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All’Istituto Clinico Sant’Ambrogio di Milano, il primo intervento di sostituzione della valvola aortica con tecnica TAVI e valvola di nuova generazione, senza bisturi e senza fermare il cuore.

Il dottor Maurizio Tespili, responsabile dell’Unità operativa di Cardiologia interventistica dell’Istituto Clinico Sant’Ambrogio, ha eseguito un intervento salvavita da record su una donna di 87 anni.

Il dottore ha impiantato per la prima volta in Italia una micro valvola di ultima generazione con tecnica mininvasiva TAVI su una paziente bergamasca, affetta da un grave scompenso cardiaco.

Il percorso della signora Caterina, detta Rina, comincia 3 anni a con un malore identificato successivamente come uno scompenso cardiaco. Nonostante le terapie prescritte, la signora continua sentirsi stanca, le manca il respiro. 

I familiari sono preoccupati, soprattutto perché lei è sempre stata una donna attiva e piena di energia. E così decidono di rivolgersi ad uno specialista di pluriennale esperienza per il trattamento di questo tipo di patologie, il dottor Tespili, che le diagnostica una forma severa di stenosi della valvola aortica. 

L’unica soluzione, se vuole sopravvivere, è un intervento di sostituzione della valvola cardiaca.

L’intervento di sostituzione della valvola aortica compromessa è stato realizzato tramite TAVI: un’innovativa tecnica mininvasiva che si effettua con un accesso percutaneo, senza dover ricorrere all’apertura dello sterno e senza fermare il cuore. 

In sostanza, viene inserita una protesi cardiaca dall’inguine e attraverso l’arteria femorale. 

Una volta raggiunta la valvola danneggiata, questa protesi viene “agganciata” e comincia a funzionare regolarmente, ripristinando il normale flusso della circolazione. 

La procedura è stata eseguita presso l’Istituto Clinico Sant’Ambrogio, una delle strutture milanesi di eccellenza di Gruppo San Donato e centro di riferimento italiano per la cardiologia interventistica.

I vantaggi di questa tecnica sono molteplici: minore stress chirurgico; assenza di cicatrici; tempi di attesa inferiori; riduzione dei tempi di ospedalizzazione e dei costi socio-sanitari a essa collegati. 

L’utilizzo di questa valvola, riservata una volta solamente ai pazienti ad alto rischio, oggi è stato esteso anche ai pazienti a basso rischio e rappresenta un grande valore aggiunto sia dal punto di vista scientifico, sia dal punto di vista culturale, perché permetterà ai pazienti un tempo inoperabili di essere trattati. 

La valvola impiantata alla signora Rina, in particolare, è di nuovissima generazione: super-performante, di dimensioni più ridotte, più sottile e meno invasiva. Il suo intervento con questo tipo di valvola è stato il primo di questo genere in Italia: a causa del diametro ridotto delle arterie della paziente, interventi con valvole di vecchia generazione non sarebbero stati possibili.