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La terapia con empagliflozin mostra benefici cardiovascolari significativi indipendentemente dal numero di fattori di rischio cardiovascolare adeguatamente controllati

Boehringer Ingelheim ed Eli Lilly and Company hanno annunciato la presentazione dei risultati di un’analisi post-hoc dello studio cardine EMPA-REG OUTCOME al 55° Congresso dell’Associazione Europea per lo Studio del Diabete a Barcellona. I risultati dello studio EMPA-REG OUTCOME indicano che la riduzione del rischio di eventi cardiovascolari, compresi mortalità per cause cardiovascolari e ospedalizzazione per scompenso cardiaco, riscontrata con empagliflozin in adulti con diabete di tipo 2 e malattia cardiovascolare accertata, è stata indipendente dal numero di fattori di rischio cardiovascolari adeguatamente controllati.1

“Ridurre il rischio cardiovascolare nei soggetti con diabete di tipo 2 può rappresentare un compito non semplice, soprattutto in coloro che presentano fattori di rischio cardiovascolare, come glicemia e valori pressori non controllati-ha dichiarato Waheed Jamal, Corporate Vice President e Responsabile Medicina Cardio-Metabolica di Boehringer Ingelheim – E’, pertanto, incoraggiante vedere i risultati di EMPA-REG OUTCOME che dimostrano come empagliflozin abbia migliorato gli esiti cardiovascolari nei soggetti con diabete di tipo 2 e malattia cardiovascolare, indipendentemente dal fatto che i fattori di rischio cardiovascolare fossero tenuti sotto controllo o meno”.

Questa analisi post-hoc ha valutato i benefici cardiovascolari di empagliflozin – tra cui riduzione del rischio di mortalità per cause cardiovascolari e di ospedalizzazione per scompenso cardiaco – in sottogruppi di soggetti con diabete di tipo 2 e malattia cardiovascolare accertata, sulla base dei fattori di rischio cardiovascolare, ovvero: valori di glicemia, di colesterolemia o uso di statine, valori pressori, presenza di albumina nelle urine, uso di farmaci antipertensivi o di acido acetil salicilico, tabagismo.

Nello studio EMPA-REG OUTCOME, empagliflozin ha ridotto del 38% il rischio di mortalità per cause cardiovascolari, del 35% il rischio di ospedalizzazione per scompenso cardiaco e del 14% il rischio per MACE a tre punti. Questa analisi post-hoc dimostra che tali benefici cardiovascolari sono stati indipendenti dal numero di fattori di rischio.

“Assicurarsi che, sia i pazienti, sia i professionisti sanitari comprendano l’importanza della cardioprotezione, resta una priorità in quanto le malattie cardiovascolari sono responsabili di circa la metà della mortalità complessiva dei soggetti con diabete di tipo 2 – ha dichiarato Sherry Martin, Vice President e Global Medical Affairs di Lilly – Siamo lieti di vedere questi risultati che dimostrano come empagliflozin possa aiutare a rispondere a tale bisogno insoddisfatto, grazie ai benefici che porta ai soggetti con diabete di tipo 2 e malattia cardiovascolare sull’intero spettro del rischio cardiovascolare”.

A seguito di recenti aggiornamenti, sono oltre 60 le Linee Guida nel mondo che tengono conto dei risultati dello studio EMPA-REG OUTCOME nelle loro raccomandazioni a favore di terapie dai benefici cardiovascolari accertati, per chi è affetto da diabete di tipo 2 e malattia cardiovascolare confermata. In particolare, le ultime Linee Guida del 2019 sul diabete, pre-diabete e malattie cardiovascolari della Società Europea di Cardiologia – sviluppate in collaborazione con l’Associazione Europea per lo Studio del Diabete – e l’Expert Consensus Decision Pathway dell’American College of Cardiology del 2018, raccomandano l’inibitore SGLT2 empagliflozin per i suoi benefici confermati di riduzione del rischio di mortalità per cause cardiovascolari, in adulti con diabete di tipo 2 e malattia cardiovascolare accertata.

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