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Quattro sessioni di lavori scientifici, decine di ricercatori italiani e stranieri e due intensi giorni di lavori cercheranno di delineare a Milano quelli che sono gli scenari sulla ricerca sul cervello dei prossimi anni. Il convegno internazionale “Towards the future of Brain Research: Besta Young Researchers’ International Conference” è organizzato dalla Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta che nel 2018 celebra i suoi primi 100 anni.
“La ricerca in neuroscienze necessita innovazione che può emergere solo dalla stretta collaborazione dei giovani ricercatori con chi li ha preceduti in una continuità che si evolve e cresce. Investire sui giovani significa investire sul futuro. Mi preme sottolineare che la nostra conferenza del centenario è stata volutamente affidata ai giovani, con un format innovativo ma in linea sul significato di quello che un Istituto all’avanguardia deve saper fare, coinvolgendo tutti per un obiettivo comune che è la cura delle malattie” dichiara Alberto Guglielmo, Presidente dell’Istituto Neurologico Carlo Besta.
“Investire sui giovani significa favorire lo sviluppo di nuove idee e realizzazione di progetti innovativi, con aumento della competitività e incremento dei finanziamenti da enti pubblici e privati. Nel 2017 il Besta ha ottenuto circa 11 milioni di Euro per finanziare la ricerca in neuroscienze, producendo oltre 350 pubblicazioni scientifiche di alto livello, una parte significativa delle quali è il risultato del lavoro dei nostri giovani ricercatori” afferma Fabrizio Tagliavini, Direttore Scientifico dell’Istituto Neurologico Carlo Besta.
Fabio Moda e Alberto Raggi, i due giovani ricercatori che con il contributo di tutti i colleghi dell’Istituto Besta hanno organizzato questo evento: “Si tratta sicuramente del più rilevante tra tutti gli eventi organizzati quest’anno, durante il quale si farà il punto sui nuovi trend di ricerca e cura nell’ambito delle neuroscienze per il futuro, grazie all’opportunità che avremo di confrontarci con colleghi provenienti da tutti i paesi del mondo”.
Il convegno, che si svolge nella Settimana Europea della Scienza, ha particolare rilevanza poiché traccia una linea sui progressi fatti e sui quesiti che ancora richiedono intensi sforzi mondiali per essere risolti. Il Besta è parte di questo grande sforzo della scienza e proprio a fine settembre saranno presentate in Europa le richieste di migliaia di Istituti europei. Accanto al Besta, Fondazioni, politici e scienziati richiederanno di non ridurre i finanziamenti per la ricerca sul cervello nel nuovo programma Horizon Europe, poiché non c’è futuro senza ricerca.
I lavori si apriranno giovedì 27, alla presenza del Sottosegretario del Ministero della Salute Adriano Bortolazzi, dell’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera e del vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo.
Nella prima sessione verranno presentati gli approcci diagnostici più innovativi per le malattie neurologiche, in particolare demenze e tumori cerebrali. Per il tipo di demenza, Grazie a una ricerca coordinata dal Besta si farà presto diagnosi del tipo di demenza in uno stadio precoce della malattia mediante un esame del sangue, delle urine o della mucosa olfattoria, potendo così intervenire sul paziente prima che il cervello vada incontro a danni gravi e irreversibili. Gli studi sugli aspetti molecolari dei tumori cerebrali del bambino hanno permesso di identificare diverse entità cliniche all’interno di uno stesso istotipo, e questo ha aperto la strada a sperimentazioni terapeutiche in grado di modificare l’andamento della patologia.
I neurochirurghi del Besta presenteranno l’ottimizzazione della resezione della massa tumorale cerebrale negli adulti e nei bambini grazie all’uso della fluorescina, una sostanza che ha la capacità di evidenziare più chiaramente il tessuto patologico.
La seconda sessione del 27 settembre tratterà i progressi nell’identificazione dell’origine delle malattie e i conseguenti nuovi sviluppi terapeutici. In particolare si parlerà di epilessia, che affligge circa 65 milioni di persone nel mondo, e di dolore neuropatico, una patologia neurologica diffusissima e spesso difficilmente trattabile. Grazie alle ricerche e alle nuove strumentazioni diagnostiche, nelle forme di epilessia farmacoresistenti, è oggi possibile l’identificazione precisa dell’area epilettogena che può essere rimossa chirurgicamente, fornendo a pazienti per i quali sembrava impossibile controllare le crisi, un’opzione terapeutica estremamente importante. Sviluppi recenti della ricerca sul dolore hanno permesso di riconoscere una predisposizione genetica individuale: l’analisi di queste varianti permette di identificare fattori predisponenti ed elementi protettivi per l’insorgenza del dolore.
Venerdì 28 la terza e la quarta sessione saranno dedicate agli approcci terapeutici innovativi in neuroscienze. Le malattie neuromuscolari autoimmuni, quali la miastenia gravis, oggi possono beneficiare di innovative terapie immunologiche. Il Besta conduce numerosi studi sul loro uso anche in campo oncologico, coordinando una importante ricerca per il trattamento del glioblastoma, uno dei tumori cerebrali più aggressivi. Le indagini sul silenziamento genetico in una rara e complessa malattia neurologica come la leucodistrofia autosomica dominante ha permesso di capire come si può “spegnere” il gene in eccesso, evitando l’accumulo dei suoi prodotti proteici che causano la malattia. Nell’ottica di sviluppare e testare nuove strategie terapeutiche in malattie rare – quali le patologie mitocondriali – il Besta presenterà come ha contribuito a costruire negli anni una modalità di lavoro in rete che permette di condividere le informazioni sui fenotipi e sui meccanismi patologici, e questa modalità di lavoro è essenziale in un mondo globale e transculturale come è il mondo della scienza.
Non c’è innovazione senza formazione, ed è proprio sulla formazione delle nuove generazioni di neurochirurghi che l’Istituto Besta sta puntando mediante nuove tecnologie, come il sistema NeuroSIM,che permette l’apprendimento in realtà virtuale, riducendo il rischio di errori sui pazienti da parte degli operatori.
Le giornate del futuro della ricerca sul cervello non potevano chiudersi senza un focus sul valore della cura. Senza ricerca il paziente resta senza cura e per le malattie del cervello restare senza cura vuol dire incrementare la disabilità e i costi. Oggi le malattie neurologiche causano circa un terzo della disabilità globale e costano 800 miliardi di euro all’anno ai cittadini europei. La ricerca europea “Value of Treatment”, a cui partecipa il Besta, dimostra il valore della cura come ritorno economico e di salute per i pazienti e in genere per tutta la società.
Un panel di scienziati di fama internazionale raccoglierà gli stimoli delle due giornate dei giovani ricercatori e, chiudendo la conferenza, lancerà un appello a che la ricerca in neuroscienze e i ricercatori possano godere dell’appoggio e dei finanziamenti nazionali ed europei adeguati. Perché “dal progresso delle scienze dipende in modo diretto il progresso complessivo del genere umano. Chi frena il primo frena anche il secondo”, come scriveva il filosofo Johann Gottlieb Fichte nel suo Fondamenti dell’intera dottrina della scienza.