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All’ospedale di Cona è stata eseguita, per la prima volta, una donazione di organi a “cuore fermo” in una donatrice di 71 anni.

Questo tipo di prelievo multiorgano è un intervento innovativo che in Italia viene effettuato in pochissimi centri d’eccellenza. Normalmente la donazione avviene da donatore in morte encefalica, quindi a cuore ancora battente. In questo caso, invece, il cuore del donatore era fermo; di conseguenza il processo di donazione, quale procedura clinico chirurgica di alta complessità, ha richiesto un elevatissimo livello di collaborazione tra strutture e discipline diverse.

L’intervento, avvenuto giovedì 29 settembre 2022, nel complesso è durato circa 8 ore ed ha coinvolto una 40ina di professionisti delle Unità Operative di Terapia Intensiva Universitaria/ECMOteamRianimazione Ospedaliera, Chirurgia Vascolare, Laboratorio Analisi e Radiologia e Piastra Operatoria.

Il prelievo a “cuore fermo” è una metodica estremamente articolata e complessa. Per eseguirla è stato necessario istituire una vera e propria “squadra”, coordinata e diretta dall’Ufficio di Coordinamento Aziendale Procurement del S. Anna e formata da medici, infermieri, operatori socio sanitari e professionisti sanitari. In questi casi è fondamentale garantire la funzionalità degli organi prelevati grazie ad un’accurata gestione del donatore, puntando a limitare il danno ischemico, utilizzando assistenza cardiocircolatoria extracorporea, immediatamente applicata dopo l’accertamento di morte. L’Ufficio di Coordinamento alle donazioni – UCAP ha gestito tutte le attività preliminari e, il giorno della donazione, ha coordinato i professionisti coinvolti e la tempistica dei singoli interventi.

“Questo complesso percorso donativo – dichiara la Responsabile dell’UCAP del S. Anna, dott.ssa Silvia Bortolazzi – ha evidenziato quanto sia importante la multidisciplinarietà e il coordinamento tra i diversi settori professionali. Fondamentale, inoltre, è il rispetto delle specifiche competenze e, al contempo, la visione d’insieme di un processo operativo dove ogni tassello concorre alla buona riuscita dell’intervento. All’estero il prelievo di organi a cuore fermo è una prassi diffusa, mentre in Italia è praticata, ancora, solamente in un numero molto limitato di centri dotati di competence e tecnologia adeguate alla complessità della procedura. In questo caso sono stati prelevati fegato, reni e cornee che contribuiranno a dare speranza a persone ammalate che sono in lista d’attesa per il trapianto”.

Sostanziale è stato inoltre il supporto del Centro Regionale Trapianti Emilia Romagna che prevede che gli ospedali in cui si attiva questa metodologia di procurement vengano affiancati da equipe di prelevatori esperti e specializzati in procedura DCD. I Professionisti dell’Ospedale Bufalini di Cesena hanno infatti affiancato il team dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara.

Il CRT-ER ha organizzato le equipe chirurgiche della regione Emilia-Romagna, incaricate degli interventi di prelievo, perché potessero essere presenti. Il resto delle complesse azioni messe in campo per arrivare al trapianto d’organo sono poi state compiute seguendo iter operativi noti e consolidati, che comunque sono possibili grazie ad un modello organizzativo di eccellenza che ha il compito, attraverso i centri di alta specialità dislocati sul territorio, di garantire ai pazienti in attesa di trapianto una risposta ottimale e uniforme a livello nazionale.

“Questa procedura che consente di estendere il numero dei potenziali donatori – ha dichiarato la dott.ssa Monica Calamai, Direttrice Generale dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria e dell’Azienda Usl di Ferrara – è stata possibile grazie alla generosa volontà della famiglia, che ha interpretato il sentire e lo stile di vita della loro congiunta, da sempre altruista e attenta agli altri.  Un gesto molto significativo vista la cronica richiesta di trapianti e la scarsità di organi disponibili.  Mi congratulo con tutti i professionisti e gli operatori che hanno programmato e portato a termine l’intervento. Credo che l’elevata competenza multidisciplinare, dimostrata da tutti i professionisti coinvolti in una procedura così complessa, sia la testimonianza di una scuola d’eccellenza legata ai trapianti all’interno dell’Azienda, che ha saputo ampliare le proprie capacità professionali e organizzative”.