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Considerato per troppo tempo un tabù o un argomento di cui parlare soltanto con persone veramente fidate, finalmente nel 2022 il tema della salute mentale è arrivato anche sui banchi delle più alte istituzioni. E complici le nuove generazioni sempre più attente al tema e una buona dose di consapevolezza di tanti, andare dallo psicologo sta diventando un argomento su cui si può e si deve parlare. Nonostante per tanto tempo il benessere mentale ha assunto un ruolo secondario al benessere fisico, oggi ben 9 su 10 gli italiani sono propensi a ricorrere alla psicoterapia in caso di necessità.

Secondo l’indagine condotta da YouGov per Unobravo, il servizio di psicologia online e Società Benefit, per approfondire gli atteggiamenti dei consumatori riguardo la terapia psicologica, l’89% degli intervistati ha affermato di essere aperto ad andare da uno psicologo o psicoterapeuta e, tra questi, 4 persone su 10 hanno dichiarato di star seguendo un percorso di terapia o di averlo già concluso.

Nello specifico, emerge come la maggioranza sceglie di contattare un professionista della salute mentale per risolvere sintomi specifici, come quelli connessi al tono dell’umore, all’alimentazione o ai disturbi d’ansia, ma anche per risolvere problemi che possono incidere sulla vita quotidiana, tra cui vita di coppia, lavoro, relazioni personali. Per il 23% di intervistati affidarsi a un terapeuta è stato un valido aiuto per elaborare un trauma o un lutto, mentre un’altra motivazione è anche la volontà di conoscere meglio se stessi.

Per quanto riguarda il tipo di sedute svolte, la terapia individuale è sicuramente quella più intrapresa; solo 1 persona su 10 ha invece seguito percorsi di coppia o terapie di gruppo, mentre alcuni hanno provato anche tipologie diverse nel corso della vita.

Sebbene la terapia online esista da decenni, soprattutto negli USA, fino all’avvento dell’emergenza pandemica erano davvero pochi in Italia i terapeuti che incontravano i pazienti in modalità digitale oltre che in studio. Oggi invece, svolgere sedute di terapia psicologica attraverso lo schermo è diventato parte della  “nuova normalità” sia per i professionisti, sia per gli utenti.

Stando ai dati ricavati dall’indagine commissionata dal servizio di psicologia online, infatti, ben il 59% di chi attualmente è in terapia ha effettuato almeno alcune sedute online: un  numero molto più alto rispetto a chi aveva fatto terapia in passato, di cui solo il 16% aveva fatto almeno qualche seduta online. Rispetto ai due tipi di incontri, se in presenza o attraverso lo schermo, inoltre, la maggior parte degli intervistati si è dichiarata aperta alla terapia online e il 32% ritiene quest’ultima equivalente o migliore della tradizionale. 

Guardando all’età anagrafica, a pensare che, se ben eseguita, le sedute da remoto sono equiparabili a quelle effettuate in studio sono soprattutto i più giovani, nella fascia d’età tra 24 e 34 anni: una percentuale significativa rispetto alle persone over 55 che non seguirebbe una terapia in modalità digitale.

“La modalità digitale ha favorito tantissimi pazienti nello svolgimento di un percorso di psicoterapia: si pensi a quanti sono costretti a rinunciarvi a causa delle più disparate motivazioni, magari perché residenti in piccoli centri abitati oppure per via dei ritmi frenetici quotidiani – commenta la dott.ssa Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e Direttore Clinico di Unobravo -. Offrire un servizio flessibile che tenga conto delle esigenze di ogni persona e che sia anche accessibile dal punto di vista economico, è funzionale affinché una platea sempre più ampia di pazienti possa lavorare sul proprio benessere psicologico”.

Ben il 51% degli intervistati che considera la terapia online almeno equivalente a quella in presenza ritiene, infatti, che effettuando la terapia da remoto sia molto più semplice poter inserire le sedute nella propria agenda, sempre più ricca di appuntamenti e impegni. Un vantaggio non da poco considerando il grande risparmio in termini di tempo e di denaro che ne deriva e che è stato evidenziato dal 40% dello stesso campione. Non solo: dalle risposte dell’indagine è emerso anche quanto l’online favorisca le persone che presentano difficoltà relazionali o patologie per cui fanno fatica a uscire di casa, permettendo loro inoltre di sentirsi più a proprio agio nell’intraprendere un percorso, trovandosi in un luogo familiare come può essere la propria stanza.