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Fa parte di quei farmaci dal nome impossibile da pronunciare, ma non è mai stato pronunciato come in questa emergenza Covid-19. E’ il Tocilizumab, un anticorpo monoclonale, quindi un farmaco frutto della biotecnologia, impiegato dal 2017 per patologie autoimmuni come l’artrite reumatoide e oggi utilizzato anche per i pazienti affetti da polmonite da CoVid-19. Essendo un immunosoppressore, il Tocilizumab va a spegnere l’abnorme risposta immunitaria dell’organismo in presenza del virus, causa dell’infiammazione ai polmoni.

Per testare l’efficacia e la sicurezza di questo farmaco nei pazienti affetti da polmonite da Covid-19 è in corso uno studio clinico multicentrico, promosso dall’Istituto Nazionale Tumori di Napoli, a cui partecipa anche l’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria. Lo studio è ormai nelle fasi conclusive di analisi dei dati raccolti. L’ospedale di Negrar ha contribuito con una casistica di 28 pazienti. Su questi pazienti il farmaco ha dato risultati incoraggianti, ma sarà necessario attendere l’analisi dei dati del trial multicentrico per avere una risposta scientificamente attendibile sull’efficacia dei Tocilizumab.

Attualmente risulta invece in corso al “Sacro Cuore Don Calabria” un’altra sperimentazione clinica sempre sul Tocilizumab che coinvolge più strutture ospedaliere italiane, promossa questa volta dall’IRCCS Azienda Unità Sanitaria Locale di Reggio Emilia. L’obiettivo di questo secondo studio è valutare se la terapia precoce con questo farmaco sia in grado di ridurre il numero di pazienti con polmonite da nuovo Coronavirus che richiedono la ventilazione meccanica in terapia intensiva. Lo studio, di recente approvazione, è stato avviato da pochi giorni con l’inserimento del primo paziente.

Entrambi gli studi vengono effettuati dal Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali con il supporto dell’Unità per la Ricerca Clinica dell’ospedale.

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