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Confermatano l’efficacia della supplementazione aminoacidica in aggiunta alla terapia farmacologica nell’ambito dello scompenso cardiaco

In occasione del 26° Congresso Nazionale A.R.C.A. sono stati presentati i risultati preliminari dello studioRuolo della supplementazione aminoacidica on top alla terapia farmacologica in pazienti con scompenso cardiaco di classe NYHA II – III, finalizzato a indagare il ruolo della supplementazione aminoacidica con miscele Nutrixam FMS on top alla terapia farmacologica in pazienti con scompenso cardiaco di classe NYHA II –III.

Lo studio osservazionale, multicentrico, retrospettivo, basato sull’esperienza clinica di un pool di cardiologi A.R.C.A. su una popolazione di soggetti con  scompenso cardiaco di classe NYHA II- III ha l’obiettivo di valutare il ruolo della supplementazione aminoacidica con miscele Nutrixam FMS, in aggiunta alla terapia standard, in pazienti con scompenso cardiaco classe NYHA II-III nell’ottica di un miglioramento della qualità di vita, di un aumento della massa muscolare e un incremento dell’albumina plasmatica.

Dai database A.R.C.A. sono stati selezionati in maniera retrospettiva oltre 200 soggetti adulti con scompenso cardiaco di classe NYHA II-III ai quali veniva somministrata la miscela aminoacidica Nutrixam FMS alla dose di 2 buste al giorno per 60 giorni, in aggiunta alla normale terapia farmacologica. I risultati dello studio confermano l’efficacia della supplementazione aminoacidica con miscele Nutrixam FMS dal punto di vista dell’aumento dell’albumina circolante, della massa muscolare con conseguente miglioramento del test del cammino e degli item riconducibili a un significativo miglioramento della qualità di vita. Nello specifico si è osservato un miglioramento significativo dell’albuminemia, della circonferenza coscia, del test del cammino, della saturazione di ossigeno, della frequenza cardiaca e della qualità della vita percepita. 

In Italia lo scompenso cardiaco rappresenta la terza causa di ospedalizzazione nella popolazione generale ed è la prima nei soggetti di oltre 65 anni; inoltre, lo scompenso cardiaco si associa a una mortalità intraospedaliera del 5-7%. A causa dell’insufficienza cardiaca, da un lato gli organi e i tessuti ricevono quantità insufficienti di ossigeno e sostanze nutritive per le loro necessità metaboliche, dall’altro tende a verificarsi un accumulo di liquidi in eccesso nei polmoni e nei tessuti le cui conseguenze si traducono in affanno, ridotta tolleranza allo sforzo, affaticamento, edema. L’adozione di stili di vita che prevengano l’insorgenza di queste condizioni è dunque una strategia di reale supporto nella gestione dello scompenso cardiaco.[1] Diverse evidenze hanno indicato come, in aggiunta ai trattamenti farmacologici, anche gli stili di vita e supplementazioni mirate possano permettere un miglioramento del quadro generale e della qualità della vita.

In generale, le malattie cardiovascolari si associano a un difetto del metabolismo cardiaco degli aminoacidi, soprattutto essenziali EAA e ramificati BCAA, con ripercussioni sui loro livelli circolanti. Nei pazienti con scompenso cardiaco è stata osservata una ridotta concentrazione plasmatica di EAA e BCAA, fattore che è stato correlato alla gravità della malattia.

