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Un nuovo reparto e tre apparecchiature all’avanguardia inaugurati dai vertici regionali. Alla presenza dell’assessore al Welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso e delle autorità locali, è stato tagliato il nastro alla struttura di Neurochirurgia, alla tac del Pronto Soccorso, alla ct pet della Medicina Nucleare e al macchinario per la brachiterapia dell’ospedale di Mantova. Un’ennesima testimonianza dello slancio di Asst, sempre più vicina ai suoi pazienti anche attraverso una tecnologia di ultima generazione e un’alta specialità attesa da anni.

“Con l’attivazione della Neurochirurgia – commenta il direttore generale Mara Azzi – abbiamo completato un percorso importantissimo, che ci consente di entrare nella rete dell’emergenza-urgenza. È un momento che si attendeva da molti anni. Stiamo proseguendo con la riqualificazione di questo ospedale, che significa portare a compimento cantieri rimasti fermi durante la pandemia e anche acquisire grandi apparecchiature a supporto delle specialità che fanno grande questa struttura e ci consentono di rispondere a tutti i bisogni della provincia. Sottolineo anche il lavoro di rete in corso con gli ospedali periferici e con il resto del territorio, in una logica di integrazione”.

Il direttore generale Welfare di Regione Lombardia Giovanni Pavesi si concentra su tre concetti-chiave: “Attrattività, senso di appartenenza ed equilibrio dei conti. Siamo attrattivi mettendo a disposizione tecnologia all’avanguardia e professionisti. In questo momento facciamo fatica ad arruolare il personale che serve, ma il nostro impegno è grande. Occorre anche, però, la condivisione sul territorio e sappiamo che a Mantova esiste, che la realtà dell’ospedale è fortemente sentita. Riusciamo a garantire il tutto, restando in equilibrio con i conti, la Lombardia è l’unica regione italiana che sta assicurando questa condizione”.

Il sindaco di Mantova Mattia Palazzi conferma la vicinanza delle istituzioni ad Asst Mantova e chiede la massima attenzione a una provincia di confine, a “un’azienda circondata da centri forti, che quindi deve fare uno sforzo particolare per mantenersi attrattiva”. Anche il presidente della Provincia di Mantova Carlo Bottani parla di “territorio compatto e coeso attorno al proprio ospedale”.

L’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso ringrazia, unendosi agli altri protagonisti della giornata, gli operatori di ogni ordine e grado, ciascuno fondamentale nel proprio ruolo, con un pensiero particolare agli infermieri, di cui oggi si celebra la giornata internazionale: “Non vogliamo rendere omaggio al personale solo a parole. Stiamo cercando di offrire un’azione tangibile, trovando una strada per attribuire ai professionisti un riconoscimento economico. Lo abbiamo già fatto, nei limiti delle nostre possibilità, per gli operatori del Pronto Soccorso e per chi si occupa di ridurre le liste di attesa. Ma occorre andare oltre questo primo segnale. Si deve fare di più. Abbiamo quindi proposto una serie di emendamenti per incentivare il nostro personale, che probabilmente entreranno se non in questo decreto-legge nel prossimo”.

La nuova struttura complessa, guidata da Fabio Moscolo, ha iniziato la sua attività lo scorso 17 aprile, dopo anni di attesa. Si tratta dell’ultimo tassello per raggiungere l’obiettivo del Dea di secondo livello. Un risultato molto importante per Asst Mantova e per l’intera comunità locale, che potrà contare su una risposta qualificata alla domanda di salute anche in questa disciplina.

L’équipe attuale è composta da 5 neurochirurghi. La degenza è collocata al 2º piano del blocco A, dove si trova anche il reparto di Neurologia; inizialmente sono stati attivati 5 posti letto e nel mese di maggio la dotazione di posti letto sarà progressivamente aumentata a 10, numero massimo previsto dall’accreditamento.

L’attività neurochirurgica elettiva viene svolta nel blocco operatorio del presidio ospedaliero di Mantova ed è organizzata su sedute da 12 ore ciascuna con frequenza di 2 volte a settimana.

In Medicina Nucleare è stata sostituita la pet tc installata da più di 10 anni con una nuova apparecchiatura che consente di valutare le indagini diagnostiche con un elevatissimo livello di precisione. Si tratta di un sistema diagnostico completamente digitale, che offrirà diversi vantaggi: esami più veloci e immagini di migliore qualità, possibilità di ridurre in modo significativo l’esposizione del paziente alle radiazioni.

Il sistema digitale è in grado di massimizzare l’efficienza e la risoluzione consentendo di quantificare in modo più accurato le eventuali lesioni e comprendere con maggiore sicurezza la progressione della malattia. La diagnostica inoltre consente una significativa riduzione dei tempi di esame.

