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Si tiene a Torino in questi giorni, dal 4 al 7 ottobre, il 64° Congresso della SIN, Società Italiana di Nefrologia, una delle principali associazioni italiane di nefrologia, che ogni anno riunisce esperti e specialisti per condividere le conoscenze in ambito nefrologico, al fine migliorare la prevenzione della malattia e la qualità di vita dei pazienti, fornendo un aggiornamento sullo stato della ricerca clinica e sui trattamenti delle malattie renali.

Nel corso del congresso Dr. Schär, azienda italiana che attraverso il marchio Flavis sviluppa alimenti aproteici per persone con malattia renale cronica, ha organizzato un Symposium su terapia dietetico nutrizionale, consueling psicologico e musicoterapia come approccio olistico che, unito al trapianto pre-emptive consente al paziente di evitare l’ingresso in dialisi. Il paziente solo dopo la presa in cura del nefrologo e dopo una serie di accertamenti viene considerato idoneo al trapianto pre-emptive. Il trapianto preventivo, abbinato a un approccio terapeutico multidisciplinare, come evidenziato dalle prime risultati di uno studio prospettico coordinato dal Prof. Loreto Gesualdo, Nefrologo del Policlinico di Bari, rispetto a quello eseguito dopo l’inizio della dialisi promuove risultati migliori sia in termini di sopravvivenza del paziente che di sopravvivenza del graft e riduce l’incidenza di complicanze a breve, medio e lungo termine.

“Attualmente stiamo portando avanti uno studio clinico volto a creare un modello pilota di assistenza del paziente con un approccio olistico multidisciplinare, attraverso l’integrazione delle competenze professionali di diverse figure sanitarie, ovvero nefrologo, nutrizionista, psicologo e musicoterapeuta, considerando anche i risvolti sociali, psicologici e socioeconomici della malattia renale cronica – ha affermato il Prof. Loreto Gesualdo. Il nostro obiettivo è quello di allungare il più possibile il periodo di dialisi-free per il paziente ma nello stesso tempo migliorarne la qualità della vita. I risultati raggiunti ad oggi ci confermano che siamo sulla giusta strada e che l’approccio terapeutico multidisciplinare aggiunge ulteriore valore alla terapia”.

Le evidenze riportate dallo studio, saranno testimoniate anche da un paziente con malattia renale cronica che, dopo aver ricevuto il trapianto pre-emptive con il rene donatogli dalla moglie, racconterà ai presenti la personale esperienza di terapia olistica.

La malattia renale cronica colpisce 850 milioni di persone nel mondo, più del 10% della popolazione, e quasi 4,5 milioni di individui in Italia. Di questi oltre 1 milione si trova negli stadi avanzati che precedono l’inizio della dialisi e ogni anno oltre 7.300 nuovi pazienti incominciano la dialisi in Italia. Questi numeri sono in continuo aumento per l’invecchiamento della popolazione e l’aumento di diverse patologie, come diabete, ipertensione e obesità, che possono causare la comparsa o il peggioramento della MRC.

I dati preliminari di questo studio confermano come la Terapia Dietetico-Nutrizionale (TDN) sia una componente importante della gestione conservativa del paziente affetto da malattia renale cronica, perché oltre a mantenere uno stato nutrizionale ottimale, a prevenire e/o correggere sintomi e complicanze dell’insufficienza renale cronica, a facilitare l’utilizzo di programmi di dialisi incrementale, a migliorare l’efficacia della terapia farmacologica e a ridurre l’incidenza di ospedalizzazione, come ampiamente documentato dalla letteratura, consente nei pazienti aderenti alla dieta di allontanare nel tempo dell’inizio della dialisi permettendo un risparmio per il paziente e per la comunità.

I programmi di terapia conservativa, di cui la TDN è parte essenziale, possono pertanto migliorare la qualità della vita del paziente e ridurre i costi di assistenza sanitaria.   

Poiché la TDN si fonda sulla riduzione dell’apporto proteico, gli alimenti aproteici rappresentano un presidio fondamentale per la corretta elaborazione e attuazione di una dieta ipoproteica. Costituiti da carboidrati e pressoché privi di proteine, fosforo, sodio e potassio, tali prodotti consentono di mantenere elevato l’apporto energetico, fornendo energia “pulita” e lasciando più spazio ad alimenti ricchi in proteine ad alto valore biologico per garantire l’apporto di aminoacidi essenziali.

In tal modo è possibile ottenere una maggiore efficacia terapeutica, con minor rischio di inadeguatezza nutrizionale, e una migliore gestione della pressione arteriosa e dei livelli di potassio e fosforo nel sangue.

Per tutte le terapie nutrizionali, ed in particolare quelle mirate al paziente con malattia renale cronica, l’aderenza del paziente allo schema dietetico è un elemento fondamentale per il successo e la sicurezza della TDN.

Per questo è importante che ogni paziente sia nella condizione di avere accesso ad una quantità di prodotti alimentari aproteici congrua, che gli permetta di rispettare le indicazioni della TDN, evitando di dover integrare con risorse economiche personali tali da pregiudicarne l’aderenza. Allo stesso tempo, sempre al fine di sostenerne l’aderenza terapeutica è importante che il paziente abbia a disposizione tutta la gamma di alimenti aproteici oggi disponibili, comprese le categorie più innovative, così da diversificare il più possibile una dieta altrimenti molto onerosa per la ripetitività di pasti realizzati a partire da alimenti poco vari.

Infine, è bene ricordare che le linee guida della National Kidney Foundation incoraggiano la diffusione della dieta ipoproteica nella malattia renale cronica, l’utilizzo di alimenti aproteici e il ricorso ai dietisti renali per aumentare l’aderenza e l’efficacia della dieta ipoproteica.