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Si è svolto il convegno “B. Braun for Safety: sicurezza in sala operatoria”: un appuntamento di una giornata dedicato ad un pubblico eterogeneo di professionisti della sanità volto ad indagare sotto diverse prospettive le criticità, le pratiche cliniche e le soluzioni per aumentare la sicurezza nell’ambiente ospedaliero e in particolare in sala operatoria, dove avvengono processi altamente complessi che aumentano i fattori di rischio. 

“La sicurezza nell’ambiente ospedaliero, sia per i pazienti sia per gli operatori sanitari, è uno dei pilastri che guida le attività e le innovazioni di B. Braun nella sanità: sono tante le soluzioni e i processi che, nel corso di 180 di storia, abbiamo sviluppato e messo a disposizione dei professionisti della salute per aumentare la sicurezza in ogni singolo passaggio del percorso ospedaliero” commenta Paolo Suzzani, AD di B. Braun Milano Spa. “Penso ad esempio a prodotti come gli aghi di sicurezza, che abbiamo introdotto da oltre un decennio e sono diventati ormai uno standard globale in quasi tutti i sistemi sanitari per evitare le punture accidentali degli operatori. Nel mondo della chirurgia, poi, vogliamo proporre sempre soluzioni innovative per migliorare la sicurezza nella pratica quotidiana, ma anche favorire il dialogo tra esperti in un approccio olistico alla sicurezza che guarda all’intero percorso del paziente nella struttura ospedaliera, e oltre”.

Le infezioni del sito chirurgico rappresentano, per i pazienti, una delle più frequenti fonti di infezioni nosocomiali e comportano, per la struttura ospedaliera, costi di 2,9 volte più elevati rispetto ad un trattamento standard. La complessità intrinseca che caratterizza tutte le procedure chirurgiche, anche quelle più semplici, crea un impatto sul livello di sicurezza in sala operatoria. L’elevato numero di persone e di professionalità coinvolte, le condizioni acute del paziente, la quantità di informazioni richieste, l’urgenza con cui talvolta i processi devono essere eseguiti, l’alto livello tecnologico, la molteplicità di punti critici del processo sono alcuni dei fattori che creno rischi e sono potenziali fonti di danno per pazienti e infortunio per l’operatore sanitario, come punture accidentali o ferite da taglio. Particolare rilevanza assumono anche i processi di comunicazione dell’équipe operatoria, nella quale il chirurgo, l’anestesista e l’infermiere non lavorano isolatamente l’uno dall’altro e occorre assicurare collaborazione tra le diverse professionalità, condizione di enorme importanza per prevenire l’occorrenza di incidenti peri-operatori e per la buona riuscita dell’intervento. 

“Con questa iniziativa abbiamo voluto creare un confronto diretto tra docenti e discenti, grazie alle relazioni di esperti e alle sessione di pratica per migliorare la sicurezza in sala operatoria” chiarisce Paolo Suzzani. I cinque relatori, appartenenti a diverse aree cliniche data la multidisciplinarità dell’approccio, hanno affrontato tematiche legate alla gestione dei rischi caratteristici della sala operatoria, quindi di tipo chirurgico, infettivologico e anestesiologico. Presente all’evento, un pubblico di oltre 100 discenti appartenenti ad aree mediche, all’area amministrativa e gestionale e all’area degli assistenti infermieristici. “La gestione della sicurezza non può essere demandata ad un singolo individuo o ad una singola funzione ma deve essere parte integrante della pratica quotidiana di tutti i protagonisti del percorso ospedaliero, dal pre-ricovero all’intervento, al post-operatorio e dimissioni, come peraltro previsto dal Manuale per la Sicurezza in Sala Operatoria emanato dal Ministero della Salute” nota Suzzani.

Sul fronte della sicurezza per il professionista sanitario è fondamentale la conoscenza e l’osservanza della procedure di sicurezza. Essenziale è dunque la formazione, così come sono importanti le vaccinazioni e l’impiego di dispostivi per la prevenzione, come ad esempio aghi a farfalla, aghi cannula e tanti altri device che, se correttamente impiegati, abbattono in modo molto significativo il rischio di punture e tagli accidentali. Sul fronte delle procedure anestesiologiche, area particolarmente delicata per i fattori di rischio per il paziente ma anche per l’operatore, le tecniche più avanzate di anestesia locoregionale sono oggi in grado di ridurre in modo importante i rischi per il paziente. In particolar modo l’impiego dell’anestesia locoregionale ecoguidata con sistema ad ultrasuoni, che permette di identificare in modo mirato il target, osservando in real time dal monitor l’inserimento dell’ago e la diffusione dell’anestetico nell’area anatomica trattata, consente di contenere al minimo i rischi legati a blocchi nervosi. 

Nella sala operatoria sono numerose le pratiche infermieristiche su cui intervenire per aumentare la sicurezza, una di queste è senza dubbio la corretta sterilizzazione dei ferri chirurgici. Su questo fronte esistono chiari standard che stabiliscono le caratteristiche dei ferri affinché siano sicuri e come condurre il ricondizionamento prima dell’utilizzo. La decontaminazione del paziente, le pratiche di igiene antibatterica e l’impiego di fili di sutura imbevuti di antibatterico sono poi fonte di maggiore sicurezza nella pratica di tutti giorni, anche per gli interventi più semplici. Anche sul fronte dell’impiego di farmaci anestetici e analgesici ci sono oggi le soluzioni per operare in modo più sicuro e personalizzato, favorendo procedure a ridotto margine di errore e in grado di ridurre il dolore post-operatorio e le complicanze.