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«Annals of Neurology», la rivista dell’American Neurological Association, ha pubblicato i risultati di una ricerca su una nuova tecnica riabilitativa per i pazienti colpiti da ictus. Lo studio è stato condotto dal gruppo di Thomas Van Vleet, Senior Scientist di Posit Science in California, in stretta collaborazione con i ricercatori della Harvard Medical School e il gruppo di ricerca di Maurizio Corbetta, Dire ttore della Clinica Neurologica e del Padova Neuroscience Center dell’Università di Padova, e Principal Investigator del VIMM. Allo studio ha partecipato anche Antonio Bisogno, medico specializzando del primo anno della Scuola di Specializzazione in Neurologia dell’Università di Padova. Circa un terzo dei pazienti affetti da ictus presentano un deficit dell’attenzione spaziale noto come “eminegligenza”. Il paziente non è in grado di prestare attenzione o rispondere a stimoli che provengano dal lato opposto alla lesione cerebrale. Questo sintomo può persistere per vari anni e comporta un peggior recupero dei deficit motori, un alto tasso di disabilità, nonché una scarsa risposta riabilitativa. Non portando attenzione al lato del corpo affetto, questi pazienti tendono a non riconoscere o addirittura negare i sintomi, complicandone ulteriormente il trattamento. «Il nostro studio ha sperimentato l’efficacia di una tecnica innovativa di stimolazione visiva digitale che facilita il recupero delle capacità attentive di questi pazienti – spiega il prof. Maurizio Corbetta -. In particolare, pazienti affetti da eminegligenza sono stati randomizzati in due gruppi in tre diversi ospedali. Il gruppo sperimentale ha eseguit o un trattamento al computer in cui il paziente doveva premere un pulsante ad uno stimolo visivo, ad esempio un’automobile, ma solo se quell’automobile era diversa da un o stimolo target, ad esempio una 500. Con il passare del tempo la differenza fra lo stimolo e il target diminuiva rendendo l’esercizio più difficile. Questo trattamento eseguito per 30 minuti al giorno per 12 settimane si è rilevato più efficace di un trattamento di controllo costituito da una serie di videogiochi giocati per lo stesso tempo.»
La nuova tecnica di stimolazione digitale non solo migliora l’attenzione spaziale ma anche la memoria spaziale, e l’introspezione. «Un vantaggio importante è che questa forma di riabilitazione si può eseguire a casa, quindi risulta non solo comoda ma anche efficiente per il sistema sanitario. Ci stiamo attrezzando e nei prossimi mesi contiamo di poter fornire questo trattamento in Italia presso la Clinica Neurologica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova», commenta Corbetta.

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