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Il problema delle patologie da batteri multi resistenti è sempre più attuale e tutte le istituzioni internazionali hanno sviluppato algoritmi e linee guida di gestione. I numeri sono sconvolgenti. I report delle più importanti agenzie sanitarie internazionali riportano come queste resistenze determinano aumenti molto importanti nei decessi dovuti ad infezioni batteriche. I dati rilasciati a febbraio dall’Organizzazione Mondiale della Sanità evidenziano che 500mila persone hanno avuto infezioni causate da batteri che hanno sviluppato una antibiotico-resistenza. “Attualmente qualunque tipo di infezione, dalle più banali come semplici infezioni cutanee o urinarie, a infezioni gravi, quali polmoniti e sepsi, può essere causato da batteri antibiotico-resistenti. Sembra un paradosso, ma anche una persona che non ha mai preso antibiotici corre il rischio di avere un’infezione da batteri resistenti, soprattutto se si trova in ospedale o nelle altre strutture di assistenza sanitaria. I batteri non conoscono frontiere e le stesse resistenze che si trovano in Europa o negli Stati Uniti si possono evidenziare in villaggi sperduti in Africa ed in America Latina come anche il report dell’OMS dimostra chiaramente” – afferma il prof. Marco Tinelli, Presidente del Congresso AMIT insieme al Professor Massimo Galli, rispettivamente componente del Consiglio Nazionale e Presidente della SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. Nei Paesi dell’Unione europea si sono verificati 671.689 casi di infezioni antibiotico-resistenti, a cui sono attribuibili 33.110 decessi soprattutto nei bambini nei primi mesi di vita e negli anziani. In Italia, le infezioni colpiscono dal 5% all’8% dei pazienti ricoverati, soprattutto quelli assistiti nei reparti di area critica. In questo scenario emerge drammaticamente che il nostro Paese detiene il triste primato di un terzo di tutti i decessi correlati all’antibiotico resistenza rispetto al resto d’Europa.

Si svolge giovedì 14 e venerdì 15 marzo a Milano, presso la Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche, Piazzale Morandi, 2, il VII Congresso Internazionale AMIT, Argomenti di Malattie Infettive e Tropicali, organizzato e presieduto dal Prof. Marco Tinelli, Tesoriere, e dal Prof. Massimo Galli,  Presidente della SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. Due giorni di approfondimento su batteri, patologie infettive e nuovi rimedi, con oltre trecento specialisti provenienti da tutta Italia e dall’estero. Obiettivo primario del Congresso è la presentazione delle più significative novità nel campo delle malattie infettive con particolare attenzione alla gestione delle patologie da batteri multi resistenti (MDR). La partecipazione di specialisti provenienti dall’estero e dalle istituzioni contribuirà ad arricchire il Congresso: il Direttore Generale delle Iniziative Speciali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Ranieri Guerra presenterà per la prima volta all’AMIT le strategie per contrastare l’antibiotico resistenza a livello mondiale; la Direttrice di Malattie Infettive dell’Università di Verona Evelina Tacconelli si soffermerà sulla situazione europea; la Direttrice di Malattie Infettive dell’Università di Nancy Celine Pulcini farà il punto sulla strategia in Francia; il Direttore del Dipartimento di Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute Francesco Maraglino farà il punto sulle strategie per combattere la resistenza dei batteri in Italia; il Presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi parlerà di come l’industria internazionale e italiana sta gestendo le varie emergenze delle infezioni e quali saranno i nuovi farmaci che presto usciranno nel mercato italiano.

AMIT è un appuntamento biennale per fare il punto su quella che ormai è un’emergenza globale, i super-batteri resistenti agli antibiotici. Nel 2050 le infezioni batteriche costituiranno la principale causa di decessi. I dati riferiti al 2017 dalle più importanti organizzazioni sanitarie a livello mondiale ed europeo affermano che, a causa della resistenza dei batteri agli antibiotici, si verificano 671.689 casi di infezioni, a cui sono attribuibili 33.110 decessi e 874.541 condizioni di disabilità. Di queste infezioni il 63% risultano essere infezioni correlate all’assistenza sanitaria e sociosanitaria. In Italia, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, le infezioni ospedaliere hanno un’importanza anche maggiore di tante altre malattie non infettive. Su 9 milioni di ricoveri in ospedale, ogni anno si riscontrano da 450.000 a 700.000 casi di infezioni ospedaliere.

Tra le cause principali dell’antibiotico-resistenza vi è sicuramente la scarsa tendenza a lavarsi frequentemente le mani. Questa è particolarmente rilevante in Italia, dove l’uso delle soluzioni alcoliche usate come detergenti risulta essere tra i più bassi nella Unione Europea secondo un report dell’ECDC. Vi è poi la non oculata ed inappropriata gestione degli antibiotici negli animali da allevamento e nel territorio per la prevenzione delle infezioni: il rischio di induzione di resistenze non si esaurisce solo a tale livello, ma coinvolge anche la salute umana. Inoltre, l’antibiotico-resistenza è dovuta al trasferimento genico delle resistenze da un battere all’altro e l’esagerato turn-over dei pazienti nelle strutture sanitarie dovuto ad una cronica mancanza di posti letto.