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L’Istituto Italiano di Tecnologia e l’Università di Pisa hanno scelto la tecnologia FRITZ! di AVM per dar vita al progetto LHF-Connect che consente di costruire un robot ‘fai-da-te’ che in tempi di COVID-19 è diventato il prezioso alleato di infermieri, personale medico e tutti i caregiver che possono controllare e prendersi cura delle persone in tele-assistenza. Il progetto, che ha visto un pool di partner di eccellenza è open source e mette a disposizione di chiunque, il software e le istruzioni per costruire un “infermiere” robotico che può assistere il personale ospedaliero ed essere assemblato, in autonomia e in pochi giorni, con l’impiego di comuni dispositivi che si trovano in commercio. 

LHF-Connect si muove all’interno delle stanze e degli ambienti grazie all’accesso a Internet e alla stabilità delle connessioni che sono garantite dall’affidabilità e dalla robustezza dei prodotti AVM, in particolare: il modem FRITZ!Box 6890 e il ripetitore wifi FRITZ!Repeater 1200. Il modem dunque, permette il funzionamento del dispositivo e di trasmettere all’operatore che lavora in remoto la visione delle persone e dei pazienti che devono rimanere isolate o senza contatti diretti.

Il robot, oltre a monitorare l’ambiente, può anche portare piccoli oggetti e può essere realizzato con costi limitati, senza competenze tecniche particolari, assemblando i vari componenti. Una normale aspirapolvere robotizzata consente il movimento nello spazio e la disponibilità della connessione Internet wifi è assicurata anche negli angoli più remoti delle strutture sanitarie, dei centri anziani e degli ambienti di un’abitazione grazie all’impiego dei repeater AVM che ‘estendono’ il segnale ovunque necessario. Con LHF-Connect è possibile fare video chiamate tra paziente e parente oppure effettuare un consulto medico da remoto.

“E’ sicuramente motivo di grande soddisfazione che la tecnologia dei prodotti FRITZ! sia stata riconosciuta e selezionata come migliore sul mercato per un progetto così importante. AVM è davvero orgogliosa di poter contribuire, attraverso la scelta di utilizzare le sue soluzioni, alla realizzazione di un’iniziativa di un così elevato valore sociale per supportare tutti coloro che devono affrontare le cure e le misure contro il virus. Crediamo che, una volta terminata l’emergenza COVID-19, questo progetto possa sostenere e facilitare la diffusione di un’assistenza sanitaria che frutti al meglio le funzioni di telemedicina e teleassistenza”, commenta Enrico Cicculli, Account Manager B2B, AVM Italia.

“Abbiamo parlato molto con i medici e il personale sanitario, e abbiamo scoperto che non c’era bisogno di “rocket science” per essere veramente utili – oggi e dovunque serva – in questo momento di emergenza. Ci è stato detto che un semplice robot di telepresenza sarebbe stato di grande aiuto per gli operatori, continuamente esposti a rischi di contagio, e per i ricoverati in reparti Covid-19, che rimangono isolati per settimane senza poter avere contatti con le proprie famiglie”, racconta Antonio Bicchi, ricercatore IIT e professore all’Università di Pisa. “Il nostro obiettivo è dare ora il nostro contributo per la gestione delle strutture ospedaliere e un leggero sollievo ai ricoverati e alle loro famiglie. La ricerca italiana in Robotica, che è una delle più forti al mondo, continua intanto a preparare il futuro”, conclude BicchiLHF-Connect è già operativo presso varie strutture in tutta Italia, tra cui l’Ospedale di Pisa, di Massa, il Centro di assistenza persone anziane di Induno Olona.

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