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Il robot chirurgico di ASST Sette Laghi è entrato all’opera, al servizio dell’équipe di Urologia che ha eseguito un intervento di prostatectomia radicale della durata di circa due ore.

In sala, i due chirurghi urologi, il Prof. Federico Deho’ e il Dott. Federico Pellucchi, l’anestesista Gabriele Selmo, afferente alla struttura Anestesia e Gestione blocchi operatori, guidata dal Dott. Alessandro Bacuzzi, dalla strumentista Gabriella Gabrielli, e i nurse di anestesia Domenico Nuzzo e Tiziana Agrati.

Ad assistere all’intervento, per affinare la conoscenza di questa nuova tecnologia, diversi operatori del Blocco Operatorio in fase di training, oltre ai Direttori della Chirurgia generale e della Chirurgia toracica, che saranno protagonisti dei prossimi interventi, insieme ai direttori e agli specialisti di Chirurgia dei Trapianti, Ginecologia, Otorinolaringoiatria e Chirurgia pediatrica.

“Sono davvero soddisfatto – ha commentato all’uscita dalla sala operatoria il Prof. Deho, Direttore dell’Urologia e Docente all’Università dell’Insubria – Grazie all’installazione del robot, l’attività chirurgica varesina ha raggiunto il livello più elevato reso possibile dalla tecnologia disponibile sul mercato. I benefici per il paziente sono consistenti: l’intervento è massimamente mininvasivo, l’atto chirurgico è ancora più preciso, la capacità d’azione del chirurgo è amplificata e la ripresa post-chirurgica è più rapida. Parimente servirà per la formazione di tutti gli specializzandi dell’Università dell’Insubria”.

La chirurgia robotica richiede una formazione e un training particolare da parte del personale, soprattutto dei chirurghi, ma non solo: anche l’anestesista, infatti, deve sviluppare degli skill specifici, considerato che il paziente è posizionato con un’inclinazione leggermente diversa. Ma questa fase è già in buona parte superata e, fatto il primo intervento, ne sono già calendarizzati altri, a partire dall’Urologia, la disciplina che lo utilizzerà di più. 

Il robot chirurgico è frutto di un investimento di circa un milione di euro, autorizzato da Regione Lombardia dopo aver valutato la possibilità per il nostro Ospedale di eseguire un numero di prestazioni robotiche superiore alla soglia dei 300 all’anno stabilita da Regione Lombardia, oltre che la stretta collaborazione che intercorre con l’Università degli Studi dell’Insubria, fondamentale soprattutto per la formazione degli specialisti secondo le più moderne linee guida e di ricerca

Nel dettaglio, la chirurgia robotica è un’evoluzione tecnologica della chirurgia laparoscopica: il sistema è principalmente costituito da una consolle che integra un sistema di visione stereo 3D e i due manipolatori ad uso del chirurgo e un carrello chirurgico provvisto del braccio porta-ottica e di tre bracci porta-strumenti fissati su una colonna che eseguono i comandi del chirurgo. Il sistema consente di muovere gli strumenti utilizzando gli accessi praticati chirurgicamente senza appoggiarsi sul paziente e minimizzando quindi i danni sui tessuti. La dotazione comprende una gamma completa di strumenti progettati per consentire sette gradi di movimento che simulano, ampliandoli, quelli del polso e della mano.