Print Friendly, PDF & Email

C’è il robot Evo che passa continuamente durante il giorno nei corridoi per smistare i vari campioni biologici per gli esami di routine dalla piattaforma dell’accettazione alla preanalitica dipartimentale, ai vari laboratori specialistici e ormai è diventato un “collega” di lavoro. Ma non è l’unica novità della Piastra diagnostica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana la cui riorganizzazione sta andando a regime con l’attivazione recente di tutta l’area di Biochimica e Patologia clinica e della posta pneumatica dei campioni delle urgenze che, presto, arriveranno qui non solo dal Pronto soccorso e dall’Edificio 30 ma da tutto il resto dell’ospedale anche per l’attività.

Il centro ad elevata automazione e tecnologia dell’Edificio 200, i cui primi blocchi furono realizzati nel 2012 e popolati dapprima dalla Direzione aziendale insieme alla Direzione medica di presidio e alla Direzione del Dipartimento delle Professioni infermieristiche, è in attesa del trasferimento delle varie diagnostiche di laboratorio.
Poi gradualmente sono state centralizzate le attività comuni delle Anatomie patologiche, le due Microbiologie e la Virologia e ora sono operative le nuovissime macchine del Laboratorio di Analisi chimico-cliniche.
Presto arriveranno all’Edificio 200 anche la Genetica, la Farmacologia e la Tossicologia. Fino a quando – una volta trasferiti altrove gli uffici della Direzione aziendale, medica e infermieristica – la Piastra diagnostica ospiterà solamente laboratori ad altissima tecnologia.
La riorganizzazione e razionalizzazione di questo settore nevralgico dell’ospedale è partita nel 2007 con l’istituzione di una commissione mista Aoup-Università che doveva eliminare il frazionamento e la ridondanza delle attività analitiche in troppi laboratori su due presidi ospedalieri ed evitare la dispersione delle risorse tecnologiche con il rischio di sottoutilizzo. Bisognava in sostanza ottimizzare le risorse professionali, uniformare i processi informatici ed efficientare tutto il sistema.
Una rivoluzione imponente per un ospedale ad alta vocazione chirurgica in cui le attività laboratoristiche assistenziali sono il cardine di tutta l’elevata specializzazione. Oggi infatti la Medicina di laboratorio è il fulcro della diagnostica clinica, dei percorsi assistenziali multidisciplinari e della medicina personalizzata. Il know-how è elevatissimo, con innovazioni tecnologiche continue. E il Dipartimento di Medicina di laboratorio dell’Aoup ha dimostrato di essere al passo con i tempi avendo ottenuto nel 2020 anche la certificazione di qualità ISO 9001. Un attestato che significa conformità dei processi coinvolti nella certificazione e che si traduce in integrazione ottimale fra ricerca e assistenza, capacità di associare indagini prognostiche e predittive a scelte terapeutiche mirate e personalizzate. In una parola: un modello organizzativo costruito intorno al paziente.
Questo modello ha improntato la “rivoluzione” dei laboratori, riorganizzati per tipologia di indagine.
Si è deciso quindi di suddividerli in 6 grandi aree, omogenee per tipologia di tecnologia, dislocate il più possibile in un’unica sede: Anatomia patologica, Biochimica e Patologia clinica, Genetica, Microbiologia e Virologia, Medicina trasfusionale e dei trapianti, Farmacologia e Tossicologia.
Fra gli obiettivi prefissati, oltre al miglioramento della qualità percepita e dell’ambiente lavorativo, soprattutto l’ottimizzazione delle risorse disponibili, lo svecchiamento dei macchinari, la riduzione dei tempi di refertazione e l’aumento dei volumi di attività.
Questa razionalizzazione consentirà anche di valorizzare le competenze di tutti i livelli professionali coinvolti, di ottenere un’economia di scala, l’aumento delle competenze e dell’esperienza, la soddisfazione dei requisiti per l’accreditamento e la certificazione, la realizzazione di progetti di ricerca grazie a tecnologie avanzate con risparmio di tempo e di risorse e continuità del servizio h24 per il maggior numero possibile di esami.

All’inaugurazione della nuova area di automazione della diagnostica è intervenuto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani che ha sottolineato come “in questi anni, in sinergia con l’Università, stiamo dando risposta concreta alla scelta strategica di realizzare a Cisanello un polo ospedaliero all’avanguardia per ricerca, innovazione e strumentazione tecnologica non solo per l’area pisana ma per tutta la costa toscana, rispondendo a quella economia di scala applicata alla sanità che, nella visione strategica del nostro Paese, assume sempre più un signifcato e un ruolo”. Il presidente ha poi fatto riferimento alla sesta parte del documento del Recovery Fund approvato ieri dal Consiglio dei ministri, dedicato alla missione salute rilevando che “vi sono le potenzialità di una visione del futuro in cui la salute e la sanità siano sempre di più al centro degli investimenti pubblici, come ho suggerito anche io nel mio appello. Sento tanti ragionamenti sul post-pandemia e sul fatto che bisognerà rivedere il mondo con occhi diversi. Ma io ritengo – ha concluso – che ci voglia concretezza e che, quindi, anche le risorse pubbliche per dotarci di un sistema di sanità pubblica sempre più efficiente e in grado di affrontare le sfide dei nuovi tempi, saranno elemento fondante del nostro welfare e della nostra scelta valoriale di comunità e di investimenti, dai livelli nazionali ai livelli regionali. Dobbiamo andare in questa direzione e l’inaugurazione di oggi lo conferma per cui, in questa giornata di primavera, ritengo che si possa guardare con ottimismo al futuro”.

Fra le autorità presenti all’inaugurazione, insieme alla Direzione aziendale e allo staff del Dipartimento di Medicina di laboratorio e di Area tecnica, anche il rettore dell’Università di Pisa Paolo Mancarella e l’assessore alle politiche socio-sanitarie nonché presidente della Società della salute Gianna Gambaccini.