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La Commissione Europea ha approvato deucravacitinib, un farmaco first-in-class, inibitore orale della tirosin-chinasi 2 per il trattamento dei pazienti adulti con psoriasi a placche da moderata a severa, candidati alla terapia sistemica. Deucravacitinib è la prima terapia orale con un nuovo meccanismo d’azione approvata per questa indicazione negli ultimi 10 anni. La decisione si basa sui risultati degli studi clinici di Fase 3 POETYK PSO-1 e POETYK PSO-2, che hanno dimostrato l’efficacia superiore di deucravacitinib, assunto una volta al giorno, rispetto a placebo e apremilast assunto due volte al giorno, alle settimane 16 e 24, con risposte mantenute per 52 settimane. Ulteriori dati dello studio di estensione a lungo termine POETYK PSO LTE hanno supportato l’approvazione. Il programma di studio clinico POETYK ha dimostrato un profilo di sicurezza costante nei pazienti in tre anni di trattamento continuo.

“La psoriasi è una malattia sistemica cronica immuno-mediata – afferma il dott. Piergiorgio Malagoli, Responsabile della PsoCare Unit dell’IRCCS Policlinico San Donato di Milano -. Nove pazienti su dieci soffrono della forma vulgaris, o psoriasi a placche, caratterizzata da placche distinte ovali o rotonde, di solito ricoperte da squame biancastre. In Italia si stima un numero pari a 1,8 milioni di pazienti con psoriasi, dei quali circa 500mila presentano la forma da moderata a severa. Provoca un forte prurito unito a dolore, sensazione di bruciore, tensione e secchezza della pelle, screpolatura, desquamazione, arrossamenti e addirittura sanguinamenti. A causa di questi sintomi la patologia risulta molto invalidante e compromette la qualità di vita e la produttività in ambito lavorativo. Si calcola, infatti, che oltre il 90% dei pazienti lamenti un pesante impatto sul benessere emotivo”. “L’approvazione Europea di deucravacitinib rappresenta senza dubbio un importante traguardo – aggiunge il prof. Antonio Costanzo, Ordinario di Dermatologia e direttore dell’UOC di Dermatologia presso IRCCS Istituto Clinico Humanitas – Rozzano, Milano -. È una terapia orale la cui somministrazione risulta molto agevole in quanto deve essere assunta una sola volta al giorno. Non richiede, inoltre, il monitoraggio di laboratorio. Gli studi clinici condotti hanno mostrato l’efficacia significativa e duratura di deucravacitinib su molteplici endpoint chiave, tra cui la clearance cutanea e l’intensità dei sintomi. Dal punto di vista clinico è una small molecule e la principale innovazione terapeutica è l’altissima selettività del suo meccanismo d’azione. Riesce a bloccare solo una proteina, la TYK2, fondamentale per alcuni recettori alla base della patogenesi della psoriasi. Al tempo stesso, non inibisce altre proteine come JAK1, JAK2 o JAK3. Tutto questo si traduce in un’ottima efficacia del trattamento che presenta anche buoni livelli di sicurezza e tollerabilità”. Dai due studi clinici di Fase 3 emerge che la reazione avversa più comune è l’infezione delle vie respiratorie superiori più frequentemente nasofaringite. L’incidenza di infezioni gravi è stata del 0,6%. La maggior parte delle infezioni è stata di gravità lieve o moderata e non ha causato l’interruzione del trattamento.  Nelle prime 16 settimane, le infezioni si sono verificate nel 29,1% dei pazienti trattati con deucravacitinib. Il tasso di infezioni e di infezioni gravi con deucravacitinib non è aumentato fino alla 52esima settimana. Il profilo di sicurezza a lungo termine di deucravacitinib nello studio di estensione è risultato coerente con quanto emerso dagli studi di Fase 3.

 In totale in Europa, i casi di psoriasi ammontano a circa 14 milioni e la patologia può presentarsi a qualsiasi età. È molto diffusa anche in Italia dove interessa complessivamente circa il 3% della popolazione. “Nel nostro Paese esiste il problema dell’accesso limitato ai farmaci ad alta specializzazione – prosegue il dott. Malagoli -. Al momento, solo alcune strutture sanitarie di riferimento, autorizzate a livello nazionale, somministrano le terapie più innovative. I dermatologi del territorio difficilmente consigliano ai propri assistiti farmaci che non possono prescrivere. Questa situazione può creare problemi, soprattutto ai malati colpiti dalle forme più gravi di psoriasi”. “Un altro bisogno insoddisfatto dei pazienti italiani è ottenere il controllo della malattia a lungo termine – conclude il prof. Costanzo -. Da diversi anni abbiamo a disposizione trattamenti molto avanzati come gli anticorpi monoclonali o i farmaci biologici. Sono però terapie iniettive e che necessitano della catena del freddo. Quindi la loro somministrazione può essere molto complessa. Poter avere disponibile in futuro anche in Italia un farmaco orale come deucravacitinib, che presenta un buon livello di efficacia e sicurezza, può rappresentare un grande vantaggio”.