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«Dal punto di vista toracico, l’intervento di lobectomia polmonare superiore sinistra è tecnicamente uno dei più complicati in assoluto. Quello eseguito di recente alla Clinica Fornaca riguardava il tumore di un lobo polmonare e ha comportato anche l’asportazione della lingula del polmone sinistro». Il dottor Paraskevas Lyberis, chirurgo toracico della Clinica Fornaca e della Città della salute e della scienza di Torino, spiega così l’intervento eseguito in videotoracoscopia in équipe con il professor Enrico Ruffini e il dottor Francesco Guerrera e con il supporto anestesiologico del dottor Giulio Rosboch.
Il paziente operato dal dottor Lyberis presentava una diagnosi di carcinoma squamoso e una BPCO, infiammazione cronica delle vie aeree e del tessuto polmonare che, unita a una condizione di obesità, ha reso l’intervento ancora più impegnativo dal punto di vista chirurgico e anestesiologico. «Abbiamo deciso di eseguire un accesso minimo per consentire al paziente di recuperare in tempi più celeri e di andare incontro a un dolore molto controllato, in perfetta sintonia con le sempre più presenti esigenze di dimissioni precoci e controllo quasi totale del dolore», prosegue il dottor Lyberis. È stato perciò praticato un piccolo accesso di tre centimetri al quarto spazio della linea ascellare anteriore sinistra, alla quale ha fatto seguito un’ulteriore piccola incisione di dieci millimetri dove è stato introdotto lo strumento ottico. «Grazie a quest’ultimo – continua il dottor Lyberis – potevamo vedere tutto il cavo polmonare lavorando dall’esterno con gli strumenti della toracoscopia. Da quell’acceso di tre centimetri è “passato” anche il lobo polmonare che abbiamo asportato». L’intervento è durato tre ore e mezza, al paziente è stato applicato un solo drenaggio e al quarto giorno di ricovero è risultato già dimissibile: «Nessuna complicanza operatoria, oggi il paziente è a casa in ottime condizioni».
Ricorrere a questa avanzata tecnica diagnostica mininvasiva ha permesso al paziente di evitare l’approccio molto invasivo nonché le incisioni più lunghe che sono caratteristiche della toracotomia post laterale e laterale: «Con la videotoracoscopia non si usa il divaricatore – conferma il dottor Lyberis – : il grill costale non viene divaricato e non c’è frattura iatrogena dell’arcata costale. SI fa invece ricorso a un apposito retrattore cutaneo che tiene divaricati i lembi della cute come se fosse un elastico e permette agli strumenti di entrare e di svolgere il proprio lavoro». Un altro punto forte della VATS è rappresentato dall’ottica: «Ci offre la possibilità di avere una visione più netta, limpida e grande, una bidimensionalità eccezionale – conferma il dottor Lyberis -. La Clinica Fornaca dispone di formidabili ottiche e di schermi di ultima generazione ad alta definizione. Possiamo perciò disporre di una visione magnificata a 360 gradi che aiuta le nostre manovre molto delicate, al pari delle suturatrici meccaniche che accelerano i tempi di intervento».
Un intervento tanto eccezionale per la sua mininvasità non è per tutti: «Il paziente operato in Fornaca aveva svolto tutti gli accertamenti finalizzati a renderlo idoneo a questo tipo di operazione – chiarisce il dottor Lyberis -. Non abbiamo dovuto svolgere alcun tipo di indagine intra operatoria perché avevamo la certezza della diagnosi e del suo quadro completo che non comportava la presenza di elementi ostativi all’uso di questa tecnica». Capita invece di frequente che il polmone non si presti da un punto di vista anatomico al ricorso alla VATS: «La presenza di maxi aderenze vascolarizzate o l’assenza di scissure nega l’accesso a questa tecnica che rimane perciò riservata a pazienti con determinate caratteristiche diagnostiche e anatomiche», conclude il dottor Paraskevas Lyberis.