A Pisa asportato rene sinistro ed esteso trombo tumorale con tecniche minivasive
Per la prima volta al mondo, all’inizio di ottobre, è stato eseguito a Pisa con tecniche totalmente mininvasive un intervento di asportazione del rene sinistro accompagnato dalla rimozione di un esteso trombo tumorale che giungeva sino al cuore. Il paziente dopo nove giorni di degenza è stato dimesso, ed è in buone condizioni.
Sfortunatamente questo caso rientrava non solo nel 19% di quelli in cui il tumore al rene è accompagnato da una trombosi venosa, ma nell’1% in cui il trombo tumorale è così esteso. Difronte a situazioni così complesse finora, nella stragrande maggioranza dei casi, si era proceduto alla completa asportazione del rene e del trombo accedendo chirurgicamente all’addome e al torace con tecnica tradizionale. Ciò comporta in primo luogo un’elevata mortalità, e in ogni caso un elevato sanguinamento e un lungo decorso post-operatorio.
Come spiega Giorgio Pomara, direttore dell’unità operativa Urologia 2, che ha coordinato l’intervento, “considerata la complessità di ciò che avremmo dovuto affrontare, ci siamo chiesti se avremmo potuto ridurre i rischi per il paziente utilizzando le tecniche mininvasive che utilizziamo in altri casi. Pur non trovando precedenti nella letteratura scientifica, abbiamo deciso, assieme al paziente e ai tanti specialisti coinvolti, di percorrere la strada della mininvasività”.
Nelle dodici ore totali di procedure si sono alternati diversi specialisti e diverse equipe. Quella cardiochirurgica ha effettuato l’aspirazione endovascolare della trombosi cardiaca e cavale superiore sotto guida ecocardiografica transesofagea, grazie all’impiego di un sistema dedicato: AngioVac System. Ciò ha permesso all’equipe degli urologi e dei chirurghi generali di procedere prima all’asportazione del rene sinistro e successivamente del trombo cavale utilizzando la piattaforma robotica DaVinci Xi. Il buon esito della procedura è stato confermato sia in sala, nel corso dell’intervento, sia nelle fasi successive, dai controlli radiodiagnostici effettuati da Elena Bozzi e Laura Crocetti ed ecocardiografici eseguiti da Vincenzo Napoli.
Come tiene a sottolineare Giorgio Pomara, “un intervento come questo non sarebbe stato possibile senza l’altissima professionalità e assieme la totale disponibilità a lavorare assieme di tutti gli specialisti, gli infermieri e i tecnici coinvolti”. Oltre all’unità operativa Urologia 2, hanno partecipato: l’unità operativa Cardiochirurgia, la sezione dipartimentale Chirurgia generale e peritoneale, l’unità operativa Anestesia e rianimazione cardiotoracovascolare, l’equipe anestesiologica del Centro multidisciplinare di chirurgia robotica. Si sono inoltre alternate in sala operatoria tre equipe infermieristiche e una composta da tecnici di fisiopatologia.
L’esame istologico della massa tumorale è stato effettuato dall’unità operativa Anatomia patologica 2, mentre la complessa pianificazione dell’intervento è stata supervisionata dal Centro multidisciplinare di Chirurgia robotica, dall’Area Gestione operativa e dall’unità operativa Farmacia, che ha garantito la presenza dei necessari dispositivi medici ad alta complessità.