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Quando gli ospedali restano indietro rispetto agli smartphone: come si può stimolare l’innovazione nel settore sanitario

Quando si parla di innovazione in ambito sanitario, si pensa spesso a robotica, diagnostica basata sull’intelligenza artificiale o medicina personalizzata alimentata dai dati. Tuttavia, in molte aree dell’Europa centrale, orientale e meridionale, la realtà è spesso ancora arretrata: molti ospedali operano ancora con sistemi obsoleti e hanno scarsa capacità di adottare anche solo gli strumenti digitali già esistenti.

Questo contrasto è stato forse riassunto nel modo più efficace da FilipaFixe, Direttrice di KPMG Healthcare in Portogallo, che ha osservato: Attualmente abbiamo più potenza nei nostri smartphone che negli ospedali. Questo evidenzia l’enorme potenziale della tecnologia moderna di rivoluzionare la sanità, se sapremo sfruttarla in modo efficace.”

Questa riflessione è stata una delle lezioni più significative emerse dai Morning Health Talks dello scorso anno, una serie di eventi organizzati da EIT Health InnoStars in diversi Paesi dell’Europa centrale, orientale e meridionale, Italia inclusa. Durante l’edizione 2024, professionisti della sanità, start-up, ricercatori, autorità pubbliche e investitori si sono riuniti per discutere sull’evidenza che l’innovazione, in queste regioni in via di sviluppo, spesso si blocca – e su cosa si può e deve fare per superare gli ostacoli al processo di trasformazione digitale.

Nonostante l’entusiasmo che circonda l’innovazione, i Morning Health Talks hanno messo in luce diversi ostacoli persistenti e interconnessi. Con l’avvicinarsi dell’edizione 2025, le lezioni apprese lo scorso anno rappresentano un vero e proprio invito all’azione.

Una delle sfide più frequentemente citate è la semplice assenza di infrastrutture digitali di base negli ospedali e nelle cliniche. Le strutture sanitarie fanno spesso del loro meglio con risorse limitate, ma senza sistemi IT aggiornati non c’è spazio per integrare nuove tecnologie — figuriamoci collaborare con start-up che sviluppano strumenti avanzati come la diagnostica basata su IA o la gestione digitale del paziente.

Sebbene molti Paesi dispongano di sistemi digitali centralizzati, i dati risultano frammentati, non standardizzati e bloccati da processi burocratici. Le start-up e i ricercatori spesso faticano a capire quali dati esistono, chi ne è il proprietario e come ottenerne l’accesso. Questo crea una situazione in cui le innovazioni non sono bloccate dalla mancanza di idee, ma dall’impossibilità di lavorare con dati reali. Come ha spiegato Joana Carrilho dell’Università di Porto: “Le soluzioni tecnologiche devono basarsi su sfide reali ed essere user-friendly per favorire l’adozione. Questo assicura che le innovazioni abbiamo un risvolto pratico e ampiamente accettate dagli utenti.”

In tutta l’aerea del sud ed est Europa, molti sistemi sanitari operano ancora secondo normative superate, non pensate per un’epoca digitale o guidata dall’innovazione. Le nuove tecnologie – dalla diagnostica basata su IA al monitoraggio remoto – spesso rientrano in zone grigie dal punto di vista legale. E nei Paesi in cui i governi cambiano frequentemente, è difficile portare avanti riforme significative.

Le istituzioni sanitarie spesso resistono al cambiamento. Inoltre, tra i decisori politici manca consapevolezza su quanto le soluzioni di sanità digitale stiano diventando essenziali. Gli innovatori possono contribuire a cambiare questa visione promuovendo messaggi più positivi. Come ha osservato Ana Correia de Barros del Fraunhofer Portugal: “E se vedessimo l’open innovation non solo come qualcosa di nuovo o rivoluzionario, ma anche come uno strumento per riparare ciò che non funziona?”

L’innovazione non riguarda solo la tecnologia, ma anche le persone. Eppure, i pazienti – che sono gli utenti finali – sono spesso esclusi dalle fasi di test o co-progettazione delle soluzioni. Come ha sottolineato la Dott.ssa Suja Somanadhan dell’University College Dublin: “I pazienti devono essere al centro di tutte le iniziative sanitarie. Le loro esperienze e i loro bisogni devono guidare l’innovazione.”

Nonostante le numerose sfide, i Morning Health Talks hanno anche messo in luce esempi concreti di progresso che altri Paesi possono prendere come riferimento all’interno dei Paesi del programma Regional Innovation Scheme, di EIT, Italia inclusa.

In Portogallo, la città di Porto ha sviluppato un ecosistema di innovazione basato sui servizi, guidato direttamente dal Comune. Invece di finanziare le start-up in modo diretto, la città le sostiene attraverso incubatori esistenti, organizza eventi “first buyer” in cui le istituzioni pubbliche possono testare nuove soluzioni e coinvolge attivamente i cittadini nell’identificazione dei bisogni insoddisfatti in ambito sanitario. Integrando i cittadini nel ciclo dell’innovazione, Porto ha dato vita a un ecosistema di oltre 800 start-up e scale-up, diventando un punto di riferimento nazionale per la ricerca e sviluppo nel settore della salute.

In Lituania, la State Data Agency ha adottato un approccio unico per facilitare la condivisione dei dati sanitari a fini di innovazione e ricerca. Dal 2022, l’agenzia gestisce le richieste di accesso ai dati da parte di start-up e ricercatori, aiuta a chiarire le esigenze informative e si occupa dell’anonimizzazione dei dati sensibili. Questo modello centralizzato accelera l’accesso ai dati sanitari e garantisce la conformità legale, rappresentando un esempio virtuoso per altri Paesi della regione EIT RIS.

In altre aree della Lituania, il progetto datapilot.lt, lanciato nel 2023 dall’EIT Health Hub di Kaunas, sta sperimentando soluzioni pratiche per la condivisione dei dati sanitari, mettendo in rete start-up, ospedali, esperti legali e autorità nazionali per i dati. Il progetto aiuta le start-up selezionate a orientarsi tra le sfide dell’accesso ai dati garantendo al contempo il rispetto delle normative, con l’obiettivo di sviluppare un modello replicabile per una condivisione dei dati più fluida.

Con l’avvicinarsi dell’edizione 2025 dei Morning Health Talks – EIT Health, il messaggio è chiaro: la collaborazione non è un lusso, è una necessità.

“L’innovazione in ambito sanitario è troppo complessa, trasversale e urgente per essere affrontata in modo isolato. Nessun ospedale, start-up, ministero o istituto di ricerca può risolvere da solo le sfide sanitarie di una nazione” – ha dichiarato Monika Toth, Direttrice del programma EIT Health InnoStars RIS. “Dall’integrazione dei sistemi di dati frammentati all’aggiornamento delle normative, fino al coinvolgimento reale dei pazienti nei processi di innovazione, il progresso avviene solo quando l’intero ecosistema lavora insieme. I Morning Health Talks facilitano tutto questo: non sono solo un evento, ma un vero e proprio meccanismo di allineamento tra attori che altrimenti non si sarebbero mai incontrati.”

Il primo evento EIT Morning Health Talks in Italia si terrà il 16 aprile 2025, ore 9.30, a Trieste e sarà promosso dal Polo Tecnologico Alto Adriatico – Cluster Scienze della Vita del Friuli Venezia Giulia, partner EIT Health InnoStars. Il MHT sarà dedicato alla discussione di “The Role of Data in Life Sciences Research: Insights and Perspectives”, con l’obiettivo di esplorare le opportunità e le sfide legate all’uso secondario dei dati e un focus specifico su European Health Data Space.

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