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Presso il Centro di Terapia Antalgica dell’ospedale di Savigliano sono state introdotte di recente tecniche di radiofrequenza pulsata e termo-lesiva per trattare il dolore a livello di articolazioni come spalla, ginocchio e anca. La tecnica sfrutta a scopo antalgico la formazione di calore per produrre lesioni termiche nei tessuti nervosi con i quali l’ago è posto a contatto. L’artrosi o osteoartrosi è la più diffusa malattia articolare cronica in tutto il mondo ed è la seconda causa di disabilità dopo le patologie cardiovascolari e spesso i pazienti con tali patologie dolorose si vedono costretti a “convivere” con il dolore per tutta la vita facendo spesso ricorso a farmaci analgesici oppioidi maggiori gravati da importanti effetti collaterali. “Prosegue il nostro percorso di crescita nell’ambito delle procedure antalgiche per la presa in carico e il sollievo del dolore del paziente – spiega la dottoressa Fenoglio – la radiofrequenza periferica si affianca ai trattamenti consolidati sulle patologie della schiena e alla epidurolisi, ossia il trattamento delle aderenze cicatriziali nei casi di pazienti operati alla colonna vertebrale”. “Tali procedure – aggiunge il dottor Giaime – sono particolarmente indicate per pazienti con dolori artrosici che non hanno specifiche indicazioni chirurgiche o che sono contrari al trattamento chirurgico; a scopo antalgico si possono trattare, in alcuni casi, anche pazienti protesizzati o post-operati con miglioramenti significativi del quadro doloroso. Lo stesso discorso vale per il trattamento dei pazienti con dolori cronici invalidanti al coccige o pelvi/perineali che interessano prevalentemente soggetti di sesso femminile”. Si tratta di un numero cospicuo di pazienti coinvolti e che altrimenti sarebbero costretti a ricorrere alla terapia farmacologica con importanti ripercussioni sulla vita lavorativa e sociale a causa della cronicità del dolore che diventa, per la sua persistenza nel tempo, malattia vera e propria e non più semplice sintomo sia nel caso di tratti di dolore articolare che di dolore pelvi-perineale. Utilizzando le specifiche scale di valutazione del dolore, i pazienti hanno riferito una netta riduzione del dolore, in nessun paziente si sono riscontrate complicanze maggiori o minori, né a breve termine, né a medio o lungo termine. I pazienti di entrambi i sessi hanno riferito miglioramento del dolore già dopo poche ore dal trattamento; a distanza di sei mesi il dato clinico è rimasto pressoché invariato e la riduzione del dolore è stata confermata stabile nel tempo. “E’ nostra intenzione infine – aggiunge Fenoglio – realizzare un modello a rete con percorsi di presa in carico, attivando una stretta collaborazione con le strutture di Ortopedia, di Medicina Fisica e Ribilitazione e di Ginecologia. Ringrazio, oltre al personale che opera nella struttura, il direttore sanitario dell’ospedale di Savigliano Giuseppe Guerra che ha sempre creduto nella nostra attività e il direttore del Coordinamento dei Presidi Ospedalieri Mirco Grillo che ci ha sempre incoraggiato nel migliorare la qualità del nostro servizio fino a farlo diventare un vero punto di riferimento per i pazienti con dolore di tutta la Regione e non solo”.
La Radiofrequenzaè una tecnica che consente di ottenere un’analgesia per un periodo di tempo superiore a quello che si otterrebbe con il solo utilizzo di farmaci. L’analgesia viene ottenuta tramite una lesione termica delle fibre che conducono lo stimolo doloroso. Questo permette anche la ripresa di una migliore autonomia nelle attività quotidiane e la possibilità di intraprendere un programma rieducativo e riabilitativo altrimenti difficile da eseguire. In associazione alla procedura di radiofrequenza si potranno somministrare farmaci analgesici/cortisonici al fine di migliorare l’efficacia della manovra. La procedura avviene in sala operatoria con l’ausilio dell’immagine radiologica e/o ecografica. In anestesia locale, l’ago è posizionato in corrispondenza dei segmenti anatomici che si usano come riferimento. Dopo verifiche di sicurezza, la macchina che genera le radiofrequenze viene usata per stimolare i nervi circostanti. Può succedere di avvertire una sensazione di formicolio, di peso, talvolta di bruciore o dolore nelle zone che normalmente fanno male oppure di sentire pulsare i muscoli o la regione interessata. Per il massimo comfort prima di cominciare si può valutare di somministrare una leggera sedazione. La durata complessiva della procedura è di circa 40-70 minuti a seconda di quanti segmenti devono essere trattati; una durata più lunga potrà essere necessaria in caso di una particolare conformazione anatomica. Il giorno del trattamento, dalla mezzanotte, il paziente dovrà rimanere a digiuno senza sospendere l’abituale terapia farmacologica. Cosa succede dopo la procedura? Il paziente è trasferito nel Reparto del Day Hospital dove rimarrà in osservazione fino alle prime ore del pomeriggio. In caso di necessità il medico responsabile potrà decidere per una notte di ricovero in un reparto di degenza. Nei primi 10-15 giorni dopo l’esecuzione del trattamento è possibile che si possa avvertire la persistenza del dolore abituale ed eventualmente anche un lieve peggioramento di carattere transitorio. Inoltre possono verificarsi piccole emorragie superficiali, dolore delle fasce muscolari, debolezza muscolare, mentre sono estremamente rari casi di infiammazione dei nervi trattati ed ematomi più importanti dovuti alla procedura.