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Una tecnica innovativa e rivoluzionaria di trocleoplastica artroscopica per l’instabilità rotulea è stata sperimentata con successo all’ospedale CTO della Città della Salute di Torino. L’instabilità femoro rotulea è caratterizzata da lussazioni recidivanti della rotula. Si tratta di una condizione abbastanza rara ma invalidante perchè impone delle limitazioni nelle attività quotidiane dei pazienti affetti. Si manifesta a partire dall’adolescenza e, se non trattata, conduce a progressiva usura della cartilagine articolare e ad artrosi conclamata. L’instabilità rotulea è determinata da molteplici fattori: la displasia della troclea femorale, ovvero del “binario” che accoglie fisiologicamente la rotula, è tra questi il più frequente e il più importante, ma anche il meno trattato. Il rimodellamento della troclea femorale o trocleoplastica è infatti una procedura di difficile esecuzione e di rilevante invasività se eseguito con tecnica tradizionale a cielo aperto ed allo stato attuale viene eseguita sporadicamente in pochi centri specializzati in Italia. Spesso si preferisce eseguire la correzione di altri fattori anatomici collaterali, esponendo al rischio di nuove lussazioni e non restituendo una corretta morfologia articolare.

Ora, presso il reparto di Ortopedia e Traumatologia universitaria dell’ospedale Cto di Torino, viene utilizzata dal dottor Marcello Capella una nuovissima tecnica di trocheoplastica artroscopica, che, grazie all’impiego di limitate immagini radiologiche intraoperatorie, permette una migliore definizione spaziale ed una più precisa verifica della correzione ottenuta, grazie ad un’accurata riproduzione tridimensionale dell’anatomia. I risultati clinici sono stati buoni, non si sono registrate recidive di lussazione, le complicanze sono risultate percentualmente inferiori rispetto alla tecnica tradizionale con tempi di ospedalizzazione ridotti. Una maggiore precisione di esecuzione con riduzione del dolore e delle complicanze per un decorso post operatorio accelerato. Inoltre ciò che è andato oltre le aspettative è stata l’immediata ripresa della mobilità attiva con limitata sintomatologia dolorosa, che ha permesso di intraprendere un percorso riabilitativo accelerato.

Presso il Centro del Cto l’utilizzo delle tecniche artroscopiche è diventato pressochè quotidiano anche nel trattamento delle fratture e delle patologie traumatiche. Queste tecniche riducono l’invasività delle procedure e permettono di trattare porzioni dell’articolazione che sarebbero difficilmente raggiungibili a cielo aperto, con una precisione maggiore.

Il Cto per questo nuova tipologia di intervento per questa rara patologia potrà permettere la centralizzazione dei pazienti da altri ospedali delle nostra regione e di quelle limitrofe e potrà contribuire ad alimentare il numero di interventi eseguiti con questa tecnica.

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