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La scoperta di PESTE SUINA in alcuni allevamenti di maiali suggerisce che per evitare che a mezzo di cinghiali sparsi per tutta Italia possa diffondersi e rappresentare un grave problema per la popolazione è necessario che siano presi provvedimenti drastici da parte di tutta le autorità preposte.

Quale dirigente superiore medico del Ministero della Sanità nel 1990 mi sono interessato del problema sanitario per mettere in atto misure di prevenzione della malattia nei maiali.

Come allevatore poi in un’azienda agricola di proprietà, negli anni 50, ho dovuto affrontare una grave epidemia di peste suina colpì quasi tutta la Basilicata e fu combattuta è vinta e grazie alle drastiche misure intraprese con la individuazione e l’abbattimento dei maiali che presentavano la malattia.

E’ necessario che siano presi provvedimenti non procrastinabili:

  • che ci sia una drastica e profonda riduzione di cinghiali, che, oltre che diffondere a macchia d’olio la infezione arrecanogravi danni anche alle colture agrarie;
  • mentre gli allevamenti di maiali vengono controllati, i cinghiali bradi sono i portatori e i diffusori di malattie gravi per la popolazione;
  • che nel  loro vagare per i Paesi e le città in cerca di cibo pregiato portano al degrado ambienti apprezzati  anche da numerosi turisti per la loro bellezza.

Questa lettera aperta viene inviata a che le autorità preposte ognuno per la loro parte prendano conoscenza approfondita del problema è adottino misure drastiche non procastinabili nel contenere malattie gravi che possono facilmente passare all’uomo.

Prof. Dott. Antonio Molfese

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