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Il Centro Cardiologico Monzino e l’Università degli Studi di Milano danno il via al primo studio clinico in Italia che indaga la connessione fra vaccinazione anti-covid ed eventi trombotici. Lo studio TREASURE, ha infatti l’obiettivo di valutare l’eventuale variazione dell’attivazione piastrinica-il meccanismo all’origine delle trombosi- indotta dalla somministrazione sia dei vaccini a mRNA, come Pfizer e Moderna, che quelli a vettore virale, come AstraZeneca e Johnson & Johnson. Il piano d’azione  è trovare 200 milanesi interessati a partecipare alla ricerca, sottoponendosi a un semplice prelievo di sangue prima e dopo la vaccinazione. Oltre a contribuire alla conoscenza collettiva sui vaccini anti-covid, i partecipanti entreranno in un programma di controllo della loro situazione cardiovascolare, che è sempre bene monitorare, tanto più in questo periodo di pandemia. 

I due prelievi serviranno per caratterizzare lo stato di attivazione piastrinica prima della vaccinazione e valutare l’eventuale variazione post vaccino, evidenziando anche se diverse tipologie di vaccino determinino una differente attivazione piastrinica. TREASURE è rivolto alla popolazione con età compresa tra i 18 e i 79 anni, che debba ricevere la prima o la seconda dose di vaccino anti Sars-Cov-2. 

“I casi di trombosi, per quanto rari, a seguito della somministrazione del vaccino AstraZeneca hanno seminato il panico, ma in realtà non c’è dimostrazione scientifica di un nesso di casualità, né che le donne siano più a rischio. Per questo motivo, le società scientifiche internazionali hanno raccomandato di indagare sui meccanismi di interazione fra cellule del sangue e vaccini. Un invito che abbiamo subito accolto.  La campagna vaccinale anti-covid non si esaurirà nel 2021, ma ci accompagnerà per diversi anni come tema centrale di salute pubblica” – dichiara Marina Camera, Professoressa dell’Università degli Studi di Milano e Responsabile dell’Unità di Biologia Cellulare e Molecolare Cardiovascolare del Centro Cardiologico Monzino, da sempre in prima linea sul fronte della ricerca nell’ambito delle complicanze trombotiche delle patologie cardiovascolari. 

“Stando alle raccomandazioni emesse dalle autorità sanitarie europee dopo un primo esame dei dati disponibili, i più indiziati sono i vaccini a vettore virale, tanto è vero che in Italia sono riservati agli over sessanta, età in cui gli eventi trombotici non si sono manifestati. Resta il dubbio che i casi segnalati – davvero pochissimi, rispetto ai milioni di dosi già somministrate in Inghilterra e negli Stati Uniti -, non c’entrino nulla col vaccino. Dati alla mano, il loro numero è praticamente identico alle trombosi che colpiscono la popolazione non vaccinata. Per questo bisogna assolutamente saperne di più. E non sospendere o rallentare la campagna vaccinale: ammalarsi di COVID-19 è ben più pericoloso che fare un vaccino. Faccio quindi un appello ai milanesi perché partecipino al nostro studio e aiutino la ricerca” conclude Camera.