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Si è concluso con un pieno successo il primo impianto in Italia in una struttura pubblica di un nuovo tipo di valvola cardiaca che risparmia ai pazienti gli anticoagulanti e quindi li restituisce a una vita normale. Il paziente operato a Potenza è di Giugliano
L’intervento, effettuato in ministernale, è durato circa due ore. Del nutrito team hanno fatto parte il primario di Cardiochirurgia: Giampaolo Luzi, i cardiochirurgi Mario Miele e Filippo Prestipino, il primario di cardioanestesia Giuseppe Pittella, il cardioecografista Fabio Costantino, la caposala Enza Vomero.
Il paziente, 44 anni, di Giugliano della Campania, ha avuto una sincope per una calcificazione della valvola aortica il 25 aprile mentre giocava con il figlioletto. L’aspetto interessante è che aveva un’intensa attività sportiva senza mai aver avuto sintomi di problemi cardiaci: 8-9 km al giorno di corsa, 3 sedute settimanali di walking in palestra
La Edwards INSPIRIS Resilia è la prima di una nuova generazione di valvole cardiache biologiche, oggi diventata disponibile per l’uso clinico dopo 12 anni di ricerche e di studi clinici condotti nel rigoroso rispetto dei criteri imposti dai maggiori Enti internazionali per la tutela della sicurezza e della salute dei pazienti, e realizzata sulla base dell’esperienza maturata in questo campo, dal 1960 ad oggi, dall’azienda produttrice.
Le valvole biologiche, costruite con tessuto animale, non richiedono come le valvole meccaniche che i pazienti assumano quotidianamente farmaci anticoagulanti, contribuendo così al miglioramento della qualità di vita, ma hanno una durata limitata a causa di processi di calcificazione, e devono essere sostituite: per questa ragione, fino ad oggi, non sono state considerate la prima scelta per i pazienti più giovani.
Il primo impianto in Europa è stato effettuato un anno fa, in Inghilterra. Quello odierno è il primo in una struttura pubblica italiana
L’innovativa e rivoluzionaria tecnologia utilizzata per produrre il tessuto Resilia, con cui è costruita questa valvola, la rende resistente ai processi di calcificazione, essendo basata sulla precisa identificazione delle principali sedi di legame del calcio e sulla loro definitiva neutralizzazione; un trattamento finale, chiamato glicerolizzazione, la preserva poi in modo ottimale fino al momento dell’impianto.
Inoltre, se a distanza dall’impianto si dovesse presentare la necessità di trattare nuovamente il paziente, la valvola incorpora una seconda tecnologia rivoluzionaria, chiamata VFit, che la predispone ad accogliere in maniera ottimale una seconda protesi inserendone una nuova all’interno dell’altra, senza effettuare un nuovo intervento chirurgico.