“A.R.C.A. è un’associazione medico-scientifica costituita da Cardiologi che esercitano abitualmente l’attività professionale presso strutture ambulatoriali pubbliche o presso ambulatori esterni e da sempre offre assistenza diagnostico clinica su tutto il territorio – afferma Giovanni Battista Zito Presidente Nazionale A.R.C.A – Obiettivo dell’associazione è legare la conoscenza scientifica sempre aggiornata alla pratica di Real Life sul territorio, in virtù del fatto che uno degli obiettivi di A.R.C.A. è la realizzazione dei programmi di prevenzione in campo cardiologico. Per questo ARCA è da sempre impegnata a sensibilizzare la popolazione sui rischi delle malattie cardiache e a promuovere stili di vita sani. Lo scompenso cardiaco – continua il Presidente – rappresenta una vera sfida per il cardiologo: è importante spezzare quel circolo vizioso che si instaura negli stili di vita dei soggetti scompensati che essendo sempre più affaticati riducono sempre più le loro attività quotidiane. Per questo per noi cardiologi è importante indagare su strumenti che, in add on alla terapia farmacologica, possano aiutare il paziente a migliorare anche in piccola misura la loro performance fisica. Le miscele aminoacidiche dimostrano di essere un valido alleato sia dal punto di vista clinico sia prettamente di qualità della vita e per questo è importante educare il paziente ad implementare strategie di supplementazione mirate”.

Le recenti Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità raccomandano che il percorso diagnostico e terapeutico del paziente con SC debba prevedere un approccio multidisciplinare con il contributo di figure quali il cardiologo, il geriatra, l’infermiere con competenze avanzate in SC, il medico internista, il medico di medicina generale, lo specialista di cure palliative e medicina riabilitativa, lo psicologo e i caregiver per assistenza sociale/domiciliare.

A questo proposito Giuseppe Bellelli, Professore Ordinario e Direttore della Scuola di Specializzazione di Gerontologia e Geriatria all’Università di Milano-Bicocca, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Geriatria, IRCCS San Gerardo dei Tintori, Monza afferma: “La fragilità non va considerata come una condizione sociale o un semplice sinonimo di età avanzata, ma come una condizione biologica e definibile sul piano clinico, che può incidere in modo significativo sulla prognosi e sulla gestione del paziente. In questo contesto, la cura di un paziente anziano con scompenso cardiaco richiede un approccio multidisciplinare, che integri le competenze del centro specialistico con il supporto dei servizi territoriali. La gestione deve seguire una logica di integrazione delle competenze, capace di affrontare non solo la dimensione cardiologica, ma anche di riconoscere e affrontare la fragilità, condizione frequente tra chi soffre di scompenso. Molti di questi pazienti presentano anche sarcopenia, ovvero una perdita progressiva di massa e forza muscolare, che rappresenta un segnale clinico chiaro di fragilità. Questo stato aumenta il rischio di complicazioni, in particolare quando sono presenti più patologie contemporaneamente. Le patologie cardiovascolari sono molto diffuse nella popolazione geriatrica e richiedono una gestione attenta e personalizzata. Tuttavia, non è l’età in sé a determinare la vulnerabilità, ma piuttosto l’interazione tra condizioni cliniche, funzionali e nutrizionali che condizionano l’insorgenza di fragilità. Per questo, la gestione del paziente con scompenso cardiaco deve essere globale, individualizzata e proattiva, includendo: educazione alimentare, promozione di stili di vita sani, dieta mediterranea, attività fisica anche moderata, e, quando indicato, integrazione aminoacidica mirata. Questi interventi aiutano a contenere la fragilità e a migliorare l’efficacia delle terapie farmacologiche. L’esperienza clinica maturata da ARCA ha evidenziato i benefici di una miscela aminoacidica come Nutrixam nei pazienti anziani con scompenso cardiaco. Questi risultati sottolineano l’importanza di una gestione olistica, che superi l’approccio organo-centrico e consideri la persona nella sua globalità biologica e funzionale”.

Le miscele NutriXam, integratori alimentari, sono una sequenza armonica di macro e micronutrienti in sintonia con le esigenze dell’organismo. Le miscele NutriXam sono equilibrate e complesse, comprendono tutti gli aminoacidi essenziali, non solo i ramificati, ed anche alcuni aminoacidi non essenziali AA, quali cisteina, serina e acetilcisteina, per minimizzare la trasformazione di metionina in omocisteina, per mantenere attivo ed efficiente il sistema folati/Vitamina B12 e per ottimizzare la sintesi di antiossidanti, in particolare del glutatione.

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