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Dopo la brusca interruzione del lockdown, riparte martedì 21 luglio  all’Ospedale S. Maria della Scaletta di Imola, il ciclo di incontri fra i massimi urologi italiani sull’incontinenza urinaria maschile, una patologia che coinvolge, nel nostro Paese, un milione e mezzo di uomini.

L’incontinenza urinaria maschile è il tema portante  del Progetto “LEM -Local Expert Meeting” che attraverso incontri regionali con piccoli gruppi di urologi e interventi LIVE in sala operatoria si propone di analizzare le terapie più avanzate oggi a disposizione di medici e pazienti. L’incontinenza, non va dimenticato, è una patologia diffusa e invalidante che ha un impatto pesantissimo sui rapporti di coppia, il lavoro, la mobilità, le relazioni sociali. Secondo le stime più recenti, ne soffrono 1 milione e mezzo di uomini italiani, la maggior parte a seguito di un intervento chirurgico per tumore alla prostata.

Eppure, nonostante la rilevanza clinica e sociale, l’incontinenza urinaria è ampiamente sottovalutata dagli stessi medici e dal Sistema Sanitario Nazionale, la cui risposta è inadeguata sia in termini di assistenza che di riscontri economici. Le soluzioni maggiormente adottate prevedono, tuttora, la fornitura di assorbenti esterni e trattamenti farmacologici. Le soluzioni terapeutiche più avanzate, come gli sfinteri urinari artificiali impiantabili, si scontrano con la carenza di Centri e di urologi specializzati in questa branca della chirurgia, e con l’inadeguata copertura da parte delle strutture regionali.

Il trattamento dell’incontinenza grave, generata dall’intervento demolitivo di prostatectomia, non viene di fatto ritenuto prioritario per tanti pazienti che devono affidare la soluzione del problema alla sensibilità dei singoli urologi e alle specifiche competenze ospedaliere.

Di questo parleranno a Imola il 21 luglio alcuni fra i più autorevoli urologi provenienti sia dall’ Emilia Romagna sia da altre Regioni. L’incontro si inserisce in un Progetto medico di ampio respiro denominato LEM, cioè “Local Expert Meeting”,progetto che ha purtroppo subito una inattesa battuta d’arresto e che riparte proprio dall’Ospedale S.Maria della Scaletta – Azienda USL di Imola.

Ospite e guida dell’incontro il dottor Emilio Emili, Direttore Dipartimento chirurgico e Direttore UOC Urologia che presenterà alcuni interventi chirurgici effettuati in diretta dalla sala operatoria. In questo caso, il clinico effettuerà tre impianti di sfinteri urinari artificiali, una delle soluzioni terapeutiche più evolute ma tuttora adottate misura marginale nel nostro Paese

L’Ospedale di Imola è un riconosciuto Centro di eccellenza per l’urologia non solo in Emilia Romagna ma a livello nazionale. E,’ infatti, una delle poche strutture ospedaliere pubbliche  che effettua questi impianti con il Servizio Sanitario Nazionale, in aderenza a una politica sanitaria impegnata  a garantire le migliori cure a tutti i pazienti.

“Gli sfinteri urinari artificiali”, ricorda l’urologo “risolvono in modo efficace un problema che non può essere considerato in alcun modo  estetico ma funzionale, avendo a che fare con la salute e la qualità della vita quotidiana”

A seconda dei pazienti, la patologia può presentare sintomi diversi quali Incontinenza da stress, oppure da urgenza, Incontinenza mista. Quanto all’insorgenza, può essere ricondotta all’invecchiamento, a malattie specifiche ma, soprattutto nelle forme più gravi, a interventi di chirurgia demolitiva a seguito di un tumore alla prostata.

Il sistema impiantato, di piccolissime dimensioni e costituito da una pompa, un bracciale e un palloncino collegati da un tubicino flessibile, riproduce integralmente gli organi naturali, non presenta complicanze post operatorie e viene inserito all’interno del corpo, permettendo di ripristinare appieno le funzioni vitali.  “Per questo” – ricorda Emilio Emili – “ha registrato il consenso  di medici e pazienti e favorito una domanda globale cui il SSN non risponde purtroppo in misura esaustiva. E’ peraltro evidente che una maggiore diffusione degli impianti potrebbe contribuire non solo a risolvere il problema di tanti pazienti, ma all’abbattimento dei tempi e dei costi dei dispositivi e delle procedure ospedaliere e di assistenza”

L’auspicio dei clinici che parteciperanno anche ai futuri incontri LEM, già programmati in diverse regioni, è che la gravità della patologia venga finalmente riconosciuta, consentendo a migliaia di uomini di recuperare una buona qualità di vita.

Gli incontri LEM intendono contribuire anche alla migliore sensibilizzazione del pubblico maschile. Questo significa, per esempio, orientare tanti uomini, anche di giovane età, a rivolgersi con tempestività e fiducia allo specialista. Dalle statistiche recenti emerge, invece, che ben 9 milioni di uomini italiani non si sono mai recati dall’urologo e che solo il 10/20% si sottopone a una visita preventiva.