Print Friendly, PDF & Email

La riparazione del legamento crociato anteriore può essere oggi un’alternativa alla ricostruzione tramite innesto di tessuti. Una tecnica ormai consolidata presso l’Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Andrea, trasmessa ai giovani ortopedici che al tavolo operatorio osservano e affiancano il prof. Andrea Ferretti. Il Direttore della UOC Ortopedia del nosocomio capitolino, ordinario di Ortopedia presso Sapienza Università di Roma, amplia l’orizzonte del trattamento delle lesioni del ginocchio con una nuova tecnica operatoria che garantisce soprattutto una più rapida riabilitazione. Nel mondo si contano sulle dita di una mano i centri che possono vantare la disponibilità di tale approccio, che oggi al Sant’Andrea viene realizzato in via ordinaria, soprattutto a beneficio dei pazienti più giovani e in fase di crescita.

Prerequisiti indispensabili sono un intervento tempestivo e una rottura netta del legamento. L’operazione di riparazione deve essere eseguita in acuto, non appena il tessuto – integro nel suo decorso ma distaccato dalla sua inserzione ossea sul femore – si lesiona, ossia entro 7 giorni dall’evento traumatico. Utilizzando dei fili di sutura ad alta resistenza si imbastisce il legamento per reinserirlo a livello femorale mediante un piccolo foro trans-osseo.
I trattamenti convenzionali, invece, prevedono la ricostruzione del crociato tramite un tessuto sostitutivo, tendine o legamento, che viene prelevato dal paziente stesso, inserito nell’articolazione mediante ben più larghi tunnel ossei sul femore e sulla tibia, per essere poi fissato con dei mezzi di sintesi.
Confrontata con tali tecniche tradizionali, la riparazione del LCA presenta l’innegabile vantaggio di evitare l’aggressività di un prelievo, con conseguente rispetto totale dell’anatomia e minor dolore. A parità di stabilità del ginocchio, inoltre, l’approccio “riparatorio” rispetto al “ricostruttivo” consente un decorso post-operatorio e una riabilitazione motoria del paziente decisamente più semplici e veloci.

I dati registrati nel corso del primo anno certificano la validità della tecnica. Una giovane trentenne, a meno di 5 mesi dall’intervento, è tornata a correre la maratona. Un successo condiviso con i colleghi d’oltreoceano dell’American Academy of Orthopaedic Surgeons, la prestigiosa associazione presso la quale l’équipe del prof. Ferretti è punto di riferimento. “Una voglia inguaribile di esplorare e perseguire il progresso scientifico anima la squadra degli ortopedici del Sant’Andrea – commenta il Commissario Straordinario, Giuseppe Caroli – ed è il faro di una pratica clinica e di una didattica illuminate”. Riconosciuta come un’eccellenza nella comunità scientifica internazionale, la scuola di Ortopedia del Sant’Andrea, targata Sapienza, è un unicum in Italia per i giovani ortopedici in formazione che perfezionano la pratica chirurgica.

Nessun articolo correlato