Print Friendly, PDF & Email

Presso la Sala del consiglio – Camera di Commercio di Roma si è tenuto l’incontro “PROCUREMENT, APPALTI, INTEROPERABILITÀ. LA GESTIONE DEL FABBISOGNO SANITARIO IN TEMPI DI AUTONOMIA DIFFERENZIATA E NELL’ERA DELL’INTERNET OF MEDICAL THINGS”.

L’incontro, organizzato dal network Fare Sanità, vuol segnalare un’opportunità da cogliere nel mondo della sanità italiana: la necessità di un’esplicita e trasparente condivisione di obiettivi e capacità tra le stazioni appaltanti e le aziende produttrici con l’obiettivo di creare un processo di innovazione più armonico che garantisca acquisti più mirati e utili al SSN e ai diversi SSR, risparmiando alle aziende costi che non portano benefici e rischi legati all’incertezza sull’entità finale delle commesse. Un metodo che non solo beneficia l’utente finale ma crea un’alleanza e una governance comune tra la Sanità e un comparto industriale sempre più centrale per la sicurezza, efficacia e sostenibilità delle cure. 

La discussione coordinata da Enzo Chilelli, Presidente Comitato degli esperti Fare Sanità, è stata aperta da William Frascarelli, responsabile Sanità Digitale e Telemedicina di Consip. Sono inoltre intervenuti Guido Gastaldon, Responsabile Grandi apparecchiature e farmaco Consip; Giovanna Perino, Dirigente Responsabile Area Salute e sviluppo del sistema sanitario dell’IRES Piemonte; Nadia Ruffini, Direttore Acquisti e Progetti Speciali Soresa Spa; Carmelo Gagliano, Consigliere FNOPI e Presidente OPI Genova; Alberto De Monte, General Manager Imaging GE HealthCare; Lorenzo Terranova, Direttore associazioni di settore e nuovi mercati di Confindustria Dispositivi Medici; Giuseppe Ipocovana, Sales Manager Fujifilm HealthCare Italia SpA. 

“Bisogna riorganizzare un modello di governance – ha sostenuto William Frascarelli responsabile Sanità Digitale e Telemedicina di Consip – per poi creare modelli di bandi chiari e definiti che agevolino il lavoro e la possibilità di accesso delle aziende”. A questo fine “è stato fatto un costante lavoro di allineamento con un continuo aggiornamento e condivisione con il Ministero della Salute – ha aggiunto Guido Gastaldon, Responsabile Grandi apparecchiature e farmaco Consip – al fine di definire nuove procedure. I prodotti non possono essere valutati solo su parametri tecnici ed economici: bisogna anche guardare l’effetto benefico che quel dispositivo medico riesce a creare nel Servizio Sanitario Nazionale. In sintesi, non importa solo quanto una tecnologia costi, ma anche il suo valore terapeutico e quanto permetta di far risparmiare all’interno del Servizio Sanitario Nazionale. Per valutarlo, servono dati e confronto con i clinici.”  

“E’ importante far riferimento e diffondere buone pratiche in campo sanitario. Noi oggi possiamo vedere come il Piemonte utilizzi modelli che già tengono conto della specificità delle ASL e che valorizzano le comunità e l’interazione anche col terzo settore e col volontariato” – ha portato ad esempio Giovanna Perino, Dirigente Responsabile Area Salute e sviluppo del sistema sanitario dell’IRES Piemonte, suggerendo l’opportunità di comunicare e condividere le pratiche che hanno funzionato in modo tale che – “anche le realtà meno performanti sotto questo punto di vista possano trarre degli insegnamenti e delle indicazioni utili”. 

Tra le pratiche regionali, in risalto anche quella della campana Soresa. “Al netto delle evoluzioni normative, resta per noi centrale e strategico attivare azioni in sinergia con i vari stakeholders per riuscire ad effettuare acquisti funzionali alla soddisfazione dei bisogni e alla risposta della domanda di salute – ha aggiunto a sua volta Nadia Ruffini, Direttore Acquisti e Progetti Speciali Soresa Spa. 

“Le criticità più evidenti nel processo di procurement attuale riguardano, in primo luogo, il tema dello scollamento tra le quantità definite nel capitolato – commenta Lorenzo Terranova, Direttore associazioni di settore e nuovi mercati di Confindustria Dispositivi Medici – e gli ordini effettivi e, in secondo luogo, come valorizziamo le esperienze maturate nell’ambito dei processi digitali. Riguardo al primo aspetto, riteniamo che, per esempio, si debba rafforzare il modello di partnership pubblico/privato, che ha grandi potenzialità ma che ad oggi non è stato ampliato e approfondito sufficientemente. Sul lato del digitale è importante cercare di esplorare ciò che il capitolato produce”. In un caso e nell’altro “diventa indispensabile avviare una serie di investimenti, da parte delle stazioni appaltanti, che possano prevedere coinvolgimenti di soggetti intermedi, e nuove forme d’investimenti nei termini di definizione e comprensione dei fabbisogni”.  

A sua volta, per Carmelo Gagliano, Consigliere FNOPI e Presidente OPI Genova, si deve prevedere una valorizzazione all’interno dei processi di acquisto, di quelle che sono le necessità da parte del paziente e una valorizzazione dei risultati quantitativi e qualitativi misurati dopo l’impiego del dispositivo. “Abbiamo lavorato – inoltre – alla definizione di un documento che parla di ‘fragilità digitale’. Infatti, con l’utilizzo di dispositivi e tutto ciò che sarà tecnologia per assistenza domiciliare anche per il monitoraggio, deve avere un cittadino pronto all’utilizzo e in questa funzione l’infermiere con il quale è vicino alla persona possiede anche la misurazione degli esiti nell’assistenza che viene erogata e nell’utilizzo di ausili, presidi, tecnologia varia”. 

Il confronto tenutosi alla Camera di Commercio di Roma e promosso da Fare Sanità “per noi è davvero fondamentale – ha detto Alberto De Monte, General Manager Imaging GE HealthCare. – Negli ultimi 10 anni l’approccio al mercato pubblico è completamente cambiato a livello regionale e nazionale con una forte crescita dei volumi delle apparecchiature e dispositivi che richiede, specularmente, alle aziende di investire per aggiornare i loro modelli organizzativi e rispondere efficacemente alla nuova richiesta. Per le aziende è uno sforzo importantissimo che sarebbe molto facilitato da un lavoro di condivisione e sinergia per permettere il progressivo e equilibrato soddisfacimento dei fabbisogni nazionali e regionali. Per le aziende, infatti, è, ormai, fondamentale, nella fase di istituzione dei processi di acquisto, dialogare con la pubblica amministrazione per fare in modo che ci sia un confronto sull’innovazione, non solo dal punto di vista tecnologico ma anche rispetto alla procedura stessa di queste gare”. 

“Chi si occupa di procurement deve ascoltare la voce delle aziende – conferma infine Giuseppe Ipocovana, Sales Manager Fujifilm HealthCare Italia SpA – altrimenti si creano dei disallineamenti tra l’attesa e la possibilità, soprattutto quando si tratta di installazione e di una realtà installata e funzionante, con il risultato di rendere permanenti problematiche che potevano essere ipotizzate e risolte prima”.