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Nei giorni scorsi sono stati eseguite tre colonscopie complesse attraverso l’utilizzo di un dispositivo innovativo applicato all’endoscopio. Si tratta di un catetere a palloncino gonfiato con una soluzione ferromagnetica, la cui punta viene ancorata alla parete addominale tramite un magnete appoggiato alla cute. In questo modo è possibile raddrizzare una eventuale ansa che si è formata all’interno della cavità addominale in modo tale da permettere la progressione dello strumento fino alla parte terminale del colon e ottenere quindi una visualizzazione completa dell’organo.

E’ quanto è accaduto per i pazienti, sottoposti con successo a questo tipo di esame presso la Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dell’Ospedale San Giuseppe di Empoli, diretta dal dottor Ottaviano Tarantino. Questa innovazione è stata ideata e realizzata dal dottor Alessandro Tozzi, medico gastroenterologo, che ha lavorato per diversi anni in endoscopia ad Empoli.  Il dispositivo è prodotto da un’azienda toscana.

In Italia il primo ad utilizzarlo è stato l’Istituto Humanitas di Milano e successivamente il San Giuseppe di Empoli, primo in Toscana e al momento unico presidio ospedaliero dell’Asl Toscana Centro che ne fa uso.

E’ un dispositivo “on demand” utile per gestire situazioni anatomiche complesse, ad esempio dolicocolon, ed evitare di interrompere o programmare un nuovo esame. Prossimamente la gastroenterologia di Empoli parteciperà ad una sperimentazione internazionale per valutare la performance del dispositivo.   

L’accessorio è composto da due pezzi: un contenitore con all’interno il magnetico che viene utilizzato per effettuare l’ancoraggio nella parte interessata e un catetere che viene gonfiato con una polvere di ferro in fase liquida

“Il dispositivo è un utile supporto per permettere il completamento di colonscopie complesse con il vantaggio di non doverla riprogrammare e sottoporre il paziente ad ulteriore esame. Al momento in cui si presenta la problematica viene applicato l’accessorio all’endoscopio e allungando di pochi minuti la procedura riusciamo ad eseguirla al meglio rendendola meno dolorosa e più sicura- precisa il dottor Tarantino.”

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