Print Friendly, PDF & Email

E’ la terza neoplasia più diagnosticata in Italia, la seconda nella popolazione maschile, eppure secondo una rilevazione EMG per AstraZeneca il 67% degli italiani dichiara di conoscere poco o nulla il tumore al polmone, e circa 9 italiani su 10 tra gli intervistati ritengono sia importante fare campagne di informazione, rivolte a tutta la popolazione. 

Proprio per identificare e colmare i gap presenti nel percorso di diagnosi e cura del paziente con tumore al polmone è nato, nel giugno scorso, “Breathink – al tumore del polmone ci pensiamo insieme”, progetto di open innovation promosso da AstraZeneca, da anni fortemente impegnata nell’area. Partendo dall’ascolto di tutti gli interlocutori coinvolti nell’iter diagnostico-terapeutico, si è lavorato per raccogliere idee e stimoli esterni con l’obiettivo di generare soluzioni innovative che possano realmente supportare clinici, pazienti e caregiver nell’affrontare al meglio la malattia.

Dopo due fasi di ascolto e confronto, che hanno coinvolto in 4 mesi un ampio panel composto da professionisti del settore sanitario e Associazioni di Pazienti, il progetto è giunto nella sua fase finale e sono state individuati i 5 gap e le conseguenti sfide da affrontare per migliorare il percorso di diagnosi e cura del paziente con neoplasia polmonare:

  1. Una generale DISINFORMAZIONE sullo stato della malattia, dei trattamenti e del percorso di cura, anche legato alle difficoltà di comunicazione tra pazienti, specialisti e associazioni pazienti;
  2. Una DISOMOGENEITÀ NELLA GESTIONE DELL’ITER DIAGNOSTICO e nello scambio di informazioni all’intero del team multidisciplinare che frena il tempestivo accesso del paziente alla terapia più efficace per la propria tipologia di tumore;
  3. La necessità di integrare l’utilizzo dei Patient Reported Outcomes – GLI ESITI RIFERITI DAL PAZIENTE rispetto al proprio stato di salute – nella pratica clinica, tenendo conto dei vincoli strutturali ed economici delle diverse realtà ospedaliere;
  4. La necessità da parte del paziente di ESSERE INFORMATO, RASSICURATO E TEMPESTIVAMENTE SUPPORTATO nella prevenzione, nel riconoscimento e nella gestione degli eventi avversi, con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita, la motivazione e l’aderenza terapeutica. Un dato confermato dal 73% degli intervistati dell’indagine EMG, che sottolinea l’importanza del monitoraggio costante e la vicinanza dei medici per un miglior percorso di cura;
  5. La presenza di una FIGURA DI RIFERIMENTO, che fornisca un supporto costante lungo tutto il percorso di cura e con cui costruire un rapporto di fiducia – esigenza sottolineata anche dal 94% degli intervistati EMG che reputano importante il contatto con il medico di riferimento, quale per esempio l’oncologo, per una corretta gestione della malattia.

“Negli ultimi anni si sono registrati progressi significativi nella lotta contro il tumore del polmone: dalle tecniche di diagnosi fino alle prospettive di cura. Si tratta di uno scenario completamente nuovo per il paziente che oggi può contare su un aumento della prospettiva di vita e, contestualmente, emerge la necessità di analizzare e comprendere bisogni del tutto nuovi, sia del paziente che del caregiver” – racconta la Prof.ssa Silvia Novello, Presidente di WALCE Onlus. “Per questo riteniamo che progetti come questo siano di altissimo valore; sia perché mettono al tavolo tutte le figure coinvolte nel percorso di cura sia perché  partono dall’ascolto delle necessità, per generare insieme soluzioni condivise”.

Su questi punti aperti il 10 e l’11 novembre al Milano LUISS Hub professionisti del settore sanitario al fianco di start-up, accademici ed esperti di innovazione si confronteranno su tavoli di lavoro  multidisciplinari nell’ultima fase di “Breathink” dedicata alla creazione. Obiettivo: ideare e selezionare il progetto più innovativo, efficace e vicino ai bisogni degli stakeholder coinvolti, che AstraZeneca poi si impegnerà a realizzare.

“Assicurare l’accesso a percorsi di diagnosi precoce e garantire, al contempo, un percorso terapeutico adeguato ai pazienti con tumore al polmone. Questo è il nostro obiettivo e vogliamo lavorare con tutti gli attori del sistema guardando avanti, al futuro delle cure, per rendere l’innovazione sempre più reale e quindi accessibile ai pazienti”, ha detto Francesca Patarnello, Vice President Market Access & Government Affairs AstraZeneca. “Essere protagonisti di un cambiamento rivoluzionario in oncologia significa anche raccogliere le sfide che vedono impegnati i pazienti con tumore al polmone, i caregiver e gli oncologi, facendoci promotori di progetti come “Breathink” al fine di trovare insieme soluzioni che possano migliorare il percorso diagnostico-terapeutico”.

La neoplasia polmonare è uno dei tumori più diffusi e dalla prognosi peggiore. Complice la difficoltà di diagnosticare la malattia in stadio iniziale, la maggior parte dei pazienti viene individuata quando il tumore è allo stadio avanzato e, di conseguenza, per questi pazienti la prognosi è particolarmente infausta.

In termine di numeriche, in Italia sono stati stimati: circa 41.000 nuovi casi di tumore del polmone, la seconda neoplasia più frequente negli uomini e la terza nelle donne; circa 34.000 decessi per tumore del polmone, 23.400 negli uomini e 10.000 nelle donne. Il tumore del polmone rappresenta la prima causa di morte per cancro negli uomini e la seconda nelle donne.

La sopravvivenza a 5 anni dei pazienti con tumore del polmone è ancora oggi limitata e influenzata negativamente dalla grande proporzione di pazienti che ricevono una diagnosi di malattia in stadio avanzato. Si stima che la sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi sia pari al 16% negli uomini e al 23% nelle donne.