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Una sfida globale: trovare nuove cure per la depressione, che colpisce circa 280 milioni di persone nel mondo. L’Ateneo di Trento e l’Università di Bologna lavoreranno in squadra con quattro partner industriali come Biogen Inc, Janssen Pharmaceutica NV and Merck Sharp and Dohme Corp. Il progetto contribuirà a definire un nuovo approccio farmacologico per il trattamento della depressione.
L’annuncio ufficiale è arrivato ieri. Per il Psychiatry Consortium di Medicines Discovery Catapult – si legge in una nota stampa – si tratta della prima collaborazione guidata da un’istituzione europea come l’Università di Trento, che avrà il ruolo di gestione e coordinamento del lavoro. Al fianco di UniTrento ci sarà l’Università di Bologna.
È evidente che occorrono nuove terapie per la cura della depressione, poiché quelle disponibili non sono efficaci per molti pazienti e possono avere effetti collaterali debilitanti. Secondo i dati dell’OMS, circa 280 milioni di persone nel mondo soffrono di depressione, un numero che rende la malattia una delle più diffuse a livello globale.
Il progetto contribuirà a promuovere lo sviluppo di medicinali per combattere la depressione attraverso lo studio delle cause della malattia: nuovi farmaci che potrebbero migliorare la qualità della vita di milioni di persone.
I partner accademici e industriali del progetto, il cui lancio è previsto per febbraio 2022, uniranno le forze e le competenze per esaminare il ruolo di uno dei più importanti geni di rischio. Ci si baserà su una combinazione di genomica umana, fisiologia cellulare e studi neurocomportamentali per comprendere le conseguenze molecolari, cellulari, funzionali e comportamentali della modulazione di NEGR1 e il suo ruolo nella depressione.
Il Psychiatry Consortium, una collaborazione da quattro milioni di sterline che coinvolge sette aziende farmaceutiche globali e due organizzazioni per la promozione della ricerca medica, creato e gestito da Medicines Discovery Catapult, finanzia progetti di alto valore per lo sviluppo di nuovi farmaci in questo settore con forti esigenze mediche insoddisfatte. Lo scopo è catturare l’ampia conoscenza scientifica dei partner accademici e la lunga esperienza nello sviluppo farmacologico dei partner del consorzio per trasformare promettenti attività di ricerca in progetti di “drug discovery”.
Enrico Domenici (nella foto), professore del Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata – dell’Università di Trento e Lead Investigator dello studio, ha dichiarato: «La genomica psichiatrica ha compiuto enormi passi avanti nell’individuazione dei principali fattori di rischio di molte malattie, ed è venuto il momento di impegnarsi concretamente per trasformare l’evidenza scientifica prodotta finora in opportunità di sviluppo farmacologico. La depressione rappresenta oggi un’esigenza medica non ancora soddisfatta, e medici e pazienti hanno bisogno di nuove opzioni per curare questa malattia partendo da una comprensione più ampia della sua eziologia». L’Università di Trento vede coinvolto nel progetto anche Giovanni Piccoli, professore dello stesso Dipartimento.
Lucia Carboni, ricercatrice al Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna, ha aggiunto: «Questa collaborazione riunisce attori fondamentali del settore in un progetto stimolante e ambizioso. Il nostro auspicio è che questo sforzo congiunto conduca alla scoperta di nuovi antidepressivi basati su un meccanismo completamente nuovo, che potrebbe rivoluzionare il modo in cui la depressione verrà curata in futuro». Con lei al lavoro sul progetto c’è anche Roberto Rimondini Giorgini, professore al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Alma Mater.
Jessica Lee, a capo dei partenariati incentrati sui pazienti, ha affermato: «Il Psychiatry Consortim di MDC ha riunito un gruppo internazionale di partner con l’unico obiettivo di migliorare la qualità della vita dei pazienti. Il Psychiatry Consortium consente all’industria farmaceutica e al mondo accademico di condividere conoscenze ed esperienze per un obiettivo comune: promuovere una ricerca globale d’avanguardia che si possa tradurre in prodotti commerciali a vantaggio della società. Il Psychiatry Consortium è stato istituito esattamente per questo tipo di collaborazione internazionale».