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Il 45% degli under20 europei punta a una professione sanitaria

Il settore sanitario è il terzo più ambito dai giovani europei, dietro solo a lusso ed educazione. Tra le professioni del mondo della sanità, le più ricercate sono quelle relative alla salute mentale. Questi i principali risultati della ricerca commissionata a Ipsos da Fondazione Clariane che fa luce sull’attrattività delle professioni sanitarie tra i giovani di 7 Paesi europei.

“Il ‘calo delle vocazioni’ in sanità è un elemento sistemico, non possiamo pensare di affrontare la crescente domanda di cure e assistenza sanitaria richiamando i medici in pensione o semplicemente aumentando i posti nelle università – spiega il Presidente e CEO di Korian Italia, Federico Guidoni -. I dati evidenziano un ampio divario tra le aspirazioni dei giovani e la loro percezione delle professioni sanitarie, soprattutto per quanto riguarda driver ritenuti fondamentali come il bilanciamento vita lavoro, la flessibilità oraria e il salario. Il settore privato e quello pubblico sono chiamati a dialogare e fare sistema anche su questo fronte, per essere pronti alle sfide del futuro. Possiamo fare meglio, investendo ancora di più in formazione e in nuove modalità organizzative e di lavoro favorite dall’introduzione massiva della digitalizzazione ed automatizzazione dei processi a minor valore aggiunto e dall’introduzione strutturata dell’intelligenza artificiale. Tutti elementi estremamente attrattivi per i giovani. Usare tutte le risorse a disposizione e usarle meglio: questo deve essere il nostro obiettivo”.

L’indagine di Ipsos, condotta tramite questionario online tra ottobre e novembre 2023, ha coinvolto 2100 giovani di età compresa tra i 16 e i 20 anni. Sono trecento i giovani di 7 Paesi che hanno così espresso la propria percezione riguardo al mondo delle professioni sanitarie, ma non solo.

Di grande interesse, infatti, l’analisi dei driver di scelta e delle barriere al lavoro. A livello aggregato, i giovani europei mostrano un alto livello di fiducia nell’abilità di trovare un lavoro dopo aver completato gli studi. Il dato si rivela alto anche in Italia, uno dei Paesi analizzati con il tasso di disoccupazione giovanile più alto.

Quali sono i driver che inducono i giovani europei a considerare una carriera? Il bilanciamento tra vita privata – lavoro è considerato il criterio più importante nella scelta del lavoro; tra i fattori più citati, compaiono anche il fascino della professione, l’atmosfera e le relazioni sul luogo di lavoro e il fatto che la carriera sia in linea con i propri valori. Per quanto riguarda l’Italia, si evidenzia alta attenzione anche per i livelli salariali e l’opportunità di avanzamento di carriera.

Per i giovani dei 7 Paesi in cui è stata svolta l’analisi, il settore sanitario è il terzo settore più ambito dai giovani europei, dietro a lusso e mondo dell’educazione. Guardando alle aspirazioni dei giovani italiani, risultano molto ambiti anche il lusso e il settore delle telecomunicazioni, mentre le professioni sanitarie si posizionano sotto la media europea; nel mondo sanitario, le carriere più ambite sono quelle legate alla salute mentale, davanti a paramedici e medici; meno attrattive la professione infermieristica e i ruoli da operatore sociosanitario.

I fattori che spingono i giovani europei a considerare una professione infermieristica e sociosanitaria sono l’utilità del lavoro, il senso di orgoglio che esse trasmettono, la riconoscenza sociale e la soddisfazione personale e l’opportunità di lavorare in team; il 48% dei giovani italiani, inoltre, indica anche i livelli salariali.

Quali sono le barriere per lavorare come infermiere o operatore sociosanitario? I giovani europei hanno risposto: il carico di lavoro, l’avere a che fare con le malattie, l’irregolarità dell’orario lavorativo, i livelli salariali, lo sforzo fisico e la difficoltà di bilanciare la vita privata con il lavoro; il 33% dei giovani italiani, segnala tra queste difficoltà anche la durata degli studi necessari per accedere a determinate carriere.

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