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Chiusura di 2018 per Aurora Biofarma con il raggiungimento del traguardo dei 20 milioni di euro di ricavi, tutti sul territorio italiano, con una proiezione di crescita del 35% rispetto all’anno precedente.
Sono i numeri che arrivano dall’azienda farmaceutica milanese attiva in ricerca, sviluppo e commercializzazione di specialità medicinali, integratori alimentari, dispositivi medici, prodotti ad uso veterinario e pet food.
Il risultato dei 20 milioni di ricavi è il primo step del progetto di espansione e del piano di programmazione triennale 2018-2020 annunciato un anno fa nel corso della convention di Praga: il superamento della quota dei 30 milioni di fatturato nel 2020, a 10 anni appena dalla nascita dell’azienda mantenendo un tasso di crescita futuro stabile al 20%.
Nel prossimo biennio Aurora Biofarma – che gode di una forte reputazione sul piano finanziario e del credito, stabilmente classificata ranking 3A di Basilea – sarà impegnata a  rientrare dagli investimenti realizzati tra cui l’acquisto della nuova sede nel cuore di Milano, a pochi metri da Piazzale Loreto: una struttura di due edifici di quattro e cinque piani per una superficie complessiva di oltre 2mila metri quadrati. Contestualmente alla crescita sul mercato italiano, l’azienda ha annunciato tra gli obiettivi anche lo sviluppo strutturato del mercato export affidato alla consociata Aurora Licensing.
“A chi ci chiede il segreto della nostra azienda su come riesca a crescere fino a quattro volte più veloce del mercato di riferimento spieghiamo che non abbiamo alchimie particolari né tantomeno finanziamenti, capitali o fondi di investimento” – dichiara Nicola Di Trapani, Amministratore Delegato del gruppo – “Semplicemente investiamo molto in prodotti di nuova generazione e innovativi, cercando poi di trasmettere la cultura del lavoro a tutti i dipendenti che sono parte attiva del sistema ed in particolare alle nuove leve creando uno stile manageriale consolidato”.
“Abbiamo fiducia nello sviluppo del sistema Italia” – conclude Di Trapani – “Siamo convinti che la crisi economica dell’ultimo decennio sia stata anche una crisi valoriale e che sarà proprio il recupero di questi valori a far ripartire l’economia nel tessuto sano della società civile”.

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