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Possesso e uso di device digitali sempre in aumento e in età più precoce, con conseguente pervasività di questi strumenti nella vita dei bambini in età scolare. Questo i dati di rilievo riscontrati dalla seconda edizione dalla ricerca di Milano-Bicocca, dopo la prima svoltasi a maggio 2020.

Entrambe le edizioni dell’indagine “Bambini e lockdown, la parola ai genitori” sono state condotte dalla Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche con la collaborazione di un gruppo di ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca e della spin off dell’Università di Milano-Bicocca “Bambini Bicocca”.

I ricercatori hanno riproposto a maggio 2021 alle oltre 3.000 famiglie interessate dalla prima indagine, i due questionari online parzialmente differenziati a seconda delle età allo scopo di conoscere l’evoluzione del vissuto dei genitori e dei bambini nei mesi successivi al primo lockdown.

Quasi la totalità dei rispondenti sono madri con un titolo di studio medio alto con bambini di queste fasce d’età residenti a Milano città e in tutte le province della Lombardia, la regione più colpita dalla pandemia Covid-19.

“Alimentazione e sonno afferma Marina Picca, Presidente SICuPP Lombardia- continuano a essere messi a dura prova. Rispetto ai dati del 2020 abbiamo osservato un miglioramento, ma persistono elementi di preoccupazione. Un dato nuovo non indagato nella ricerca del 2020 è la presenza di malessere fisico nei bambini soprattutto in età scolare. La persistenza di alcuni comportamenti che testimoniano malessere della salute mentale e fisica destano preoccupazione e impongono la necessità di investire maggiormente nel sostenere i bambini, i genitori e le famiglie”.

Per i bambini da 1 a 5 anni, i genitori hanno registrato in questi mesi una diminuzione dell’irritabilità e dei capricci, anche se un quarto degli intervistati denuncia un sentimento di tristezza/malinconia nei figli.

Alimentazione e sonno mostrano ancora le decise alterazioni riscontrate l’anno passato: restano sia il dato della riduzione di appetito spesso accompagnata da un aumento del consumo di snack sia la difficoltà nell’addormentarsi con aumento della frequenza dei risvegli notturni.

Sul fronte delle relazioni, ai bambini in età prescolare è pesato molto non giocare con altri bambini e non poter uscire liberamente.

Per i bambini da 6 a 10 anni, un dato nuovo, non indagato nella prima edizione dell’indagine, è la presenza o meno di disturbi di “malessere” fisico nei bambini: ne hanno sofferto circa il 40% dei bambini della scuola primaria.

E in famiglia? Soprattutto per l’età della scuola primaria è stato osservato un peggioramento del rapporto adulti-bambini, dato in controtendenza con la prima rilevazione del 2020. Un dato che testimonia la stanchezza emotiva del sistema-famiglia.

Il digitale si è dimostrato un aspetto sempre più rilevante nella vita dei bambini: il 58, 4% dei bambini 6-10 anni possiede un device personale, percentuale in netto aumento rispetto al primo lockdown.
Anche l’età si abbassa: avevano un cellulare il 9,2% dei bambini dagli 1 ai 5 anni, ora lo possiede il 14,5%.
Ne è diretta conseguenza un forte aumento di utilizzo anche fuori dall’uso didattico, in particolare per i bambini 6-10 anni.

A questo proposito, sottolineano i ricercatori, non pare nemmeno riscontrarsi l’effetto “stanchezza da digitale”, anzi è forse ipotizzabile una sorta di assuefazione all’utilizzo dello strumento digitale, che non viene più percepito come un qualcosa di “speciale” e occasionale ma diviene l’interfaccia con cui si fa esperienza della vita, dall’apprendimento allo svago.

«Il digitale, con la pandemia – afferma Paolo Ferri – è divenuto un elemento sempre più presente nella vita dei bambini. Le famiglie lo percepiscono come un elemento “naturale” del loro mondo. Non si può tornare indietro o imporre divieti. Si tratta, invece, di formare i genitori, gli insegnanti e i bambini ad un uso consapevole, critico e creativo dello smartphone. Va, infatti, evitato che lo smartphone si trasformi in una “baby sitter” o peggio in un “dispenser” di stili di vita standardizzati e di prodotti commerciali! Un compito sfidante e complesso per i genitori e per tutti coloro che si occupano professionalmente di bambini»

Il rapporto famiglia-Scuola, infine, come sottolineano i genitori nella quasi totalità, ha ben tenuto: lo dimostra la percentuale dei bambini di entrambe le fasce d’età che hanno reagito alla nuova chiusura scolastica dell’aprile 2021 con tristezza nel 50% dei più piccoli e 65% dei più grandi.

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