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Ha preso il via l’11 giugno scorso, con un meeting a Berlino l’avvio del progetto MIMAS – Procedures allowing medical-implant manufacturers to demonstrate compliance with MRI safety regulations, che avrà durata triennale. Tutelare l’incolumità dei numerosi pazienti portatori di impianti, testando e certificando la compatibilità delle protesi con l’esposizione ai campi magnetici, è l’obiettivo del progetto di ricerca, finanziato da EURAMET, l’associazione che riunisce e coordina gli istituti metrologici europei.
Per l’Italia partecipano l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica e l’Istituto Ortopedico Rizzoli. Completano il consorzio gli istituti metrologici di Germania e Regno Unito e l’azienda svizzera Zurich MedTech AG, esperta nelle simulazioni numeriche dei campi elettromagnetici. Alcune aziende operanti nel settore ortopedico, fra le quali ADLER Ortho ed ESAOTE, hanno dichiarato il loro interesse e collaboreranno in varie forme a MIMAS.
Le scansioni MRI su pazienti con impianto ortopedico possono essere eseguite senza rischi, applicando le opportune procedure di preparazione e di scansione che garantiscono la sicurezza del paziente e il miglior risultato diagnostico. Inoltre, poiché l’impiego della risonanza magnetica è sempre più diffuso, da alcuni anni a questa parte i sistemi protesici impiantabili di ogni tipo sono costruiti con materiali compatibili con la MRI, cioè non ferromagnetici, e comunque non alterabili nel loro funzionamento dagli intensi campi elettromagnetici presenti in questa diagnostica.
L’utilizzo di macchine MRI di ultima generazione basate su campi elettromagnetici a intensità crescente, oltre a offrire migliori prestazioni diagnostiche, pone tuttavia nuove problematiche in merito alle condizioni di sicurezza. Il possibile incremento di temperatura che si può generare in particolari condizioni nei materiali protesici metallici, anche se non ferromagnetici, sottoposti a intensi campi elettromagnetici variabili, deve essere valutato. Gli strumenti per questo tipo di valutazione sono fino a questo momento molto complessi, e non sono normalmente a disposizione delle radiologie e dei costruttori di sistemi protesici.

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