-2 identificate in precedenza, ivi incluse Alpha, Beta, Gamma, Delta, Epsilon e Omicron 

Remdesivir è approvato in Italia e autorizzato in circa 50 Paesi in tutto il mondo. Finora remdesivir e la sua versione generica sono stati resi disponibili a oltre 10 milioni di pazienti in tutto il mondo, tra cui quasi 7 milioni di persone in 127 paesi a medio e basso reddito, mediante il programma di concessione di licenze volontarie di Gilead. Attualmente queste licenze sono ancora esenti da diritti brevettuali, il che riflette l’impegno di Gilead nel consentire ai pazienti un ampio accesso a remdesivir.