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Con il decreto del 23 maggio 2018, il Ministero della Salute ha riconosciuto il carattere scientifico nella disciplina “malattie infettive e tropicali” all’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. Quello di Negrar è il terzo IRCCS del Veneto, con l’Istituto Oncologico Veneto di Padova e la Fondazione Ospedale San Camillo di Venezia. In Italia gli IRCCS sono 50 specializzati in varie discipline mediche. Il “Sacro Cuore Don Calabria” è l’unico ospedale ad aver ottenuto il riconoscimento anche per le malattie tropicali, patologie di interesse globale alla luce dell’incremento esponenziale negli ultimi anni dei viaggi in aree tropicali e dei flussi migratori.
Gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico sono ospedali di eccellenza con finalità di ricerca, che deve trovare necessariamente sbocco in applicazioni terapeutiche. Inoltre effettuano prestazioni di ricovero e cura di alta specialità. In qualità di IRCCS tali istituti godono di un finanziamento statale che può essere utilizzato solo per attività di ricerca relativa alle materie riconosciute.
L’iter di riconoscimento dell’IRCCS ha avuto inizio nel 2014 con la richiesta alla Regione Veneto da parte dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria. Nel 2015 la Regione, ritenendo la richiesta compatibile con la programmazione socio-sanitaria, ha modificato la scheda di dotazione ospedaliera del “Sacro Cuore Don Calabria” e ha provveduto successivamente ad inoltrare la richiesta di riconoscimento di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico al Ministero della Salute. Il ministro ha successivamente nominato una Commissione formata da esperti nella disciplina oggetto della richiesta di riconoscimento che ha valutato i criteri di idoneità anche con due visite alla struttura. Il parere favorevole della Commissione è stato poi sottoposto dal Ministro alla Conferenza Stato-Regioni e al presidente della Regione Veneto che ha espresso la sua formale intesa ai fini dell’adozione del provvedimento di riconoscimento. L’iter si è concluso con il decreto del ministro Beatrice Lorenzin e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
L’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive e Tropicali nasce come Centro per le Malattie Tropicali dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria, diretto dal 2000 da Zeno Bisoffi, professore associato all’Università di Verona. L’U.O.C. raccoglie probabilmente la più ampia casistica nazionale nell’ambito delle malattie tropicali e parassitarie. In quasi 30 anni di attività del Centro sono stati trattati oltre 1.500 casi di malaria. Tra il 2015 e il 2017 sono stati oltre un centinaio i ricoveri per questa patologia, tutti casi d’importazione.
Negli ultimi due anni, con lo sviluppo delle metodiche di biologia molecolare e l’arrivo di nuove ricercatrici e ricercatori, la competenza diagnostica sulla malaria ha raggiunto un livello di assoluta eccellenza. Ad esempio su incarico dei periti nominati dal tribunale sono state svolte recentemente, in parallelo con l’Istituto Superiore di Sanità, le indagini che hanno permesso di chiarire la natura del contagio nell’evento tragico della morte per malaria della piccola Sofia di Trento, che non si era mai recata all’estero.
Tuttavia il principale carattere distintivo dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di Negrar è il lavoro di ricerca – traslazionale, clinica ed epidemiologica – focalizzato prevalentemente sulle “Poverty Related Diseases”, cioè sulle malattie che sono state trascurate dalla ricerca perché riguardano le popolazioni povere del pianeta, ma che oggi rappresentano – alla luce dei flussi migratori e dell’incremento dei viaggi in aree tropicali – un tema di interesse globale.
Con il riconoscimento di IRCCS, l’U.O.C. incrementerà la sua attività anche nell’ambito delle malattie infettive, in collaborazione con l’Università di Verona e le Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona. Sul tavolo della comunità scientifica ci sono problemi epocali come la resistenza agli antibiotici dei “super batteri”.

Malattie Infettive e Tropicali è Centro di riferimento regionale per le patologie d’importazione e Centro Collaboratore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la strongiloidosi e le altre parassitosi intestinali (dal 2014). Inoltre è coordinatore scientifico del progetto regionale di sorveglianza epidemiologica delle “febbri estive” suddivise in autoctone (West Nile Fever) e di importazione (dengue, chikungunya e virus Zika) ma che possono diffondersi in Italia (si veda l’epidemia di chikungunya nella regione Lazio l’anno scorso) per la presenza di vettori efficaci (zanzara tigre).