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Un’azienda innovativa, all’avanguardia nella ricerca e sviluppo di farmaci che possano fare la differenza per i pazienti. Questa è Galapagos, biotech nata in Belgio, ma che parla sempre più italiano. Nel 2020 ha infatti aperto una sede a Milano, dove lavorano già quasi una decina di dipendenti ed entro il 2021 diventeranno oltre 50. Non solo, Galapagos è attiva in Italia con numerosi studi clinici condotti in collaborazione con università e centri di ricerca. L’azienda ha inoltre stretto partnership con alcune aziende italiane per la produzione di farmaci.

“Siamo molto orgogliosi di poter annunciare l’apertura della nostra sede italiana”, dichiara Onno van de Stolpe, CEO di Galapagos. “Per noi l’Italia significa eccellenza scientifica e produttiva e vogliamo contribuire al miglioramento della qualità di vita dei pazienti italiani offrendo loro nuove possibilità di cura il più rapidamente possibile. Grazie al nostro approccio traslazionale alla ricerca, infatti, possiamo mettere a disposizione della comunità soluzioni innovative e allo stesso tempo sostenibili per il Sistema”.

La presentazione della nuova sede italiana è avvenuta durante il convegno “Galapagos parla italiano: la ricerca biotech di avanguardia sviluppa innovazione in Italia” organizzato presso la Residenza dell’Ambasciatore del Belgio. “Come Ambasciatore del Belgio in Italia questo appuntamento ha rappresentato per me un’occasione speciale per ribadire la collaborazione tra l’Italia e il Belgio” – dichiara S.E. Frank Carruet, Ambasciatore del Belgio in Italia. “È importante sapere che in Italia esistono e continuano ad arrivare realtà come quella di Galapagos che non solo investe sul territorio nazionale, ma vuole anche lasciare un segno e vuole farlo in nome e per conto della scienza.”

L’approccio alla ricerca di Galapagos è unico nel suo genere: grazie a una piattaforma di ricerca proprietaria, che lavora sulle cellule umane, vengono individuate le proteine – i “bersagli” – che svolgono un ruolo chiave nello sviluppo delle malattie. La ricerca viene svolta avvalendosi di una “biblioteca” di adenovirus, virus che una volta entrati nelle cellule campione riescono a silenziare un ampio numero di geni, inibendo le proteine corrispondenti e rendendo così evidente se il “target” colpito provoca un rallentamento della malattia oppure no. È questa la base per lo sviluppo di piccole molecole che rallentino o sopprimano l’azione delle proteine bersaglio, ripristinando l’equilibrio e influenzando positivamente il decorso delle patologie. Con questo approccio si affronta il problema alla radice, colpendone le cause anziché limitarsi a trattarne i sintomi.

“Il nostro mantra è “pioneering for patients”. Siamo pionieri perché vogliamo esplorare terreni sconosciuti e sfruttarne le potenzialità per offrire nuove opportunità di cura ai pazienti”, spiega Alberto Avaltroni, VP Country Head Galapagos Biopharma Italy. “Il nostro approccio si fonda sull’identificazione delle proteine che giocano un ruolo cruciale nello sviluppo delle malattie e punta a scoprire meccanismi d’azione che le possano colpire inibendole. Tutto questo è reso possibile dalla nostra piattaforma di ricerca che ci ha reso competitivi e all’avanguardia nel campo delle biotecnologie”.

La piattaforma di ricerca brevettata da Galapagos è un’espressione concreta di medicina traslazionale, la branca della medicina oggi sempre più protagonista, che permette da una parte di accelerare l’accesso ai pazienti alle terapie innovative e dall’altra di migliorare le strategie terapeutiche sulla base delle evidenze cliniche. L’approccio traslazionale è considerato fondamentale per il futuro non solo per poter garantire la migliore cura a tutti i pazienti, ma anche per farlo in maniera sostenibile.

“La ricerca traslazionale offre maggiori possibilità per lo sviluppo di terapie innovative. Riuscire a individuare bersagli specifici consente lo sviluppo di farmaci mirati e altamente efficaci. Galapagos interpreta questo obiettivo all’insegna della velocità: vogliamo portare al letto del malato le soluzioni individuate nei laboratori nel più breve tempo possibile”, spiega Daniele D’Ambrosio, Head of Clinical Research Galapagos Biopharma. “Solo così potremo fare la differenza per i Sistemi Sanitari, impegnati ad affrontare l’invecchiamento progressivo della popolazione e l’aumento delle malattie croniche, e per i pazienti che ancora non trovano delle soluzioni terapeutiche efficaci”.

Tra le malattie croniche, quelle reumatologiche sono indicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come la principale causa di morbilità e disabilità che causa enormi spese sanitarie e perdita di lavoro[1]. Ed è proprio in questo campo che la piattaforma di ricerca di Galapagos ha ottenuto il suo primo successo: filgotinib, molecola che agisce inibendo selettivamente la Janus chinasi di tipo 1, target legato allo sviluppo dell’infiammazione, in pazienti affetti da artrite reumatoide. Frutto della collaborazione sottoscritta da Galapagos con Gilead Science, filgotinib è stato recentemente approvato dalla Commissione Europea per il trattamento di pazienti adulti con artrite reumatoide in fase attiva da moderata a severa. La ricerca di Galapagos si concentra principalmente sulle malattie infiammatorie, sulla fibrosi polmonare, sull’artrosi: in pipeline sono presenti tre molecole che hanno dato esiti molto promettenti per i pazienti e che sono attualmente in fase avanzata di sviluppo.