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Royal Philips al World Economic Forum di Davos fornisce il proprio contributo al dibattito proponendo tre capisaldi della quarta rivoluzione industriale con l’obiettivo di vincere la grande sfida della salute e del benessere delle persone.
Tra questi, compare un nuovo sistema dell’healthcare umano-centrico e portatore di valore per le persone
La sanità si conferma uno dei principali motori della crescita economica mondiale. Ma in un mondo che cresce e invecchia sempre più e dove la diffusione di malattie croniche sta diventando endemica il sistema sanitario rischia il collasso.
Attraverso la trasformazione della cura della salute in un’esperienza umano-centrica, Philips desidera superare l’attuale concezione dell’healthcare: da costo da minimizzare a investimento da ottimizzare. Motivare le persone ad avere un ruolo più attivo partendo da uno stile di vita sano, passando per la prevenzione fino alle fasi di diagnosi, cura e convalescenza, tornando poi alla prevenzione, in un ciclo continuo della salute.
Ogni anno, oltre 275 milioni pazienti sono monitorati attraverso macchinari e soluzioni Philips negli ospedali. Questa consolidata esperienza permette di individuare il mondo digitale come fattore abilitante della nuova trasformazione del mondo della salute: Philips ha infatti messo a punto la Health Suite Digital Platform, che su tecnologia cloud consente di sviluppare un modello informativo collaborativo che coinvolge professionisti e pazienti.
Su questa piattaforma, lo scorso settembre, allo Leiden University Medical Center nei Paesi Bassi, ha preso avvio un progetto pilota per la diagnosi e la gestione dei dati sul cancro alla prostata con l’utilizzo del sistema “miProstate”.
Philips ha fatto molta strada anche nell’ambito della telemedicina promuovendo l’empowerment del paziente nella gestione delle malattie croniche e favorendo le cure domiciliari. Il progetto pilota “The Intensive Ambulatory Care (IAC)” sviluppato da Philips e Banner Health negli Stati Uniti con pazienti affetti da malattie croniche le cui cure incidevano pesantemente sui costi sanitari ha dato esiti molto incoraggianti. L’analisi dei risultati su ogni paziente nei primi sei mesi ha dimostrato che il programma è stato in grado di ridurre del 27% i costi di cura, del 32% i costi legati alle cure e all’assistenza a lungo temine e del 45% i costi di ospedalizzazione.

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