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Muhammad, un giovane di origini pakistane e residente a Vieste, in provincia di Foggia, è stato sottoposto nei giorni scorsi a un delicato intervento chirurgico per rimediare all’occlusione totale dei tronchi sovraortici che portano sangue al cervello. Si è presentato al Pronto Soccorso dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza a seguito di ricorrenti episodi di svenimento, associati a una evidente mancanza di forze: un quadro clinico incompatibile con un giovane di 27 anni.

Una Tac eseguita nell’Unità di Radiologia ha evidenziato una pericolosa occlusione totale delle arterie che portano sangue al cervello, motivo per cui bisognava operare al più presto. L’intervento è stato eseguito dal chirurgo vascolare Vincenzo Palazzo, in collaborazione con i cardiochirurghi Mauro Cassese, Maurizio Braccio e Albino Vallabini, con l’assistenza del cardioanestesista Francesco Greco e di tutto il personale di sala operatoria.  

In quattro ore, nella sala operatoria ibrida è stato confezionato e impiantato un bypass aorto-coronarico, cioè un percorso alternativo per il sangue per ovviare alle arterie chiuse, a forma di pantalone invertito: una branca sull’aorta ascendente, che nasce molto vicina al cuore, e due branche, di cui una sull’arteria ascellare e una sull’arteria carotide distale. Solo così si è riusciti a garantire una buona perfusione del cervello.

«Si è trattato di una tecnica complessa che rappresentava, dopo una attenta analisi, l’unica soluzione percorribile per scongiurare un ictus cerebrale che avrebbe potuto aver anche conseguenze letali per il giovane – ha spiegato Vincenzo Palazzo, direttore dell’Unità di Chirurgia Vascolare dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza – Fondamentale è stata l’individuazione, nei mesi precedenti, della patologia di cui il giovane paziente era affetto: l’arterite di Takayasu. Si tratta di una patologia infiammatoria delle arterie, più comune negli asiatici, che col tempo genera un ispessimento della parete arteriosa fino ad occludere completamente il vaso, come in questo caso».

Dopo l’intervento il paziente è stato dimesso in ottime condizioni ed appena possibile, ottenuto l’ok dei medici, è tornato in Pakistan dalla sua famiglia. La Tac di controllo, eseguita a diverse settimane di distanza nel suo paese, ha confermato ulteriormente il successo della procedura. Pochi giorni fa, il giovane ha inviato ai chirurghi una foto e un messaggio vocale per ringraziare tutti gli operatori sanitari che si sono adoperati per salvargli la vita.

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