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Indagare i meccanismi molecolari alla base delle sindromi mielodisplastiche per individuare il corretto approccio terapeutico e definire la prognosi delle forme in cui tali sindromi possono evolvere. E’ l’obiettivo del Laboratorio di ricerca sulle sindromi mielodisplastiche dell’Università di Firenze, realizzato presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi. Le attività di ricerca del laboratorio avranno un diretto risvolto clinico, grazie all’integrazione con l’Unità Sindromi mielodisplastiche dell’AOU Careggi, diretta dalla stessa Santini.
“Le sindromi mielodisplastiche sono patologie relativamente frequenti che interessano soprattutto le persone sopra i 65 anni e che si manifestano con grave anemia, ma anche carenza di piastrine e di globuli bianchi – spiega Valeria Santini, docente Unifi di Malattie del Sangue – . Queste sindromi hanno una tendenza particolare a evolvere in leucemie acute e a cambiare le manifestazioni cliniche nel corso del tempo, per cui occorre di volta in volta modificare l’approccio terapeutico”.
Il team del laboratorio – che può contare su l’esperienza di studio Unifi, documentata nell’ultimo biennio da 32 lavori pubblicati su riviste scientifiche internazionali, e su collaborazioni con gruppi di ricerca europei e statunitensi – si occuperà di chiarire i meccanismi alla base della grande eterogeneità clinica e molecolare di queste malattie, di approfondire quelli di resistenza di alcuni dei farmaci comunemente usati e di definire la prognosi di forme particolari delle sindromi mielodisplastiche.

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