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H-OPERA s.r.l nasce come spin-off dell’Università degli Studi di Salerno ed è specializzate in soluzioni innovative volte all’ausilio alla chirurgia, al planning operatorio e all’health-care in generale.

In stretta partnership con la stessa Università degli Studi di Salerno, Techno DESIGN s.r.l., società di servizi di progettazione e consulenza personalizzata in vari settori, e Cadland s.r.l., porta avanti progetti estremamente innovativi ed è in grado di rispondere ad esigenze anche non strettamente legate al mondo della chirurgia, ma anche a quello della distribuzione di materiale medico, della prototipazione rapida in materiali biocompatibili e della progettazione e verifica FEM ad ampio spettro.

Disponendo delle più moderne tecnologie di prototipazione e di software specifici, H-OPERA oggi è in grado di far fronte alle necessità più diverse, proponendo sempre soluzioni efficaci ad alto contenuto tecnologico ma allo stesso tempo “alla portata di tutti”.

H-OPERA rivolge la sua attenzione prevalentemente alla chirurgia spinale e all’artrodesi peduncolare e alla ricostruzione biofedele di tutte le strutture ossee anche per uso didattico; è in grado di progettare e realizzare strumentari chirurgici e dime “custom made” e di ricostruire, con altissima precisione, le specifiche strutture di singoli pazienti, anche per consentire simulazioni pre-operatorie o programmi di training per i giovani chirurghi.

Il progetto SpineSolution, che lo scorso anno si è aggiudicato il XIII PREMIO BEST PRACTICES SALERNO, 2019, è stato possibile grazie alla sinergia di H-OPERA e TechnoDESIGN e alla collaborazione con Cadland.

Si parte dalla premessa che numerose patologie del rachide richiedono come intervento collaterale, la stabilizzazione della colonna vertebrale; il principio è quello di restituire una solidità strutturale e ricreare una stabilità geometrica grazie alla fusione di due o più vertebre. Tale processo prende il nome di “artrodesi peduncolare”. La colonna vertebrale, o il tratto di interesse, viene “stabilizzato” con l’ausilio di barre di titanio a loro volta ancorate alla colonna vertebrale a mezzo di viti che vengono inserite nelle vertebre attraverso un tratto molto piccolo chiamato “peduncolo”

La procedura classica prevede l’inserimento delle viti “ad occhio”: il chirurgo, infatti, inserisce le viti basandosi su alcuni reperti anatomici eseguendo un gran numero di controlli radiografici in sito. E’ facile intuire come l’errore umano, dovuto ad una moltitudine fattori, come la perizia del chirurgo, il livello di attenzione, la morfologia della colonna e delle specifiche vertebre ecc. possa rappresentare un problema alquanto gravoso, tanto più che nella zona di intervento sono presenti tessuti e strutture estremamente delicate che, se compromesse, recano danni irreversibili al paziente.

Assolutamente non trascurabile è inoltre il problema dei controlli radiografici che, attualmente, apportano un livello di dannose radiazioni ionizzanti tanto per il paziente quanto per il team operatorio.

E’ in questo contesto che si colloca l’idea della Dima vertebrale. La Dima è una soluzione di foratura “custom made”, ovvero specifica e personalizzata per ogni singolo paziente, che consente un facile, sicuro e veloce inserimento delle viti peduncolari con un numero limitato di controlli radiografici.

Grazie all’ausilio delle moderne tecnologie CAD, in particolare Catìa di Dassault Systèmes, fornito e supportato da Cadland, è stato possibile generare in virtuale le vertebre del paziente da operare mediante acquisizione dell’indagine TAC e tracciare le traiettorie ideali. Sulla base di queste ricostruzioni, viene creata una “mascherina” virtuale che possiede due guide cilindriche. Da tale output è quindi possibile generare, tramite una stampa 3D con materiali biocompatibili, la Dima che il chirurgo può effettivamente utilizzare.

Di fatto la procedura chirurgica rimane pressappoco la stessa rispetto a quella utilizzata fino ad ora: Il chirurgo espone “a cielo aperto” la zona da trattare, applica sulla vertebra di interesse la mascherina appositamente creata, e inserisce le viti peduncolari con l’ausilio delle guide cilindriche con frattura controllata.

A differenza dell’approccio tradizionale però tale metodica determina dei vantaggi evidenti, ovvero: l’utilizzo della mascherina riduce i tempi di inserimento delle viti di circa il 50%; viene ridotto sensibilmente il numero di controlli radiografici; gli interventi di artrodesi peduncolare possono essere eseguiti anche dal chirurgo non altamente specializzato.

È possibile intervenire su tratti vertebrali che presentano morfologia atipica sui quali prima era molto difficile se non impossibile operare