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La Fondazione IRCSS Istituto Nazionale Tumori sta conducendo il progetto MEMEME per la prevenzione delle malattie croniche legate all’età e ha scelto Lifecharger per aiutare i pazienti a gestire al meglio le cure
Il progetto MeMeMe intende prevenire le malattie croniche legate all’età attraverso una dieta più sobria e più varia, una moderata attività fisica, e un vecchio farmaco usato da 50 anni per curare il diabete, che ha gli stessi effetti metabolici di una dieta sana. Il progetto coinvolge uomini e donne di 55 anni o più che hanno la sindrome metabolica e che sono interessati a farla regredire, a perdere peso, a stare meglio, e a prevenire malattie gravi. Può partecipare chi non ha avuto tumori maligni, diabete, infarti cardiaci o ictus.
La tradizione alimentare mediterranea e la filosofia macrobiotica del cibo fanno regredire la sindrome metabolica, e che la metformina consente di prevenire il diabete in chi ha la sindrome metabolica. Molti studi inoltre hanno mostrato che la dieta mediterranea riduce il rischio di cancro, di diabete, di infarto, di accidenti cerebrovascolari, di demenza di Alzheimer, e che la metformina riduce il rischio di malattie di cuore e di cancro.
I partecipanti riceveranno raccomandazioni per rinnovare il loro stile di vita e di cucina, e assumeranno due pillole al giorno.
I partecipanti disporranno anche di uno strumento in più per essere precisi e puntuali nell’assumere la metformina: la App LifeCharger.
Lifecharger è una App pensata per i pazienti che devono seguire trattamenti farmacologici per lunghi periodi. Semplice nell’uso ed efficace, guida il paziente nella gestione delle terapie durante il corso della giornata, e gli permette una cura sempre più efficace.
Non solo. LifeCharger è un sistema che, nel pieno rispetto della privacy del paziente, permette la condivisione di dati e informazioni con il medico di base, gli specialisti e i ricercatori. LifeCharger permette di trasmettere a questi soggetti tutta una serie di informazioni relative al trattamento in corso o eventi che posso interferire con l’efficacia della terapia. In questo modo i medici possono ridisegnare il quadro terapeutico per adattarlo in modo sempre più personalizzato al singolo paziente. I ricercatori ottengono una quantità di dati che permette loro di osservare e comprendere meglio i comportamenti dei pazienti, e di mettere a punti prodotti sempre più efficaci e sicuri.

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