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Il 1° dicembre, è la Giornata mondiale per la lotta all’AIDS. Giunta alla sua trentacinquesima edizione, ha l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione su questa sindrome che colpisce, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 39 milioni di persone, di cui due terzi sono nel continente africano. 

In Italia, nel 2022, sono state segnalate 1.888 nuove diagnosi di infezione da HIV, pari a un’incidenza di 3,2 nuove diagnosi ogni 100.000 residenti: l’età media è di 43 anni per i maschi e 41 per le femmine e l’incidenza più alta è stata osservata tra le persone dai 30 ai 39 anni di età. 

L’Azienda Ospedaliera di Alessandria, nell’ambito delle attività di ricerca coordinate dal Dipartimento Attività Integrate Ricerca e Innovazione diretto da Antonio Maconi, ha ideato insieme all’Università del Piemonte Orientale un’applicazione per garantire continuità assistenziale ai pazienti HIV positivi. 

In particolare, il progetto “HealthcAre sUppoRt fOr Remote HIV pAtients” ha l’obiettivo di integrare nella normale assistenza dei pazienti seguiti all’Ospedale di Alessandria l’utilizzo di un’applicazione per smartphone che faciliti il controllo da remoto delle condizioni di salute autoriferite dal paziente, permettendo così al clinico di identificare precocemente possibili complicanze, anche di pertinenza non strettamente infettivologica. Tale applicazione, infatti, consente di impostare un alert per ricordare al paziente di prendere i farmaci e richiede una conferma dell’avvenuta assunzione, al fine di migliorare l’aderenza terapeutica. È inoltre possibile valutarne il gradimento attraverso la compilazione dei questionari Patient Report Outcomes, così da migliorarne sempre di più le prestazioni al servizio dei fruitori.  

Il progetto di ricerca, risultato vincitore nel 2022 del concorso Fellowship Program della Gilead Sciences, è stato realizzato grazie a uno studio clinico, che vede come Principal Investigator la Dirigente Medico di Malattie Infettive Eleonora Sarchi, autorizzato dal Comitato Etico. È frutto della collaborazione multidisciplinare di diverse strutture a partire dalla Unit Disease Malattie Infettive, il cui referente è Guido Chichino, fino ad arrivare al Clinical Trial Center, diretto da Marta Betti, e ai Laboratori di Ricerca integrati tra DAIRI e DiSIT, la cui Responsabile è Annalisa Roveta insieme al project leader Leonardo Marchese, tra i quali figura proprio il Laboratorio di Intelligenza Artificiale e Informatica applicata alla medicina a cui afferisce Massimo Canonico che si è occupato della tecnologia dell’app. 

Alla base di questa sperimentazione per i pazienti positivi all’HIV, infatti, vi è la volontà di digitalizzare il rapporto medico-paziente nell’ambito della continuità assistenziale, per consentire una maggiore efficienza dei servizi grazie alla dashboard online dove il medico, accedendo con specifiche credenziali, ha a disposizione una serie di informazioni relative all’andamento della terapia e allo stato di salute del paziente.  

“Il progetto ci ha messo nelle condizioni di comprendere che l’utilità di uno strumento a supporto della normale pratica clinica – afferma il team di ricercatori che lo ha ideato – è strettamente correlata a un attento e attivo monitoraggio dell’attività del paziente da parte di personale specializzato dedicato. In conclusione, l’applicazione sviluppata per la realizzazione del presente progetto, potrebbe rappresentare un modello innovativo ed esportabile anche per altre patologie, facilitando la continuità assistenziale e mettendo a disposizione numerosi servizi specialistici a distanza”.