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Installato presso il blocco operatorio del DEA, da ieri è in attività, a disposizione dei neurochirurghi del San Matteo: è il nuovissimo microscopio chirurgico che consentirà loro di realizzare interventi neurochirurgici a trecentosessanta gradi, con minore invasività e migliori risultati nel trattamento di tutte le patologie attinenti a questo specifico settore della chirurgia.
Si tratta della più moderna e innovativa strumentazione di questo genere esistente, oggi, sul mercato delle nuove tecnologie: è il primo microscopio del genere acquisito in via definitiva in un ospedale della regione Lombardia.
L’investimento del Policlinico è stato di 385mila euro: la fornitura comprende anche il materiale di consumo e la manutenzione full risk per cinque anni.
Il dispositivo acquisito racchiude in sé, in una unica soluzione tecnologica tre funzioni: quella di microscopio operatorio, di esoscopio e di endoscopio.
La prima è particolarmente innovativa: “si tratta di un microscopio robotizzato – spiega il Renato Galzio, primario della Neurochirurgia- che permette all’operatore di mantenere costantemente la direzione di visione e la messa a fuoco rispetto al target chirurgico, pur muovendo il corpo ottico liberamente nello spazio. Questa funzione riduce i tempi di intervento e aumenta la precisione di lavoro. Inoltre, lo strumento è in grado di memorizzare molteplici punti focali”.
Le particolari caratteristiche dello strumento consentono di trattare con maggior accuratezza e precisione lesioni, tumorali e non, del sistema nervoso.
Di più: “l’apparecchiatura – aggiunge lo specialista del San Matteo – è fornita di un modulo incorporato che permette l’analisi semi-quantitativa e qualitativa del flusso sanguigno dei vasi, anche di quelli più piccoli, di dimensioni millimetriche, contribuendo ad evitare complicanze post chirurgiche”.
Grazie alla funzione integrata di endoscopio utilizzato in assistenza alla micro neurochirurgia, continua Galzio, “è possibile visionare aree localizzate in profondità, nascoste da strutture superficiali. Nel caso in cui – spiega – il neurochirurgo debba asportare un tumore cerebrale in profondità, questa funzione consente di limitare la manipolazione delle strutture cranico-encefaliche e di realizzare l’operazione con minore invasività”.
Attualmente il chirurgo è costretto a visualizzare separatamente l’azione microchirurgica e l’azione endoscopica da apposito monitor. Ebbene, il nuovo apparecchio chirurgico, al contrario, consente una visione contemporanea, microscopica ed endoscopica su monitor integrato che direttamente nei binoculari. Ciò comporta anche una riduzione dei tempi operatori.
La terza funzione, quella di esoscopio, permette, infine, una visione in 3D del campo operatorio in apposito monitor: “è una funzione particolarmente preziosa nel trattamento chirurgico di tumori midollari e delle lesioni anche degenerative del rachide”.
Il Direttore Galzio prevede l’utilizzo del nuovo microscopio operatorio in almeno 300 procedure annue.
Il salto di qualità della Neurochirurgia del San Matteo è significativo ed è confermato anche dalle parole di grande soddisfazione del Direttore Generale: “con questa strumentazione – dice Nunzio Del Sorbo – il nostro ospedale fa un ulteriore salto tecnologico che consolida la sua eccellenza: ai pazienti saranno assicurate prestazioni di assoluta precisione e, verosimilmente potremo consentirci uno sviluppo di nuove tecniche chirurgiche”.

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