La ct pet è innovativa nell’ambito della diagnostica per immagini. L’acronimo pet sta per tomografia a emissione di positroni. Gli studi vengono eseguiti mediante macchine ibride cioè tomografi nei quali il sistema di rilevazione pet viene combinato con una ct. La ct installata congiuntamente alla pet è in grado di eseguire contemporaneamente 64 sezioni corporee per ogni rotazione. L’introduzione dei tomografi ibridi ha consentito un notevole incremento dell’accuratezza, perché migliora la valutazione e l’interpretazione delle immagini del corpo e degli organi.

I tomografi ibridi forniscono un’unica immagine in cui sono presenti, insieme, le informazioni anatomiche e le informazioni funzionali delle aree del corpo analizzate fornite dall’indagine pet.

Le scansioni pet sono in grado di rilevare alterazioni del metabolismo che spesso precedono l’alterazione anatomica, attraverso l’uso di marcatori molecolari che vengono assorbiti in modo diverso a seconda del tessuto interessato.

L’impegno economico totale supera i 2 milioni di euro: più di 1.877.000 per la diagnostica, finanziato da Regione Lombardia, i restanti destinati all’intervento strutturale. La ct pec verrà utilizzata principalmente per esami oncologici, ma anche per quelli neurologici e per indagini sulle patologie infiammatorie. Grazie alle sue potenzialità, in futuro potrà essere impiegata inoltre nelle valutazioni delle malattie neuro-degenerative, come l’Alzheimer, con la possibilità di predirne il rischio evolutivo.

Attualmente si eseguono circa 2.200 prestazioni all’anno, ma l’obiettivo è quello di garantire una maggiore offerta e raggiungere quota 2.800, compatibilmente con l’incremento del personale richiesto per questa operazione.

La nuova Tc installata al Pronto Soccorso di Mantova è un sistema a 128 strati. Permette cioè di ottenere 128 sezioni corporee in un’unica rotazione. Il sistema consente inoltre di effettuare sempre la migliore scansione possibile per ogni tipo di paziente, indipendentemente dalle esigenze e difficoltà cliniche, con una riduzione della dose radiante. La nuova tac è una diagnostica estremamente versatile e multidisciplinare. Grazie alla sua velocità di acquisizione è idonea alla valutazione del politrauma e delle emergenze emorragiche con studi vascolari, alla valutazione dell’ictus cerebrale con studio di perfusione, nonché all’imaging pediatrico.

Grazie alla presenza di particolari telecamere, l’ambiente viene umanizzato perché è possibile variare la luce colorata della telecamera dal rosa, verde, giallo, azzurro. La telecamera integrata nella tac contribuisce a fornire un’assistenza migliore, consentendo all’operatore di tenere sempre sotto controllo il paziente rilevando anche movimenti minimi. L’illuminazione soffusa e il countdown digitale a video favoriscono il benessere del paziente e lo aiutano a seguire i tempi di apnea necessari per alcuni esami.

La sala tac è stata inoltre riprogettata in modo da permettere un accesso più agevole ai pazienti barellati, in regime di urgenza, dove il tempo di gestione dell’esame è fondamentale. Al Pronto Soccorso di Mantova la diagnostica tac esegue circa 12.000 prestazione annue. Il costo del macchinario è di oltre 299mila euro.

La brachiterapia è una tecnica di radioterapia peculiare e specialistica praticata in Radioterapia. Si basa sull’impiego di sorgenti radioattive sigillate che, tramite opportuni applicatori, vengono collocate nella stretta vicinanza della lesione, concentrando un’elevata dose di radiazioni in un piccolo volume.

Le sorgenti radioattive possono essere introdotte all’interno di cavità anatomiche naturali, in particolare per la cura delle neoplasie della cervice uterina e dell’endometrio, ma anche di altre sedi quali trachea, bronchi, esofago e retto. Possono essere poste all’interno del tumore per la cura delle neoplasie prostatiche o sulla superficie corporea in caso di neoplasie cutanee. Questa modalità terapeutica, che può essere radicale, adiuvante o sintomatica, è utilizzata in modalità esclusiva o integrata con la chirurgia o la radioterapia esterna. Nel reparto di Radioterapia del Carlo Poma è stato sostituito il vecchio apparecchio con un proiettore after-loader di nuova generazione. Il nuovo apparecchio consente un approccio più accurato e sensibile al trattamento. Il sistema di calcolo attraverso una pianificazione dedicata con utilizzo di immagini TC/RMN permette di valutare con estrema precisione la dose erogata al tessuto neoplastico, conservando il più possibile il tessuto sano limitrofo. Il costo dell’apparecchio è di 135.000 euro.