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Arriva per la prima volta in Italia il Milan Critical Care Datathon and ESICM’s Big Datatalk, l’evento scientifico europeo dedicato all’uso dell’intelligenza artificiale, big data e machine learning in Medicina intensiva. Ingegneri, scienziati e medici insieme in Humanitas per discutere di come i grandi database possono supportare l’applicazione alla clinica per migliorare la qualità delle cure del paziente in un’area clinica particolarmente delicata come la terapia intensiva.

L’evento nasce dalla collaborazione tra Humanitas e Humanitas University, Politecnico di Milano, Società Europea di Terapia Intensiva e il MIT di Boston.

In Medicina Intensiva si incontrano i casi più delicati e complessi: ad esempio pazienti che hanno subito traumi o interventi chirurgici importanti. Per questo il supporto dell’Intelligenza artificiale e dei big data può essere fondamentale per il medico nell’identificare trattamenti o timing ancora più accurati.

“Abbiamo radunato a Milano i maggiori esperti mondiali nell’ambito Big Data e Medicina Intensiva. Durante l’evento avremo modo di confrontarci tra medici, scienziati e ingegneri per sviluppare assieme nuove tecnologie digitali al servizio dei nostri malati critici. L’evento, primo in Italia, nato da un’idea Humanitas e Politecnico, in partnership col MIT di Boston e ESICM, è uno dei più grandi, se non il più grande al mondo mai realizzato su questo tema. Speriamo di uscire da questi tre giorni con nuove idee e nuove collaborazioni internazionali per migliorare gli esiti per i nostri malati e le loro famiglie” spiega il prof. Maurizio Cecconi, Responsabile Anestesia e Terapie Intensive Humanitas e docente Humanitas University.

Durante l’evento si farà il punto sulle ultime tecnologie legate ai sistemi intelligenti, sulla loro diffusione nella sanità e su come queste influenzeranno la pratica medica.

In parallelo si svolgerà il Datathon: team di medici, ingegneri e scienziati di tutto il mondo dovranno creare in 24 ore una “macchina intelligente” capace di risolvere alcuni scenari che si verificano generalmente in terapia intensiva, utilizzando dati anonimi di quasi 200.000 pazienti, messi a disposizione dal MIT di Boston.

Ad esempio l’uso dell’intelligenza artificiale, tramite l’analisi di dati, potrebbe in futuro indicare la giusta dose di antibiotico da somministrare e anche suggerire il preciso momento in cui iniziare, considerando necessità, stress, fattori predisponenti del paziente, massimizzando l’efficacia e minimizzandone i rischi.

Lo sviluppo di queste tecnologie richiede, però, lo sforzo congiunto di medici e ingegneri, che devono sempre più imparare a dialogare per condividere esperienze e trovare un terreno comune per accelerare l’adozione di queste nuove tecnologie.

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