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Sono stati eseguiti questa settimana, presso l’ospedale di Rivoli, i primi due interventi di inchiodamento endomidollare del femore utilizzando il sistema Adapt 2.1, una tecnologia innovativa per l’osteosintesi delle fratture di femore. Una delle principali complicanze in questo tipo di intervento è la migrazione della vite cefalica del chiodo, la cui incidenza varia dal 2% al 7%. Nel caso in cui quest’evenienza si verificasse potrebbe essere necessario un nuovo intervento. Il sistema di navigazione Adapt 2.1, adattato all’amplificatore di brillanza, consente una maggior precisione nel posizionamento delle viti e ne riduce significativamente il rischio di migrazione. L’équipe della S.C. Ortopedia dell’ospedale di Rivoli, guidata dal Dott. Aniello Arbucci, ha applicato questa tecnica su due pazienti, entrambe di 82 anni e con frattura laterale del collo del femore. Si tratta dei primi due interventi di questo genere eseguiti nel torinese, gli unici in Piemonte insieme a quelli eseguiti all’ospedale di Casale Monferrato. Nei primi tre mesi del 2021 sono state trattate dall’équipe della S.C. Ortopedia e traumatologia di Rivoli e Susa ben 114 fratture di femore.

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