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Boston Scientific Europe ha presentato, in occasione del Congresso sullo Scompenso Cardiaco che si è tenuto a Vienna, il nuovo servizio diagnostico per insufficienza cardiaca HeartLogic. Il nuovo sistema, il primo e unico strumento diagnostico che permette il trattamento proattivo dell’insufficienza cardiaca, è ora disponibile in Italia, Spagna, Regno Unito, Germania, Austria e Svizzera, cui si aggiungeranno altri Paesi nei prossimi mesi.
Lo scompenso cardiaco è una condizione patologica, cronica e progressiva, nella quale il muscolo cardiaco non è in grado di pompare sangue in maniera adeguata alle richieste dell’organismo. Questo comporta il progressivo peggioramento del quadro clinico e la comparsa di sintomi invalidanti quali stanchezza, difficoltà respiratorie, tosse, sintomi che possono richiedere anche diversi ricoveri ospedalieri. Quasi la metà dei pazienti, infatti, viene nuovamente ricoverata per insufficienza cardiaca entro 60 giorni.
La patologia colpisce oltre 15 milioni di persone in Europa, che arriveranno a 30 milioni nel 2020, ed è responsabile di circa 3 milioni di ricoveri ospedalieri e numerosi decessi ogni anno. Si stima che in Italia ne soffrano oltre 1 milione e mezzo di persone, con 170.000 nuovi pazienti ogni anno, e un’incidenza dell’1-2% sulla popolazione globale, con circa 500 ricoveri al giorno.
Alle cause legate all’invecchiamento della popolazione si associano, in genere, condizioni morbose di tipo cronico degenerativo quali l’ipertensione arteriosa, il diabete, la bronco-pneumopatia cronica ostruttiva, ecc.
Tutto questo fa comprendere perché lo scompenso cardiaco rappresenti la prima causa di ospedalizzazione, con una degenza media di oltre 10 giorni e costi, a carico del Servizio Sanitario Nazionale, superiori a 550 milioni di euro l’anno, pari a 11,800 euro per ciascun paziente.
Uno degli obiettivi prioritari del Servizio Sanitario Nazionale è pertanto quello di fornire le migliori cure ai pazienti, evitando quanto più possibile i ricoveri e “tenendoli fuori” dagli Ospedali.
Non va dimenticato, infatti, che il Sistema Sanitario Nazionale è sottoposto a una costante pressione volta al contenimento delle spese, una razionalizzazione quasi sempre affrontata attraverso tagli lineari, inadeguati rispetto alla crescente domanda di assistenza e cure di qualità, e alle migliorate capacità di trattamento degli stati acuti che hanno aumentato il numero di pazienti cronici. La sostenibilità del SSN è pertanto legata alla capacità di coniugare alto livello delle cure e risorse disponibili, una sfida che la tecnologia biomedicale può aiutare a vincere.
Il nuovo sistema diagnostico HeartLogic risponde in modo preciso a questa esigenza perché consente di monitorare costantemente i pazienti cardiopatici portatori di defibrillatori, di trasmettere informazioni al Centro ospedaliero che ha in cura il paziente e di segnalare con largo anticipo l’eventualità che si verifichi un episodio di scompenso cardiaco, con necessità di ricovero ospedaliero.
Basato su un algoritmo esclusivo, il sistema è già “incorporato” nella famiglia di dispositivi impiantabili per defibrillazione di Boston Scientific “Resonate™: nei defibrillatori di ultima generazione con terapia di re-sincronizzazione cardiaca e nei defibrillatori cardiaci impiantabili. La rilevazione della situazione cardiaca del paziente viene effettuata combinando i dati provenienti da sensori multipli – collocati nel dispositivo – che controllano i toni cardiaci, la frequenza respiratoria e il volume corrente o di ogni inspirazione, l’impedenza toracica, la frequenza cardiaca e l’attività fisica. Le informazioni fornite dai sensori vengono aggregate in un “trend numerico” che indica lo stato di progressione della malattia. Qualora si verifichino variazioni “anomale” del trend numerico rispetto ai valori standard – tipiche del graduale peggioramento dell’insufficienza cardiaca – il sistema le segnala immediatamente, consentendo ai medici di intervenire tempestivamente, prima che la situazione clinica possa degenerare.
“Oggi, l’insufficienza cardiaca è la prima causa di ricovero ospedaliero nelle persone di età superiore ai 65 anni e ha un notevolissimo impatto economico sui Sistemi Sanitari. Infatti, dopo il ricovero ospedaliero iniziale, il 24% dei pazienti con insufficienza cardiaca viene nuovamente ricoverato entro 30 giorni. Attraverso HeartLogic, i medici potrebbero invece essere in grado di prevedere gli episodi di scompenso cardiaco già settimane prima che si verifichino, intervenire in anticipo, salvare i pazienti e contribuire a ridurre i ricoveri ospedalieri” ha affermato il Professor John Morgan, Chief Medical Officer e Medical Director della divisione Rhythm Management di Boston Scientific Europe.
A conferma di questo lo studio clinico MultiSENSE, presentato a Vienna e che ha valutato l’efficacia di HeartLogic™ nel predire gli imminenti episodi di peggioramento dello scompenso cardiaco. Secondo lo studio, HeartLogic ha dimostrato di rilevare preventivamente il 70% degli eventi di insufficienza cardiaca, con un anticipo medio di 34 giorni, portando così a meno di 2 gli “allarmi” per episodi di destabilizzazione dello scompenso cardiaco che, complessivamente, potrebbero verificarsi nell’arco di un anno.
In proposito si sono espresse anche la dottoressa Nadia Aspromonte, membro del Consiglio direttivo ANMCO e responsabile dell’Unità Scompenso Cardiaco del Polo Scienze Cardiovascolari e Toraciche – Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, e la dottoressa Gemma Pelargonio, responsabile dell’Unità di Aritmologia del Polo Scienze Cardiovascolari e Toraciche della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma, che hanno messo a punto un innovativo modello di gestione integrata dello scompenso cardiaco: “Attraverso il servizio diagnostico per insufficienza cardiaca HeartLogic, i medici possono rilevare i segni premonitori circa il peggioramento delle condizioni del paziente e il possibile peggioramento dello scompenso e avere così a disposizione tempo prezioso per gestire gli aspetti fisiopatologici della malattia, regolare il trattamento, evitare nuovi ricoveri ospedalieri o – comunque – ridurne la durata. In sostanza, prevenire le criticità, assicurando la stabilizzazione della patologia e il recupero delle buone condizioni di vita del paziente”.
Per il Servizio Sanitario Nazionale, costantemente alla ricerca di soluzioni capaci di garantire gli alti livelli delle cure mediche e la riduzione della spesa sanitaria, HeartLogic rappresenta una innovazione capace di contribuire concretamente alla “ buona sanità”, sia attraverso la prevenzione delle criticità e la riduzione delle ospedalizzazioni, sia con la presa in carico globale del paziente cardiopatico cui vengono assicurate cure efficaci, monitoraggio e assistenza continuative e buona qualità di vita.