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Buone notizie per i 7 milioni di uomini italiani cui, nel 2019, è stata diagnosticata l’Ipertrofia Prostatica Benigna. È stato da poco introdotto in Italia Rezūm, il rivoluzionario sistema progettato per trattare i pazienti con sintomi urinari associati all’Ipertrofia prostatica benigna tramite la termoterapia.

Per comprendere a fondo la portata del nuovo trattamento che molti urologi hanno definito “rivoluzionario”, è opportuno conoscere meglio la patologia. L’ipertrofia prostatica benigna colpisce l’80% degli italiani over 50 e si manifesta con l’aumento volumetrico della prostata, la piccola ghiandola attraverso cui passa l’uretra, ovvero il condotto che dalla vescica porta l’urina verso l’esterno. Quando la prostata si ingrossa va a comprimere proprio l’uretra, ostacolando la fuoruscita dell’urina. La patologia è progressiva, peggiora con il tempo e, se non adeguatamente trattata, può provocare danni permanenti alla vescica.

Il nuovo sistema utilizza la corrente di radiofrequenza per generare energia termica sotto forma di vapore acqueo, da iniettare nella prostata in dosi controllate di 9 secondi, per un totale di 8-10 iniezioni per ogni seduta.

Il vapore iniettato nel tessuto prostatico si disperde attraverso lo spazio interstiziale tra le cellule tissutali. Mentre si espande, il vapore si raffredda e si condensa. A contatto con il tessuto prostatico, la condensazione libera l’energia termica immagazzinata nel vapore e determina la denaturazione delle membrane delle cellule, causandone la necrosi.

Con il progredire della sequenza necrotica, le cellule denaturate vengono assorbite dal normale metabolismo corporeo, riducendo così il volume del tessuto prostatico che occlude l’uretra.

La condensazione del vapore genera, nella zona trattata, anche il rapido collasso del sistema vascolare, rendendo in questo modo la procedura non cruenta; Le competenze già maturate nella pratica clinica quotidiana consentono di tracciare il profilo dei pazienti idonei al trattamento Rezūm. Fra questi: uomini che abbiano deciso di non assumere farmaci o insoddisfatti dei risultati ottenuti con le terapie farmacologiche; uomini che abbiano cessato o interrotto le terapie farmacologiche; uomini che non possano essere sottoposti ad anestesia o che non intendano affrontare terapie chirurgiche; uomini che – anche a causa di altre patologie – utilizzino un catetere permanente.

Il trattamento con Rezūm non richiede un approccio chirurgico che, attualmente, rappresenta la “scelta tradizionale” quando i trattamenti farmacologici non sono efficaci.

La minima invasività, la rapidità e facilità di esecuzione della procedura non comportano necessariamente il ricovero ospedaliero. Rezūm può infatti essere impiegato anche in day-hospital o in ambulatori specializzati, in condizioni di massima sicurezza per il paziente. Questo aspetto ha riscontrato elevato consenso sia da parte degli urologi sia dei pazienti, consentendo, anche nella emergenza Covid-19, di trattare una patologia “non differibile” anche senza ospedalizzazione, prevenendo i rischi di infezioni e contagi, riducendo le liste d’attesa, abbattendo i costi legati a interventi chirurgici tradizionali.

Si aggiungano i risultati visibili già dopo un mese, la rapida ripresa delle normali attività quotidiane del paziente e vantaggi clinici di grandissima importanza, quali la preservazione della normale funzione sessuale ed il mantenimento della corretta funzione urinaria.

Come hanno testimoniato gli urologi che hanno già sperimentato il nuovo trattamento: “Oltre a preservare intatta la funzione urinaria senza fenomeni di incontinenza, Rezūm consente a molti pazienti, soprattutto giovani, di ridurre le terapie farmacologiche e non presenta controindicazioni per la sfera sessuale”.

L’efficacia della nuova tecnologia è suffragata da numerosi studi clinici. Il più recente dei quali, pubblicato sul “Journal of Urology”, ha rilevato miglioramenti significativi e duraturi dei sintomi del tratto urinario e, complessivamente, della qualità di vita dei pazienti fino a 5 anni dopo la procedura.

Si aggiunga che le analisi di costo-efficacia condotte negli Stati Uniti confermano che Rezum è clinicamente efficace nel ridurre i sintomi urinari dell’Ipertrofia Prostatica Benigna, ed è anche vantaggioso, con un minor costo iniziale rispetto alle tradizionali terapie chirurgiche, un minor costo rispetto ad altre soluzioni minimamente invasive paragonabili e un minor tasso di eventi avversi.

Nel mese di giugno, il National Institute for Health and Care Excellence, l’ente del Dipartimento della Salute inglese che definisce le linee guida sulle soluzioni terapeutiche più efficaci e più economiche per il sistema sanitario UK, ha ufficializzato le raccomandazioni all’uso di Rezum, evidenziandone l’efficacia clinica per pazienti affetti da Ipertrofia Prostatica Benigna con sintomi urinari da moderati a gravi, il basso rischio di disfunzioni sessuali, il miglioramento di qualità della vita. L’analisi economica condotta ha inoltre dimostrato un possibile risparmio di oltre 550 sterline per ogni paziente per 4 anni, rispetto a trattamenti standard più invasivi, quali la resezione transuretrale della prostata o l’enucleazione della prostata con raggi laser Olmio.

Come anticipato, il trattamento con Rezum può essere effettuato sia in ambito ambulatoriale, sia in centri specializzati  a bassa “intensità di rischio”.

In funzione dei riconosciuti vantaggi, e con l’obiettivo di ampliarne l’utilizzo, sarebbe auspicabile che il Sistema Sanitario Nazionale prevedesse una tariffa di rimborso ambulatoriale; attualmente, infatti, la procedura non è codificata e non è rimborsata dal SSN alle strutture sanitarie che erogano la prestazione in regime ambulatoriale.

Oppure una specifica tariffa DRG in regime di “day-hospital” che consenta di tracciare la procedura e remunerare correttamente le strutture ospedaliere che garantiscono il trattamento. Attualmente, infatti, la mancanza di un codice dedicato a questa specifica procedura porta all’utilizzo del DRG 337 “Prostatectomia transuretrale senza CC”, non sempre ritenuto pertinente. Inoltre, la tariffa di rimborso prevista dal DRG consente la copertura dei costi sostenuti solo laddove si ricorra al ricovero ordinario rispetto al day hospital, vanificando i potenziali benefici organizzativo-gestionali, oltre che clinici, correlati alla procedura stessa.

L’auspicio, ampiamente condiviso, è che l’efficacia terapeutica del sistema, la sua semplicità e i benefici che consentono di rinviare per diversi anni interventi chirurgici e trattamenti più invasivi rendano il trattamento disponibile e accessibile al maggior numero possibile di pazienti di varie età, rispondendo alle esigenze di un sistema sanitario in rapido mutamento e alle aspettative di una società moderna, impegnata a garantire le cure migliori ai propri cittadini.