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Si terrà  a Cuneo il 14 e 15 dicembre, all’Ospedale Santa Croce e Carle, un importante seminario medico sull’impiego del Laser a luce Verde in urologia, incontro che porterà nella città piemontese giovani urologi da varie regioni italiane per discutere di patologie maschili, ipertrofia prostatica, nuove soluzioni terapeutiche .

Il seminario, che gli organizzatori hanno spiritosamente chiamato “Cuneesi al Green”, in omaggio alle delizie gastronomiche della zona,  affronterà in realtà un tema serissimo e una patologia diagnosticata ogni anno a 7 milioni di uomini italiani, che rappresenta il disturbo urologico maschile più diffuso e può insorgere a qualsiasi età. 

L’incontro,  inserito in un vasto programma di formazione finalizzato ad “addestrare” i giovani professionisti sulle innovazioni più rilevanti in urologia, si terrà presso il reparto di Urologia dell’Ospedale locale e sarà coordinato da tutor esperti.

Va ricordato che l’ipertrofia prostatica è una patologia non tumorale che si manifesta con l’ingrossamento anomalo della prostata, piccola ghiandola attraverso cui passa l’uretra, cioè il condotto che dalla vescica porta l’urina verso l’esterno, determinandone l’ostruzione e i problemi conseguenti – E’ una patologia progressiva, da accertare con indagini diagnostiche quali l’uroflussometria e l’ecografia. Se non adeguatamente trattata, può  peggiorare e causare danni irreversibili alla vescica.

Per fortuna, la scienza medica ha fatto passi importanti in questo settore: le prime terapie contro l’ipertrofia prostatica sono, in genere, farmacologiche. Possono includere farmaci alfa-bloccanti che rilassano la muscolatura della prostata e del collo vescicale, oppure inibitori della 5-reduttasi o, ancora, particolari trattamenti fitoterapici.

Quando però le terapie farmacologiche non sono efficaci, si rende necessario l’intervento chirurgico tradizionale, oppure il ricorso a soluzioni innovative e meno invasive come il raggio laser, in particolare il Laser a luce Verde

A Cuneo porteranno la loro testimonianza giovani urologi italiani che presso varie strutture ospedaliere hanno messo a punto Centri di Eccellenza e che presenteranno le tecnologie laser anche attraverso sessioni “live” dalla sala operatoria.

I Laser, e il sistema a Luce Verde è fra questi, sono adottati in misura crescente dalla medicina e dalla chirurgia per le caratteristiche di precisione, sicurezza, minima invasività. Il raggio di luce sprigiona energia e calore secondo una specifica lunghezza d’onda ed è proprio in virtù della lunghezza d’onda che è possibile agire sui tessuti, arrivando a trattare – come veri e propri “bisturi immateriali” – anche aree piccolissime con estrema accuratezza ed elevato potere coagulante, senza coinvolgere  i tessuti circostanti.

“Il Laser verde”- commenta il dottor Ivano Morra, direttore Urologia  dell’ Ospedale Santa Croce e Carle -“viene impiegato soprattutto per interventi di vaporizzazione, nei quali l’eccesso di tessuto prostatico viene trasformato in vapore, e si caratterizza per il notevole potere emostatico, aspetto che consente di non sospendere l’assunzione di farmaci anticoagulanti e, quindi, di intervenire anche su pazienti sottoposti a trattamenti farmacologici che potrebbero causare sanguinamenti. E’ un sistema sicuro, poco invasivo, che consente la rapida rimozione del catetere, richiede una degenza postoperatoria molto breve, ripristina velocemente il flusso urinario naturale e favorisce la rapida ripresa delle attività quotidiane. Questo risponde adeguatamente alle esigenze e aspettative dei pazienti che optano con crescente favore per questa soluzione terapeutica“

La terapia che utilizza il laser a luce Verde- suffragata da numerosi studi clinici internazionali – si è affermata da tempo negli Stati Uniti, in Europa, in Asia e si pone, ormai, come una possibile alternativa alla resezione della prostata tramite chirurgia tradizionale. Non è un caso che sia inserita nelle linee-guida dell’Associazione Europea di Urologia e che prestigiose organizzazioni europee come l’inglese NICE (National Institute for Clinical Excellence, che valuta l’efficacia degli interventi medici) e la tedesca G-BA (Gemeinsame Bundesausschuss, che determina i livelli dei rimborsi sanitari) ne abbiano certificato l’efficacia, rispetto alla chirurgia tradizionale.

I vantaggi per i pazienti sono rappresentati da sicurezza, minima invasività, recupero in tempi rapidi. Ma vale la pena ricordare anche altri aspetti: i tempi dell’intervento, estremamente contenuti, consentono di somministrare minime dosi di anestesia, riducendo i possibili rischi anestesiologici; l’assenza di sanguinamento post-operatorio; la possibilità di intervenire anche su portatori di dispositivi medici, in quanto non viene impiegata energia elettrica; la possibilità di effettuare interventi di enucleo-vaporizzazione endoscopica, anche su prostate di volume elevato.

Per questo, la chirurgia che utilizza queste innovazioni tecnologiche risulta idonea anche per pazienti giovani che prevedono trattamenti medici di lungo periodo e, conseguentemente, controlli periodici, esami del sangue, visite specialistiche strumentali. Senza sottovalutare, aspetto non marginale, i risparmi per le strutture ospedaliere e il Servizio Sanitario Nazionale cui il meeting di Cuneo dedicherà una intera  sessione.