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Centinaia di innovatori, pionieri della ricerca, clinici, leader di settore e decisori politici da tutta Europa uniti da una visione comune su come rivoluzionare il settore sanitario. In due pubblicazioni sono state presentate linee guida dettagliate su come applicare le più recenti scoperte tecnologiche e scientifiche per studiare, tracciare e curare le cellule umane nel corso dell’intera vita degli individui.
L’iniziativa LifeTime, di cui fa parte anche l’Università di Bologna, ha sviluppato una strategia per promuovere il trattamento personalizzato di cinque classi principali di patologie: cancro, malattie neurologiche, infettive, infiammatorie croniche e cardiovascolari. Lo scopo è portare l’Europa in una nuova era di medicina personalizzata basata sullo studio delle cellule, per offrire trattamenti più efficaci ed economici che porteranno ad un radicale cambiamento dell’esperienza sanitaria del paziente.
Per far crescere un corpo sano e funzionante, le nostre cellule seguono percorsi di sviluppo durante i quali acquisiscono ruoli specifici in tessuti ed organi. Quando però si discostano dal loro funzionamento ottimale finiscono per accumulare modificazioni che portano allo sviluppo di patologie difficilmente rilevabili prima della comparsa dei primi sintomi. A questo punto, il trattamento medico è spesso invasivo, costoso e inefficiente.
Oggi abbiamo però a disposizione tecnologie per esaminare la composizione molecolare delle singole cellule e rilevare così la comparsa di una patologia o la resistenza ad una terapia con ampio anticipo. Utilizzando tecnologie all’avanguardia di analisi della singola cellula e di microscopia in combinazione con sistemi di intelligenza artificiale e modelli personalizzati, sarà quindi possibile non solo individuare precocemente la comparsa di una malattia, ma anche scegliere la terapia più efficace per ogni singolo paziente. Mirare alle cellule che causano le malattie per intercettare i disturbi prima che si verifichino danni irreparabili per l’organismo migliorerà sostanzialmente la prognosi per molti pazienti, con un potenziale risparmio per l’Europa di miliardi di euro in costi legati al sistema sanitario.
Il rapporto ufficiale “LifeTime and improving European healthcare through cell-based interceptive medicine”, pubblicato su “Nature”, e la LifeTime Strategic Research Agenda spiegano come queste tecnologie dovrebbero essere co-sviluppate rapidamente, trasferite al contesto clinico e applicate ai cinque gruppi di patologie principali. Strette interazioni tra infrastrutture europee, istituti di ricerca, ospedali e mondo industriale saranno essenziali per generare, condividere e analizzare oltre i confini europei la grande quantità di dati medici prodotti da LifeTime. L’iniziativa promuove la visione di una ricerca eticamente responsabile a vantaggio dei cittadini in tutta Europa.
“LifeTime ha riunito scienziati provenienti da diversi campi – biologi, clinici, data scientist, ingegneri, matematici e fisici – per permettere una miglior comprensione dei meccanismi molecolari che promuovono la salute e di quelli che invece generano malattie”, dice Nikolaus Rajewsky, direttore scientifico del BIMSB presso il Max Delbrück Center for Molecular Medicine e coordinatore dell’iniziativa LifeTime. “La medicina intercettiva basata sulle cellule consentirà ai medici di diagnosticare patologie precocemente e di intercettarne i disturbi prima che si verifichino danni irreparabili. La proposta di LifeTime è di grande valore e promette di migliorare la salute del paziente in Europa”.
“Implementare la medicina basata sulle cellule ci permetterà di migliorare notevolmente il trattamento di numerose patologie”, aggiunge Geneviève Almouzni, direttrice della ricerca presso il CNRS, direttrice onoraria del centro di ricerca dell’Institut Curie di Parigi e co-coordinatrice dell’iniziativa LifeTime. “Pazienti in tutto il mondo saranno in grado di condurre una vita più lunga e più sana. L’impatto economico potrebbe essere enorme, con miliardi di euro risparmiati già solamente grazie ai guadagni di produttività per il trattamento dei tumori, e alla forte riduzione delle degenze in terapia intensiva per il Covid-19. Ci auguriamo che i leader dell’Unione Europea si rendano conto della necessità di dover investire nella ricerca adesso”.
“L’iniziativa di networking europea LifeTime è un’importante opportunità per integrare le più moderne conoscenze biomediche, cliniche, statistiche e modellistiche con l’obiettivo di sviluppare nuove strategie sperimentali, cliniche e diagnostiche, e si integra perfettamente con gli attuali sviluppi di ricerca del nostro Ateneo”, spiega Daniel Remondini, professore al Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Bologna, tra i membri del consorzio LifeTime. “In particolare, abbiamo contribuito a fornire indicazioni sul ruolo dei metodi sperimentali di singola cellula e di un adeguato modelling statistico e matematico, integrato con i Big Data biologici disponibili nei numerosi repository pubblici internazionali”.